La prossima mostra di Edvard Munch, intitolata "Munch. Il grido interiore", sarà ospitata a settembre a Palazzo Reale di Milano e a gennaio 2025 a Palazzo Bonaparte di Roma. Organizzata da Arthemisia e promossa dal Comune di Milano Cultura, la mostra presenterà oltre cento opere, inclusi dipinti, taccuini, fotografie e filmati, provenienti dal Museo Munch di Oslo. La prsentazione è avvenuta presso la Residenza dell'Ambasciatore di Norvegia, Johan Vibe, in una lussureggiante villa nei pressi di Caracalla.
A 40 anni dall’ultima mostra milanese e a 10 da quella romana, - come ha ricordato Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura presso il Comune di Milano - l’Italia si prepara ad accogliere nuovamente Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944). Il titolo eloquente della mostra riflette l'intento di esplorare non solo l'aspetto artistico ma anche quello personale dell'artista norvegese. L'esposizione sarà suddivisa in dieci sezioni e offrirà un viaggio nell'immaginario di Munch, mettendo in evidenza la sua capacità di trasmettere emozioni attraverso l'uso audace del colore. In particolare, verrà esaminato il rapporto tra l'arte di Munch e le sue esperienze personali, tra cui le relazioni con familiari, donne e amici.
La mostra intende sottolineare il ruolo di Munch come innovatore nell'arte europea del XIX secolo, con particolare attenzione al suo contributo nell'esplorare le emozioni umane e nel rompere le convenzioni artistiche tradizionali. Sarà anche esaminato il legame dell'artista con l'Italia e il suo interesse per i maestri rinascimentali.
Attraverso le opere esposte e le diverse sezioni tematiche, la mostra mira a offrire al pubblico una visione completa dell'evoluzione artistica e personale di Edvard Munch, mettendo in luce la sua ricerca delle emozioni e il valore attribuito alla memoria e al mondo interiore.
La mostra è stata costruita con l'esperta Patricia G. Berman, e con il grandissimo contributo della direttrice del Museo Munch di Oslo, Tone Hansen, che interviene così in conferenza:
"Sono trascorsi 10 anni dalla mostra precedente e questa mostra contempla l'intera produzione di Edvard Munch, precognitivo artista della percezione interiore, che ha messo in discussione l'oggettività della vista, cablando nelle sue opere psicologia e psicanalisi."
Hansen cita Munch, che nel 1928, asseriva: "Quando ritraggo la natura ed i suoi doni, dipingo ciò che solo "io" vi vedo", come dire, anche in contrasto con la realtà descrittiva e figurativa.Ed in queste 100 opere, un numero massiccio per una mostra che "grida" quella Melancolia romantica che ritroviamo in Albrecht Dürer, conferendole sostanza con i colori accesi del rosso e del verde, emblemi chiari della rabbia celata a malapena dai corpi muti e fissi; oppure dai freddi eppure calmi blu e bianchi, provenienti dai panorami di gelo e neve, che si offuscano nella vasca con La morte di Marat e si accendono con le Fanciulle sul ponte. Due visioni quasi opposte si comprimono nei dipinti che scorrono e ne dà pieno conto Costantino D'Orazio, storico dell'arte, che ci incuriosisce raccontandoci delle "Bagnanti" di Munch, però al maschile.
Con trepidazione festeggeremo insieme a Jole Siena di Arthemisia, questo anniversario per Munch e per la casa d'arte che pubblica cataloghi ricchissimi e organizza esposizioni di elevato calibro come questa, nel 25° anniversario, dopo aver inaugurato la sua prima mostra in assoluto a Palazzo Reale a Milano.