Supporta Gothic Network
Opera di Roma. Ménage en danse
A celebrare la prematura scomparsa del coreografo tedesco Uwe Scholz, la sua visione della danza viene a tradursi sui passi de Il rosso e il nero, che rappresenta il suo debutto assoluto a Roma. L'ultimo titolo della stagione 2023/24 della Fondazione Capitolina, si ispira all'omonimo romanzo storico di Stendhal ed è appena andato in scena in un nuovo allestimento del Teatro dell'Opera di Roma dal 26 ottobre fino al 2 novembre.
La coreografia di Uwe Scholz è stata ripresa da Giovanni Di Palma, mentre il nuovo allestimento è firmato da Ignasi Monreal per le scene, da Anna Biagiotti per i costumi e da Vinicio Cheli per le luci. Questo titolo arricchirà da quest'anno il repertorio della compagnia capitolina.
Il tragico romanzo di Stendhal (Henry Beyle), che ha come sottotitolo Cronique de 1830, è esattamente coevo dell'opera omonima di Berlioz, il quale stava componendo la Sinfonia Fantastica, Benvenuto Cellini, Roméo et Juliette et la Grande messe de morts: echi sono evidenti e li ha resi ben udibili il direttore Martin Georgiev, bulgaro-britannico, che è salito per la prima volta sul podio capitolino ed ha condotto l'Orchestra del Teatro Costanzi in modo efficace e trascinante.
Il collage musicale a firma Berlioz è pienamente romantico nonchè vario e comprende estratti da Le Corsaire, Les Troyens, Harold en Italie, Béatrice et Bénédict, Roméo et Juliette, Le Carnaval Romain, il Te Deum e la Symphonie Funèbre et Triomphale.
Protagonista della trama è il giovane, bel et damné, Jean Sorel, di umili origini e spinto dal padre ad accasarsi sposando una ricca giovane, in contrasto coi desideri del figlio, introverso e dedito alla lettura, però passionale, diviso tra l'amore per le donne e l'elevazione dello spirito.
Nelle parti centrali di Jean Sorel e delle sue due donne, la prima, Madame de Rénal, la seconda, la giovane Mathilde, si dividono la scena il primo ballerino Claudio Cocino; la prima ballerina Federica Maine (che nella serata del 31 ottobre scorso ha sotituito Alessandra Amato) e la solista Elena Bidini. Alle danze hanno partecipato anche gli Allievi della Scuola di Danza diretta da Eleonora Abbagnato.
La coreografia di Scholz (1958-2004) ha debuttato nel 1988 con il balletto all’Opera di Zurigo e si compone di tre atti in crescendo con due pas de deux a dipingere la natura passionale di Sorel con le sue due amanti principali. Sullo sfondo creato da Ignasi Monreal, un panorama di statue gigantiche a ricordare l'opera di Berlioz dedicata al grande scultore Benvenuto Cellini - messa in scena al Costanzi con la regia di Terry Gilliam nel 2016 - e gli interni di due boudoir. Il primo pas de deux tra Claudio Cocino e Federica Maine avviene nella camera di lei, nel ruolo di Madame de Rénal: particolarmente tormentata dall'attrazione per Julien ed il desiderio di non tradire il marito, alla fine cederà, sullo sfondo di una grande armadio nero, con una croce a ricordarle il suo atto di adulterio dopo il matrimonio in chiesa (nonché i figli). Bravi i due ballerini, però mancava di verve il roo sciogliersi e riprendersi; il talento ed il tormento risulteranno però nella scena finale, scoperti dalla cameriera Elise, la zampillante Eugenia Brezzi, anche quest'ultima innamorata di Julien.
Il secondo pas de deux avviene dopo la fuga di Julien in seminario, e la seguente conquista di un ruolo di segretario privato presso il marchese de La Mole. A casa di quest'ultimo conosce Mathilde, la giovane figlia, con cui intraprende una relazione votata al matrimonio. La scena in questo boudoir rutilante è appassionata, a dividerli una spada che passa dall'uno all'altro: da Julien a Mathilde, che la impiega sia per attrarlo sia per respingerlo e minacciarlo. I ruoli sono stati danzati con raffinato erotismo dalla coppia Claudio Cocino/Elena Bidini, particolarmente affiatati.
Una scena brillantemente riuscita, nel clamore delle luci dei lampadari discesi dall'alto a cura di Vinicio Cheli, è quella gruppale di danza, in cui notiamo una ricchezza cangiante sull'ebano di fondo, nei costumi disegnati da Anna Biagiotti.
Il terzo atto, dopo un episodio da grandeur française attraverso la sfilata dei cadetti al comando di Julien, si profila goticamente accesa, tra la lettera di accusa di Madame de Rénal, il colpo di pistola contro di lei di Julien e Madame Guillotine che fa la sua discesa sul palco per appropriarsi degli ultimi attimi di vita di Julien.
Un balletto riuscito e dalla caratura letteraria e musicale che va a dipingere una porzione di storia quanto uno degli apici del romanticismo francese, in musica ed in letteratura.
Forti applausi in un plauso condiviso per l'allestimento, l'Orchestra, il Maestro Georgiev e l'intero Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma.