Con la bravissima Natalie Portman come protagonista, nel ruolo del fragile cigno bianco della metamorfosi con cui ha conquistato il Golden Globe come miglior attrice protagonista, Black Swan di Darren Aronofsky, ha aperto il 67° Festival dei Cinema di Venezia dove ha ricevuto il Premio Mastroianni a Mila Kunis per la parte di Lily, la rivale di Nina, la protagonista. Ora esce nella sale candidato a ben cinque Oscar.
I precedenti di Aronofsky (1969) sono in territorio paranormale e caratterizzati da tessiture psicoanalitiche quanto questo, tranne The Wrestler con cui ha conquistato il Leone d’Oro a Venezia nel 2008 e l’Oscar per il protagonista Mickey Rourke oltre a quello come attrice non protagonista per Marisa Tomei. I precedenti sono Requiem for a Dream (2000), The Fountain, 2006) ed il primo, Il Teorema del delirio (1998): tutti con le colonne sonoro curate da Clint Mansell che si è aggiudicato anche questa, insieme ad un brano di Vitaliy Zavadskyy [2] ed altri, tra cui i Chemical Brothers (Don’t think – perfetta per la scena allucinata in discoteca).
L’antefatto del Lago dei cigni di Tchaikovsky (1875-76), “il balletto” per antonomasia, è piuttosto conosciuto e verte intorno ad un doppio: Odette, mutata in cigno, ha una sorta di gemella cattiva figlia del mago Rothbart che l’ha imprigionata in un corpo di cigno. Nel film di Aronofsky la rivalità di Odette ed Odile si gioca sul palcoscenico per la parte da protagonista nel balletto: difatti entrambe le parti sono assegnate di norma alla stessa ballerina. A parte alcune varianti – come il finale deciso dal coreografo Thomas Leroy, interpretato da Vincent Cassel – il film racconta lo scontro tra le ballerine come se fosse una sorta di svelamento per Nina che, per interpretare la parte di “cigno nero” deve andare al fondo di sè, dei “graffi” che si autoprocurava – un segno evidente di aggressività rimossa – e del suo rapporto con la madre, interpretata dall’eccellente Barbara Hershey, che le somiglia tantissimo. Un cameo quasi irriconoscibile per Winona Ryder come Beth, la prima ballerina che deve lasciare perché in attesa di un bambino.
Il rapporto ai limiti della perversione tra le due rivali ed il coreografo è una parte notevole della storia, quanto quello di Nina con la propria femminilità e ad essa legato indissolubilmente. La colonna sonora, ricreata da Mansell sull’originale di Tchaikovsky attraverso manipolazioni ritmiche, versioni con piano solo e brani quasi del tutto originali, sostanziano la tenebra che si va divaricando davanti agli occhi di Nina, combattuta tanto da diventare un’Ombra sempre più potente e dalla quale dipende l’intero svolgimento del film.
Collegamenti:
[1] http://www.gothicnetwork.org/immagini/cigno-nero
[2] http://www.youtube.com/watch?v=9nk8RJxZQEs
[3] http://microsites2.foxinternational.com/it/ilcignonero/
[4] http://www.gothicnetwork.org/articoli/lago-dei-cigni-opera-sublime-odetteodile-svetlana-zakharova