[1]I Nostri Silenzi di Rivelino giungono a Roma il 16 settembre 2010: le dieci statue colate in bronzo a cera persa stazioneranno su Via delle Magnolie, all’interno del rappresentativo parco di Villa Borghese, insieme ad un cubo con le scritte in braille coniuganti il tempo presente di “stare zitti”, per toccare con mano che l’obiettivo è piuttosto coinvolgere e far parlare.
“L’espressione di sé, del proprio individuo”, come affermano le parole stesse di Rivelino, giovane scultore messicano (1973 San José de Gracia, Jalisco) supportato dalla sua Ambasciata e dal suo paese in questo percorso attivante strade ancor più plurime, “è essenziale per l’essere umano: più manca, ovvero più aumenta quella maggioranza di individui che non possono esprimersi liberamente, più c’è bisogno che qualcuno lo mostri al mondo attraverso l’arte.”
Le dieci statue, un numero metaforico, scelto perché unione di 1, il primo, il più impegnativo tra i numeri, e zero, il nulla: due numeri che compongono l’alfabeto informatico del sistema binario, la lingua che più di ogni altra supera i separatismi culturali e geografici. La mostra non a caso viene inaugurata a Roma nel giorno in cui il Messico festeggia il Bicentenario dell’inizio della lotta per l’Indipendenza del Messico e dei cento anni della Rivoluzione Messicana: una data che è in sé stessa un simbolo, vicino a quella conformazione dei volti studiata da Rivelino insieme ad un antropologo forense e a dei chiurghi per stabilire un volto più omnicomprensivo possibile per l’intera umanità.
Prima la mostra è stata a Bruxelles e dal video si nota quanto possa essere stato oneroso il montaggio e lo smontaggio delle dieci statue insieme al cubo, appositamente pensato per chi non poteva “leggere” le statue ma può toccare in scala quelle ricostruite dentro al cubo d’acciaio. Le dimensioni sono gigantiche: 3.20 x 2.30 x 1.10 metri, perfettamente in linea con la cultura che l’ha formato: Rivelino ha scelto una presenza massiva che testimonia pregnanze attuali e rivelatorie come il suo nomen omen. La mostra porsegue, nel suo itinerario da Lisbona, Madrid, Bruxelles, Berlino, ora Roma fino all’11 ottobre e poi Londra tra novembre e dicembre, per concludere festeggiando l’anno del Messico, il 2011 nella Villa Lumière di Parigi.