Si avvia alla conclusione la sessantesima edizione del Festival Pucciniano a Torre del Lago. Venerdì 22 agosto quinta ed ultima recita di Boheme, sotto la direzione di Valerio Galli e con la prestigiosa regia di Ettore Scola. Il festival Pucciniano è un evento “rassicurante” per gli amanti della lirica. Rassicurante perchè offre quello che si desidera e ci si aspetta da una location così particolare. Indubbiamente poter assistere a rappresentazioni ai margini del lago così caro a Puccini e nei pressi della casa nella quale compose i suoi capolavori costituisce già un motivo di grande suggestione. Se poi gli allestimenti e le regìe assecondano la musica e rimangono fedeli ad una tradizione che non è conservatorismo ma desiderio di esaltare l'idea estetica originale, la gradevolezza del risultato è garantita.
L'ultima recita in cartellone di Boheme ha seguito perfettamente quest'impostazione, regalando agli appassionati un ottimo spettacolo appagante per gli occhi, grazie alla regìa e le scene, e di buona qualità per la valenza degli interpreti.
L'unica osservazione che ogni volta è necessario fare, ma che non coinvolge la qualità dell'esecuzione, riguarda la tipologia dell'acustica che, come spesso accade per le recite all'aperto, non sempre rende merito e non sempre consente, a tutti, di ascoltare in maniera adeguata sia l'orchestra che i cantanti. Problema per tutti i teatri moderni all'aperto, dal quale anche l'arena pucciniana non sfugge, che difficilmente riescono a ricreare la definizione e la diffusione sonora dei teatri classici greci e romani concepiti in maniera diversa.
Tornando a Bohème, nuovo allestimento (così come per le altre opere pucciniane (Butterfly, Turandot e Trittico) sotto la direzione del giovane Valerio Galli e la prestigiosa regia di Ettore Scola. Galli, classe 1980, che si può già considerare esperto direttore pucciniano (ricordiamo il debutto nel 2007 con Tosca al 53° Festival Puccini che gli valse la consegna del premio 'Maschera d'oro 2007' come giovane direttore emergente ed il ricevimento nel 2013 del 42° Premio Puccini, per la prima volta assegnato per la carriera), ha condotto con sicurezza l'orchestra del Festival, che ha risposto con la consueta e conosciuta affidabilità.
La regìa di Ettore Scola e le affascinanti scene di Luciano Ricceri, ma anche i costumi di Cristina Da Rold, hanno completato e contribuito, come si accennava sopra, a costruire una rappresentazione in linea con la tradizione, accurata e di grande fascino estetico. Particolare raffinato e di classe, nel secondo affollato quadro davanti al Caffè Momus, momento nel quale la fantasia e l'abilità registica possono rivelarsi al meglio nella gestione dei protagonisti e dei cori di adulti e bambini, la presenza, in un angolo a sinistra della scena, di comparse che riproducevano i modelli per la realizzazione di un quadro di un pittore che si deduceva essere Manet intento a creare il celebre “déjeuner sur l'herbe”...
Nonostante un paio di interruzioni dovute a minacce di pioggia ormai caratteristica di questa imprevedibile estate, i protagonisti hanno interpretato con bravura i propri ruoli. Applauditi Silvana Froli-Mimì e Leonardo Caimi-Rodolfo, ovviamente attesi al varco nelle conosciutissime arie dedicate, ma anche apprezzati gli altri interpreti, Alida Berti-Musetta, e particolarmente applaudito Marco Spotti-Colline per la celebre aria del quarto quadro “vecchia zimarra”, terminata giusto in tempo prima di un'interruzione per le prime goccie di pioggia...
Applausi anche per i cori e soddisfazione generale per i pubblico al termine di una rappresentazione che si è temuto non potesse arrivare alla fine ma che ha invece confermato l'ottimo livello delle proposte del Festival di questa edizione così importante, in attesa di future ed ugualmente affascinanti produzioni.
Collegamenti:
[1] http://www.gothicnetwork.org/immagini/torre-del-lago-puccini-boheme
[2] http://www.puccinifestival.it/
[3] http://www.gothicnetwork.org/articoli/opera-di-roma-boheme-tra-fiocchi-di-neve-caracalla