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Narni OperainCanto. Così fan tutte ovvero l'Araba Fenice di Mozart
A Narni il 7 novembre 2010, al Teatro Comunale Giuseppe Manini, per la stagione OperainCanto 2010, è andata in scena l'ultima replica di Così fan tutte di Mozart ottenendo un grande successo. Così fan tutte ossia La scuola degli amanti dramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte andò in scena al Burghtheater di Vienna il 26 gennaio 1790.
Questa celeberrima opera racchiude nel libretto alcuni luoghi comuni cari all'opera buffa italiana come testimoniano i famosi versi maschilisti : È la fede delle femmine/ Come l'araba fenice:/ Che vi sia ciascun lo dice; / Dove sia, nessun lo sa. Versi tra l'altro presi da Metastasio in cui, al posto delle femmine, è scritto degli amanti.
Oltre alle due coppie di amanti, gli altri personaggi appartengono alla tradizione e ai conformismi di questo genere teatrale: la serva astuta, Despina e il filosofo, Don Alfonso veri burattinai della vicenda. La musica di Mozart apre altri scenari, ironici ma anche ambigui, nel racconto delle vicende dei personaggi che compongono le coppie iniziali: Fiordiligi e Guglielmo e Dorabella e Ferrando.
L'acuta e divertente regia di Paolo Donati accoglie le possibilità interpretative presenti nella partitura proponendo un'interessante chiave di lettura. Viene sottolineata la situazione iniziale, da cui si evince che le coppie sono palesemente male assortite, in quanto Fiordiligi e Ferrando sono personaggi più sensibili e profondi mentre Guglielmo e Dorabella sono più superficiali e si fanno trascinare dagli eventi.
L'inizio ci mostra i personaggi bloccati dal conformismo, ben evidenziato dalla sottile ironia che pervade la musica, come nell'impiego nelle arie dello stile serio fuori contesto come l'aria di Dorabella detta delle Eumenidi “Smanie implacabili” o quella di Fiordiligi “Come scoglio”. Il travestimento, che la scommessa con Don Alfonso impone ai due uomini per corteggiare l'uno l'amante dell'altro, causa la crisi nelle donne in cui affiorano i dubbi interiori rimasti silenti. Nell'interagire con diversi corteggiatori, cambia il comportamento delle due protagoniste che escono dai loro ruoli cristallizzati mostrandosi più libere, giocose e allegre. Il finale ipocrita suggerito da Don Alfonso che, ignorando la crisi avvenuta, impone il ritorno alla situazione precedente, non convince nessuno dei protagonisti lasciando la situazione nell'ambiguità.
Paolo Donati ha trasposto l'azione agli anni precedenti la prima guerra mondiale, proprio per evocare una situazione che precede i grandi cambiamenti sociali come fu allora per la Rivoluzione Francese. L'interpretazione data dalla sua regia, realizzata con pochissimi mezzi, a causa dei tagli devastanti alla cultura, dimostra come sia vincente il possesso di creatività e di idee valide anche in questo contesto difficile. I cantanti hanno ben risposto alle intenzioni del regista fornendo un'interpretazione scenica convincente.
La parte musicale, diretta da Fabio Maestri, è stata di ottimo livello evidenziando tutta la bellezza e le preziosità dispensate nella partitura, in cui è presente una elaborata e complessa tavolozza musicale volta a rappresentare l'ironia come la sensualità, la malinconia come il puro divertimento, con i tempi che hanno assecondato magistralmente la regia. Direzione e regia hanno coinvolto e divertito il pubblico con quella leggerezza che Calvino descrive nelle sue Lezioni americane. Gabriele Catalucci al fortepiano ha accompagnato con grande bravura i recitativi.
La giovane compagnia di canto omogenea e di buon livello ha contribuito al successo, oltre al veterano ed efficacissimo Roberto Abbondanza, cinico Don Alfonso, ricordiamo: l'effervescente Despina di Francesca Bruni perfettamente calata nel ruolo e Federica Giansanti che ha ben interpretato il difficile ruolo di Fiordiligi superando le insidie vocali del ruolo. Giulio Boschetti è stato un buon Guglielmo e Mario Alves, che ha sostituito Carlo Putelli ammalato, è stato bravo nella parte di Ferrando, riuscendo non solo a interpretare bene la parte vocale ma anche ad inserirsi ottimamente nella regia. L'attività di OperaInCanto è meritoria e anche eroica in questa strenua lotta per la difesa della cultura in Italia. Dimostra ancora una volta come la creatività, la professionalità e la competenza riescano la dove falliscono istituzioni dotate di maggiori mezzi. Ci auguriamo che questa associazione possa proseguire il suo pluriennale cammino che ci auguriamo sia in futuro meno gravoso e irto di difficoltà.