- Articolo di:Livia Bidoli
Lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi – dal testo del poema latino attribuito a Jacopone da Todi - inserito tra due brani del compositore contemporaneo Giacinto Scelsi, ha condotto il Teatro dell'Opera di Roma in coproduzione con Grand Théâtre de Genève, Opera Ballet Vlaanderen e De Nationale Opera a mettere in scena nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli uno spettacolo unico e dal valore spirituale inusitato. Il più celebre Stabat Mater è stato diretto da Michele Mariotti con la regia, scene, costumi e luci di Romeo Castellucci. Lo spettacolo si è svolto dal 28 al 31 ottobre assicurando al pubblico il numero di 100 posti prenotabili gratutamente online.
50° Cantiere Internazionale d'Arte. Concerti mozartiani
La Serie Mozart. Amadeus e le virtuose è il ciclo ideato da Mariangela Vacatello, direttore artistico del Cantiere, iniziato l’anno scorso è proseguito anche quest’anno, articolato in tre concerti in cui sono stati eseguiti diversi concerti per pianoforte e orchestra. Nel gioiello rinascimentale del Tempio di San Biagio gremito di pubblico abbiamo ascoltato quelli del 17 e del 20 luglio, che hanno riscosso un pieno successo.
Anche quest’anno Mariangela Vacatello ha scelto giovani pianiste, inoltre per ogni concerto sono state commissionate dal Cantiere Internazionale d’Arte nuove cadenze ad allievi dell’Ateneo Renano (Kolleg der Künste). L’Orchestra Giovanile Italiana, che è stata diretta da Giovanni Conti, una formula che seguendo le idee di Henze fa collaborare professionisti e allievi.
Nel concerto del 17 luglio Hisako Kawamura ha eseguito il Concerto per pianoforte n. 19 in fa maggiore, K 459 dando risalto alla parte virtuosistica della composizione. Josef Schultewolter ha scritto le cadenze del 1°e del 3°movimento, tenendo conto della composizione in cui soprattutto nel terzo movimento convivono passaggi contrappuntisti e stilemi operistici.
Maya Oganyan ha suonato la seconda composizione in programma, il Concerto per pianoforte n. 23 in la maggiore K 488, la sua interpretazione ha dato risalto agli aspetti pensosi e riflessivi dell’Adagio, ha mostrato una grande padronanza tecnica nei passaggi virtuosistici e ha esibito un tocco abile dove serviva la leggerezza ma anche incisivo dove era necessario.
Pamela Soria ha composto la nuova cadenza per il 1°movimento, e ha scritto nel programma quali sono stati i criteri che ha seguito, per questo lo riportiamo in quanto di grande interesse. Scrive Pamela Soria:” Comporre una nuova cadenza per il Concerto per pianoforte n. 23 in La maggiore K. 488 di Mozart è stato al tempo stesso un compito emozionante e carico di responsabilità. Piuttosto che cercare di modernizzare o reinterpretare radicalmente l’opera, ho scelto di avvicinarmi al concerto secondo la sua logica interna, studiandone la struttura, il carattere e la natura della cadenza originale mozartiana. Ciò che ho scoperto è stato un gesto breve, discreto e raffinato: elegante più che virtuosistico, misurato piuttosto che culminante. Sebbene spesso si ritenga che per attualizzare un’opera canonica sia necessario introdurre dissonanze evidenti o contrasti drammatici, ho preferito esplorare nuove sfumature armoniche attraverso dettagli sottili, cercando di preservare l’equilibrio e la personalità complessiva del concerto. Questa cadenza integra motivi tratti dal primo movimento, accenna delicatamente alla Sonata in la minore di Mozart e si propone non come interruzione, ma come naturale prosecuzione: un commento rispettoso, frutto di ascolto attento e studio approfondito.”
Calorosi applausi hanno accolto al termine Hisako Kawamura, Maya Oganyan, il direttore Giovanni Conti, Pamela Soria e l’Orchestra.
Domenica 20 luglio con la stessa orchestra guidata da Giovanni Conti è stata la stessa Mariangela Vacatello ad aprire il programma con il Concerto per pianoforte n. 25 in do maggiore K 503. L’artista ha interpretato la pagina mozartiana con tocco elegante e sicuro e profonda intelligenza interprettiva.
Della cadenza l’autore Tiago José Fialho Jesus ha scritto:” Con questa cadenza, ho cercato di immaginare uno spazio in cui il mondo sonoro di Mozart rimanesse centrale, ma aperto all’interazione. Non imponendomi o contrapponendomi a lui, bensì creando momenti in cui tempi ed energie diverse potessero coesistere — suggerendo un Mozart alternativo, possibile. Questo ha permesso transizioni e trame sonore inaspettate, quasi come se lo si osservasse attraverso lenti diverse, o da distanze leggermente variabili. Con occasionali tocchi di un approccio pianistico “beethoveniano”, il mio contributo voleva restare in secondo piano, più simile a quello di un curatore silenzioso. In un certo senso, questa cadenza è stata pensata più come un atto d’ascolto che di composizione”.
Ha chiuso il programma Viviana Lasaracina, che ha interpretato il Concerto per pianoforte n. 18 in si b maggiore, K 456, alla fine ci ha detto che era la prima volta che affrontava questo concerto. Un concerto insidioso che associa alla soave levità e al virtuosismo anche momenti pensosi e patetici nell’Adagio in cui è importante la sensibilità dell’interprete. La cadenza di Sunghyun Lee come tutte le quelle che abbiamo ascoltato si è basata sulle caratteristiche della composizione mozartiana.
Questi concerti sono stati realizzati anche in collaborazione con Scuola di Musica di Fiesole, luogo di formazione dell’Orchestra Giovanile Italiana, che è stata diretta dal Giovanni Conti, giovane direttore emergente. I giovani musicisti hanno seguito con attenzione e passione le indicazioni del direttore e mostrato nelle diverse parti un ottimo livello nella padronanza dello strumento. Nell’interpretazione dei concerti mozartiani che hanno peculiarità diverse in quanto mostrano l’evoluzione compositiva di Mozart, Giovanni Conti ha mostrato una notevole capacità. Ha posto attenzione ai colori le cui sfumature riflettono diversi stati d’animo, che si manifestano soprattutto nei tempi più lenti senza cadute di tensione e guidato i giovani musicisti nell’affrontare le intriganti dinamiche e agogiche. Il rapporto tra direttore e pianista è fondamentale per la riuscita e Giovanni Conti ha dimostrato sensibilità nel accordarsi con le diverse interpreti.
Festosi applausi hanno salutato la fine anche di questo concerto e sono stati soprattutto riservati a Mariangela Vacatello, poi a Viviana Lasaracina, Giovanni Conti, Tiago José Fialho Jesus e all’Orchestra Giovanile Italiana.

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