- Articolo di:Livia Bidoli
L'americano John Adams è tornato dopo 7 anni (2018) a dirigere sé stesso e la suite dal balletto Billy the Kid (1938) di uno dei suoi grandi ispiratori, Aaron Copland, nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, il 6, 7, 8 novembre, in collaborazione con Romaeuropa Festival. Tra i maggiori compositori statunitensi viventi (classe 1947), ha diretto l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia in un breve brano esplosivo, ovvero, Short Ride in a fast Machine (1986), e tre scene da una delle sue opere di "Teatro della Realtà", ovvero Nixon in China (1987).
Biennale di Venezia 82°. Hind Rajab. La voce innocente della Palestina
Verso le 12 del 29 gennaio 2024 arriva una chiamata alla Mezzaluna Rossa a Ramallah, capitale della Palestina: la Mezzaluna Rossa corrrisponde alla nostra Croce Rossa. Si tratta della voce dello zio della bambina di sei anni che chiama dalla Germania, per avvertire che la piccola Hanood (Hind) è l'unica superstite in una macchina crivellata dai colpi dei tank israeliani nel nord di Gaza. È l'inizio di un incubo. Il film The Voice of Hind Rajab, che raccontiamo, è diretto dalla regista tunisina Kawthar ibn Haniyya e ha vinto il secondo premio alla 82° Biennale CInematografica di Venezia, il Leone d'Argento, Gran Premio della Giuria, con un'ovazione unanime di 23 minuti di applausi lo scorso 3 settembre.
Intorno a Hanood, nell'auto, ci sono sei cadaveri: i suoi zii più altri quattro cuginetti. È attorniata dal sangue, e all'inizio, mentre parla con Omar e poi con Rana, addetti al salvataggio telefonico della Mezzaluna Rossa, si convince che stiano "dormendo". È una bambina di sei anni che chiama l'unica voce di salvezza disponibile nell'inferno di Gaza, dove, senza un assenso israeliano, nemmeno i soccorsi possono dirsi al sicuro: sarebbero crivellati di colpi proprio come lo sono stati i parenti della bambina. E anche in caso di coordinamento centrale tra governo palestinese e governo israeliano, ci sono stati martiri su martiri, poichè le ambulanze come gli ospedali e come i giornalisti sono bersaglio dei soldati israeliani (IDF: Israel Defense Forces).
Il film ritrae una situazione di impotenza di fronte ad un massacro: la voce della piccola Hind continua a ripetere, nelle registrazioni originali: "Vienimi a prendere, ho paura, qui sparano". Si odono deflagrazioni e spari al telefono degli assistenti della Mezzaluna Rossa: Rana, Omar, Mahdi (il direttore del centro), Nisrin (la psicologa). Prima però di far intervenire l'ambulanza bisogna aspettare un tempo indefinito, che dalle 12 arriverà fino alle 19.30 di sera quando, dopo una serie di telefonate ricorrenti, richieste e suppliche al Ministero della Difesa, coordinamenti lunghissimi con gli israeliani che stanno bombardando la zona, si arriva ad un "corridoio protetto" per l'ambulanza per salvare la bambina.
Gli attori che "auscultano", uso questa parola perchè è il "cuore di Hind" che parla loro per tutto il giorno: un cuore saldo e coraggioso che non dispera fino alla fine, finchè non verrà crivellata di colpi insieme ai due infermieri dell'ambulanza proprio in quel "corridoio protetto".
È penoso vedere questo film perchè non ritrae la realtà: "è la realtà". Bisogna vedere questo film anche se farà stare male, poiché il rischio di disumanizzazione dei palestinesi operato dalle forze di occupazione e di sterminio israeliane è lo stesso che venne praticato ad Auschwitz, e facendone propaganda, come se i palestinesi fossero degli esseri inferiori, da trattare come animali da macello.
L'auto che viene ritratta alla fine del film con documenti veri è stata bombardata e crivellata da 355 colpi di armi da fuoco. È del tutto devastata: i corpi carbonizzati sono stati estratti a fatica e a pezzi. Sette corpi, il numero di Dio. Un numero che riveste in Oriente ed in Occidente un significato sacro. Nel Cristianesimo, i sette doni dello Spirito Santo, le sette opere di misericordia e il numero di città nell'Apocalisse, e nell'Islam, dove rappresenta la totalità e il ciclo completo nei sette cieli o nei sette giri attorno alla Kaaba durante l'Hajj. Ed i sette giorni della creazione biblica. È anche rappresentativo dell'unione del sacro e del profano: la somma del 3 (che rappresenta il cielo o il divino) e del 4 (che rappresenta la terra o i punti cardinali) porta al sette, simboleggiando la perfezione dell'unione di questi due aspetti del mondo.
La Voce di Hind Rajab risuona altrove, in uno spazio sottile che si avverte solo concentrandosi, e che è irraggiungibile da chi pratica stermini di massa. Gli attori, eccellenti nella loro veridicità, Saja al-Kilani (Rana Hasan Faqih), Clara Khuri (Nisrin Jaris Qawwas), Muʿtazz Milhis (ʿUmar A. al-Qam) e Amir Hulayhil: Mahdi M. al-Jamal, hanno fatto risuonare nei nostri cuori anche quel tipo di frequenza, facendoci ascoltare una voce innocente per tutta la Palestina.
Bisogna poi ringraziare i produttori esecutivi ed illuminati che hanno concesso a questo film di essere stato girato e sponsorizzato per arrivare al pubblico globale, e tra cui riconosciamo, in particolare: Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Jonathan Glazer (The Zone of Interest, sui campi di concentramento), Alfonso Cuarón, Guillaume Rambourg e Sarah Rambourg della Fondazione Rambourg; Elizabeth Woodward, produttrice anche di The Great Hack sullo scandalo Facebook-Cambridge Analytica, e Persuasion Machines, ovvero come gli strumenti della casa (elettrodomestici guidati da un'assistenza vocale tramite operatori come google, per esempio) ci spiano; entrambi i film sono stati presentati al Sundance Film Festival. Citandolo, ricordiamo la memoria engagée e illuminata del suo fondatore, Robert Redford (1936-2025).

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