- Articolo di:Livia Bidoli
L'americano John Adams è tornato dopo 7 anni (2018) a dirigere sé stesso e la suite dal balletto Billy the Kid (1938) di uno dei suoi grandi ispiratori, Aaron Copland, nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, il 6, 7, 8 novembre, in collaborazione con Romaeuropa Festival. Tra i maggiori compositori statunitensi viventi (classe 1947), ha diretto l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia in un breve brano esplosivo, ovvero, Short Ride in a fast Machine (1986), e tre scene da una delle sue opere di "Teatro della Realtà", ovvero Nixon in China (1987).
20°Amiata Piano Festival. Tra Bach e il ‘900 russo
L’Amiata Piano Festival è giunto alla ventesima edizione, sempre vitale e fedele ai presupposti per cui è nato, rivendicati con giusto orgoglio da Maurizio Baglini, fondatore e direttore artistico: “qualità delle proposte e la diversità dell’offerta artistica rispetto alle catalogazioni tradizionali e infine la condivisione costante, umana e intellettuale tra artisti e pubblico.”
Il festival si svolge al Forum Fondazione Bertarelli, fondazione privata costituita dai fratelli Maria Iris Tipa Bertarelli e Claudio Tipa, che per statuto promuove iniziative culturali e didattiche nel territorio e sostiene la manifestazione. Il festival è articolato in tre appuntamenti Baccus a giugno, Euterpe a luglio e Dionisus ad agosto più un concerto di Natale, l’articolo si riferisce al concerto di cui è stato protagonista Mario Brunello, sabato 26 luglio. Il concerto di Mario Brunello per la statura dell’artista, primo europeo a vincere il Concorso internazionale Chajkovskij, e per le sue proposte inusuali e intriganti aderisce perfettamente agli scopi fondativi del festival.
Attualmente gli strumenti ad arco usati sono: violino, viola, violoncello e contrabbasso, ma durante l’epoca barocca erano più diversificati, anche Bach usò nelle sue composizioni differenti strumenti ad arco poi dimenticati come: il violino piccolo, la viola d’amore, il violoncello piccolo e la viola da gamba, che come ha illustrato Jordi Savall nei suoi concerti è una famiglia di strumenti diversi. Le composizioni bachiane dimostrano come l’uso sapiente di strumenti ad arco diversi in dialogo fra loro arricchisca i timbri di una composizione, Bach ha usato al posto del violino il violoncello piccolo in nove cantate come voce di Dio.
Le Sonate per violino solo e le Partite per violino solo furono composte durante il soggiorno di Bach a Köthen (1717-1723), Mario Brunello ha proposto in concerto e inciso queste composizioni per violino usando il violoncello piccolo a un’ottava più bassa del violino, il suono è più morbido, gli armonici, ovviamente diversi, accentuano gli aspetti meditativi rendendo questa scelta assai seducente. Nel concerto ascoltato il primo dei brani di Bach proposti, che hanno incorniciato la sonata di Weinberg, è stato la Sonata per violino n. 1 in sol minore BWV 1001, in quattro tempi secondo la consuetudine della Sonata da chiesa con l'alternanza dei tempi lento - veloce - lento – veloce. L’Adagio è come un preludio che introduce la Fuga, la Siciliana è un’eccezione nelle Sonate di Bach in cui, a differenza delle Partite, non ci sono movimenti legati alla danza e si conclude con il Presto un trascinante moto perpetuo.
La Partita per violino n. 2 in re minore BWV 1004 è stato il brano che ha chiuso il programma del concerto ed è divisa in cinque movimenti ispirati alle danze: Allemanda, Corrente, Sarabanda, Giga e Ciaccona. La straordinaria Ciaccona, arduo cimento per gli interpreti, inizia con un tema di otto battute, la forma di ostinato tipica della ciaccona, si sviluppa in trentadue variazioni ognuna delle quali all'inizio ripropone la tonalità di re minore, in una impegnativa e virtuosistica progressione ritmica che alla fine ripropone il tema iniziale.
Al centro del programma Brunello, sensibile indagatore musicale, ha proposto la Sonata per violoncello n. 121, versione rivista nel 1978 dell’op. 86 di Moisej Samuilovic Weinberg, un compositore polacco, riscoperto da poco a causa delle vicissitudini della sua vita. Weinberg nacque a Varsavia figlio di un violinista e direttore di un teatro yiddish, nel 1939, quando la Polonia fu invasa dai nazisti fu costretto a scappare e a rifugiarsi a Minsk nella zona occupata dall’Armata rossa; padre madre e sorella furono uccisi nel lager di Trawniki. Quando nel giugno 1941 la Wehrmacht iniziò l'invasione dell'Unione Sovietica, Weinberg fu evacuato a Taškent in Uzbekistan. A Taškent lavorò al Teatro dell'opera e sposò Natalija Vovsi, figlia di un attore di teatro yiddish, in quegli anni iniziò anche la lunga amicizia con il compositore Dmitrij Shostakovich che lo aiutò a trasferirsi a Mosca nel 1943.
Dopo la guerra il suocero Solomon Michoėls fu vittima dell'ultima purga staliniana, e assassinato, inoltre alcune opere di Weinberg furono accusate di formalismo, accusa che poteva preludere all’eliminazione fisica. Weinberg fu sorvegliato giorno e notte per cinque anni dal 1948 e nel 1953, fu arrestato durante le persecuzioni contro l’intelligencija ebrea sovietica. Lo salvò la morte di Stalin e, su intercessione di Shostakovich presso Lavrentij Berija, diventato Primo Vice Primo Ministro, il compositore ottenne una piena riabilitazione politica. Weinberg visse fino alla morte a Mosca, ma rimase una figura marginale nel panorama musicale sovietico, fu costretto a lavorare componendo non solo per il teatro e il cinema, ma anche per la televisione e il circo.
La Sonata per violoncello n. 121 è la versione rivista nel 1978 dell’op. 86 e fu dedicata a dedicata a Valentin Berlinskij, straordinario violoncellista del Quartetto Borodin, storica e mitica formazione legata anche alla esecuzione dei quartetti di Shostakovich. Nella musica di Weinberg ci sono echi di motivi popolari klezmer e ci è parso anche armeni nei passaggi lenti, il brano meditativo è pervaso da una cupa e beffarda ironia, un aspetto che condivideva con Shostakovich, e che mise in pericolo la vita di entrambi. Mario Brunello ci ha detto che Weinberg revisionò il brano per ridurne la lunghezza in quanto era tecnicamente arduo e l’eccessivo impegno lo rendeva non facilmente eseguibile.la Sonata tecnicamente complessa esplora le possibilità espressive e sonore del violoncello che sono state rese magnificamente da Brunello con il Maggini del ‘600 ora in suo possesso, strumento prima appartenuto a Benedetto Mazzacurati e successivamente a Franco Rossi, violoncellista del Quartetto Italiano.
Mario Brunello è un artista straordinario, fa dimenticare la fatica dell’ardua tecnica necessaria per l’esecuzione, per fare invece convergere l’attenzione dell’ascoltatore sulla interpretazione, la bellezza e la pienezza del suono, l’abilità nel calibrare la dinamica e l’agogica, il dare respiro alla frase musicale sono al servizio delle intenzioni dell’autore. Infocate ovazioni sono state tributate al grande artista che ha regalato al pubblico 2 bis: con il violoncello piccolo, l’Allemanda dalla Partita n.1 per flauto di Bach e con il violoncello, il Preludio n. 21 di Weinberg dedicato a Shostakovich.

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