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La trama fenicia. La nuova città-stato di Korda
Che dire di un film di Wes Anderson che si intitola La trama fenicia (The Phoenician Scheme), con star del calibro di Benicio del Toro come protagonista attorniato dalla figlia 25enne di Kate Winslet, la occhioverdina Mia Threapleton e Michael Cera come suo tutore? Arzigogolatissimo e pieno di gag, la pellicola è un sestuplo viaggio (scampato alla morte) in aereo da parte del magnate Zsa-zsa Korda, alla conquista di "un nuovo regno" in Medio Oriente. Avrà un aggancio simbolico con la realtà? Domanda retorica.
Certo, la prima cosa che ci si domanda è: perchè vengono tirati in ballo i Fenici e la Fenicia? Perlomeno è ciò che mi sono chiesta io dopo aver seguito un film rocambolesco, grottesco, una vera "matassa" di battute che però non sciolgono minimamente il senso di questo simbolismo a sesto acuto, con una serie di attori star come Tom Hanks, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Bill Murray e molti altri. Chiaramente, alcuni sono solo dei cameo, ma altri, come BIll Murray, hanno il ruolo non secondario di "Altissimo", potremmo dire, come i Fenici, El.
I Fenici sono semiti, e hanno costruito città-stato come Tiro e Sidone, le più conosciute: insediatisi intorno al XII secolo a.C. nella zona della costa del Mediterraneo orientale, che oggi corrisponde al Libano, Siria, Israele e Palestina. Chiamati anche cananei, come abitanti della terra di Canaan, i Fenici erano abili marinai e mercanti e in Italia fondarono la città di Palermo ed altre in Sicilia. Non è dato sapere lo spunto di collegamento tra l'"ordito" del magnate e mafioso Korda (evidentemente di origini ungheresi, come il regista Alexander Korda, celebre per Le sei mogli di Enrico VIII nel 1933 o Il ladro di Baghdad del 1941): è certo che la "mappa" presentata dall'impresario e costruttore è di sicuro "quasi del tutto" corrispondente con nientedimeno che "La Grande Israele" geopolitica di stampo sionista e promossa da Lord Arthur James Balfour, primo ministro del Regno Unito dal 1902 al 1905 e poi ministro degli Esteri, noto per la sua "Dichiarazione Balfour" del 2 novembre 1917, una lettera che assicurava al leader sionista Lord Rotschild la creazione dello Stato d'Israele in Palestina.
Film supremo per simbolismo, massonico, egizio, rimandi alla guerra fredda, e un complotto per assassinare Korda da parte del consiglio di Stato americano nel 1949, ricorda anche i toni del Dottor Stranamore di Stanley Kubrick, da rivedere con gioia in questo periodo denso di invettive e slancio verso una "probabile o possibile" terza guerra mondiale; il richiamo alla difesa e alla sicurezza all'ennesima potenza da parte dei potentati europei a gran voce, quasi un libello di acclamazione. Chiaramente anche noi siamo ironici.
In tutto questo gran baillame, Anderson ha costruito un film godibile però esasperato per velocità e battute al vetriolo: nel senso, magari meno numerose però piu' comprensibili nel novero della visione unitaria di questo grande piano per costruire, attraverso il materiale delle sei scatole presentate alla figlia Liesl (interpretata magistralmemnte da Mia Threapleton) - che ci ricorda la famosa Liesl Karlstadt, attrice tedesca raffigurata in una divertente statua a Monaco di Baviera - un progetto che include hotel, strutture varie di approvvigionamento, confini, un sistema idrico, etc., una sorta di nuova città-stato, direbbero i nostri amici Fenici.
Magnifica la colonna sonora a cura di Alexandre Desplat che include brani da Igor Stravinskij, da Petrushka: in particolare, la scena di apertura del Carnevale risuona più volte in chiusura del film; come anche un estratto dal ben riconoscibile Uccello di fuoco dello stesso compositore russo (all'inizio del film); poi ancora la Promenade e Baba Yaga di Musorgskij da Quadri da un'esposizione.