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Buenos Aires. Celebrazioni al Teatro Colón
Il 2025 è un anno significativo per il Teatro Colón di Buenos Aires, uno dei teatri più famosi del mondo. Si celebra infatti il centenario della creazione dei suoi elenchi stabili: Orchesta, Coro e Balletto. Ed è in questa stagione celebrativa che il direttore artistico del Balletto, Julio Bocca, per aprile, ha scelto Carmen come titolo di punta: il balletto basato sull’opera omonima che tutti conosciamo, e che quest’anno compie 150 anni dalla prima rappresentazione.
Creata per un cast corale compatto, la Carmen della coreografa Marcia Haydée porta la danza in primo piano, con una messa in scena basata su un concetto minimale. Da sempre associata alla Spagna, questa Carmen si svolge comunque in un’ambientazione neutra e senza tempo. La narrazione, veloce e incalzante, è perfettamente chiara e tuttavia si può dire che benefici della conoscenza pregressa del pubblico dell’opera stessa di Carmen.
Il favoloso spirito libero della protagonista, vede Carmen allontanarsi furtivamente con l’agente Zúñiga, divertirsi in modo esuberante con l’erotico Torero e sedurre diabolicamente l’agente Don José. Respinto senza scrupoli, José sprofonda in una spirale di gelosia e rabbia omicida, che porta alla tragedia finale.
Il linguaggio amoroso coreografato di Carmen e del Torero Escamillo è basato su un giocoso e passionale desiderio. Con il Torero Carmen sarebbe stata chiaramente felice, se non fosse per la febbrile ricerca di Don José. Come nell’opera, la storia si conclude con l'insensato tragico omicidio di Carmen, che lascia Don José meritatamente vuoto e distrutto.
Le musica, rigorosamente dal vivo, è un chiaro punto di forza, e la Maestra Zoe Zeniodi riesce a far emergere con sapienza la passione ardente insita nella partitura. Una menzione speciale va al favoloso contributo del generoso gruppo di percussionisti.
Il costumista e coreografo cileno Pablo Núñez ha proposto linee eleganti con qualche tocco di folklore andino, che mettono in risalto gli angoli netti e definiti della coreografia della Haydée. L’abito di Carmen è, ovviamente, rosso fuoco. Assecondando la visione della coreografa per le oscure sfumature in gioco, Núñez grazie a pochi ingegnosi elementi ha creato atmosfere cupe e allo stesso tempo potentemente poetiche.
Rivestendo in forma memorabile il suo ruolo da protagonista, l’argentina Ayelén Sanchez fa scintille, dirigendo anche un corpo di ballerine in emozionanti coreografie sincronizzate. La Sanchez si trasforma con disinvoltura da una fiamma ardente a una bambola giocosa, catturando l’attenzione del pubblico in ogni momento della sua performance.
Facundo Luqui porta José in un viaggio sfrenato, iniziando come un integerrimo ufficiale, trasformandosi poi in un amante consenziente, per poi finire come persecutore incallito. L’intera fisicità di Luqui irradia una gioia scintillante, la cui perdita è profondamente avvertita.
Alan Pereyra esalta il ruolo principale di Torero, con una performance emozionante che elettrizza il palco e lascia il pubblico con la voglia di un bis.
Un titolo, Carmen, che si ripete sovente, ma che ci regala ancora molte emozioni grazie alle sorprendenti novità di un cast e un’équipe d’eccezione.