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Torino Teatro Stabile. La voix humaine inaugura con il doppio secondo Cocteau
La nuova edizione di Prospettiva 2 Le dinamiche del doppio in corso dal 15 ottobre al 14 novembre 2010 si svolgerà in alcuni tra i più importanti teatri torinesi. Questo secondo progetto, ideato da Mario Martone e Fabrizio Arcuri, ha come tema di fondo la complessità e la bellezza del doppio inteso sia come contrapposizione che come miscela alternata di opposti, sempre più simili tra loro. Sabato 16 ottobre 2010 al Teatro Gobetti di Torino ha debuttato in prima nazionale lo spettacolo La voix humaine di Jean Cocteau.
Per questa occasione il monologo, scritto originariamente da Jean Cocteau ed in seguito ripreso e tradotto in musica da Francis Poulenc, è stato magistralmente diretto dall’olandese Ivo van Hove. Il regista, talento indiscusso dell’attuale scena europea, ha esordito per la prima volta in Italia proprio con questa rappresentazione teatrale.
La voce umana di primo acchito può rievocare anche il ricordo dell’omonimo film di Roberto Rossellini con Anna Magnani, un classico del genere. Lo spettacolo racconta la storia di una coppia al termine della propria relazione. La trama della vicenda si sviluppa interamente durante l’ultima e sofferta telefonata tra i due, una conversazione “conclusiva” prima del grande addio.
L’unica voce di cui si sentirà però il suono sul palco sarà quella della protagonista (unica interprete in scena) mentre la parte del partner è totalmente assente e risucchiata dalla prima. L’attrice scelta per questo monologo tutt’altro che semplice è Halina Reijn già celebre per Black Book (Paul Veroheven, 2006) e Operazione Valchiria (Brian Synger, 2008).
Saranno le sue parole ma soprattutto i suoi silenzi a far intuire al pubblico anche i toni e le emozioni dall’altra parte della cornetta. Indifferenza, rabbia, tristezza e dolore saranno passi inevitabili che la ragazza dovrà compiere per dirigersi verso l’accettazione di quella situazione da lei così lontana.
Sul bianco e sterile palcoscenico allestito per l’evento si potranno veder fluttuare, liberi senza freni inibitori, i sentimenti e gli stati d’animo scaturiti dal discorso telefonico così come in una gigantesca palla di vetro innevata artificialmente.
Ma La voix humaine può essere vissuta anche come l’esemplificazione di un concetto più globale che riguarda le persone in generale: la paura della solitudine insita in ognuno di noi, il terrore che riattaccando la cornetta si possano troncare in un attimo i rapporti con il mondo che ci circonda.