Teatro Carlo Felice di Genova. Lucia di Lammermoor secondo la tradizione

Articolo di: 
Lorenzo Tozzi
Lucia di Lammermoor

Dopo la stimolante inaugurazione con le due contemporanee versioni, musicale e teatrale, rispettivamente di Benjamin Britten e di Henry James ed entrambe con la regia dell’onnipresente Davide Livermore, del Giro di vite (Turn of the screw), la stagione lirica del Teatro Carlo Felice di Genova, palcoscenico di gloriosa tradizione, prosegue come secondo titolo stagionale con un classico dell’opera romantica italiana come il dramma tragico in tre atti Lucia di Lammermoor di Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano da un romanzo di Walter Scott del 1819 (The Bride of Lammermoor).

Pur essendo solo la terza opera seria di Donizetti - dopo Anna Bolena (1830)  e Lucrezia Borgia (1833) – la Lucia, andata per la prima volta in scena al San Carlo di Napoli nel 1835, si dimostra romantica non solo nel drammatico plot, culminante in una  esemplare scena di pazzia, ma anche nell’ambientazione in esotico suolo scozzese. Come anche prettamente romantica è la dinamica dell’amore (di Lucia ed Edgardo) contrastato tenacemente dalle opposte fazioni familiari in decennale contrasto tra loro. Considerata da taluni come risposta al recente successo parigino de I Puritani del collega Bellini, l’opera abbandona gradatamente le volute belcantistiche per lasciare emergere musicalmente il dramma in un crescendo che desterà l’ammirazione di un melodrammaturgo autentico come Verdi, anch’egli sempre attento a conferire valore drammaturgico alle convenzioni operistiche (come dire dare una ragione teatrale e non solo musicale alle cabalette).

L’allestimento genovese, realizzato in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e con Bilbao, firmato registicamente da Lorenzo Mariani si mantiene nella tradizione in una saggia sobrietà senza strafare o stravolgere, conservando in una penombra piena di mistero gli emblemi del luogo (i kilt in tartan e le gonne a quadrettoni tipici della Scozia) mentre la asciutta scena tuttofare di Maurizio Balò si apre, grazie ad un grande finestrone, su una natura partecipe e presaga in cangiante video, ora amica, ora sempre più minacciosa e temporalesca in sintonia col precipitare del dramma. La lettura di Mariani è perfettamente in linea con l’addensarsi dell’ordito narrativo e si apprezza negli accenti dello spettacolare finale.
A difendere le sorti della straordinaria musica di Donizetti era un giovane ma già emergente direttore come Francesco Ivan Ciampa, attento ai colori contrastanti della rabbia e dell’amore, dell’odio e del sentimento in un cangiante crogiolo di umori.

Anche se ancora relativamente giovane il cast vocale si è distinto per adeguatezza ed impegno. In netto crescendo nel corso dell’opera il soprano armeno Nina Minasyan, efficace tragicienne nei panni di una fragile Lucia che esplode in una scena della pazzia esemplare e coinvolgente, laddove il dramma prende decisamente il sopravvento. Dotato di voce pastosa e intensa, il tenore peruviano Ivan Ayon Rivas nel ruolo pensato per Duprez  (l’impulsivo e passionale Edgardo) è stato applauditissimo nell’aria “Rispetta almen le ceneri”. Carismatico e rodato l’Enrico del baritono Franco Vassallo, apprezzabile l’impegno degli altri anche nel sestetto del secondo atto e nel concertato finale in conclusione di una scena di grande potenza drammatica. Calorosi applausi del pubblico hanno siglato un lusinghiero successo.       

Pubblicato in: 
GN32 Anno XVII 23 giugno 2025
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Carlo Felice di Genova
dal 15 al 24 novembre 2024
Lucia di Lammermoor
Dramma tragico in tre atti di Gaetano Donizetti, libretto di Salvatore Cammarano dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott

Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e l’ABAO-OLBE di Bilbao

Personaggi e interpreti

Enrico
Franco Vassallo
Lucia
Nina Minasyan
Edgardo
Iván Ayón Rivas
Arturo
Paolo Antognetti
Raimondo
Luca Tittoto
Alisa
Alena Sautier
Normanno
Manuel Pierattelli

Maestro concertatore e direttore
Francesco Ivan Ciampa
Regia
Lorenzo Mariani
Scene
Maurizio Balò
Costumi
Silvia Aymonino
Luci
Marco Filibeck
Video
Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii

Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del coro Claudio Marino Moretti