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Casa Russa con Avos Project. Anniversario della Vittoria dedicato a Shostakovich
Martedì 13 maggio, presso la Casa Russa a Roma, si è tenuto il terzo appuntamento musicale dedicato a Dmitri Shostakovich, frutto della collaborazione con la Scuola Internazionale di Musica “Avos Project”. I giovani talenti italiani Fulvio Nicolosi (pianoforte), Elisabetta Furio (pianoforte), Filippo Boldrini (violoncello) e Giuseppe Ottaviani (pianoforte) hanno eseguito un programma che ha accostato le opere di Dmitri Shostakovich a quelle di Aleksandr Scriabin e Sergei Prokofiev.
Nell'ottantesimo anniversario della Vittoria, la Casa Russa a Roma ha voluto includere significativamente le composizioni di Dmitri Shostakovich nel suo programma culturale. Il grande compositore e musicista, figura di spicco nell'arte sovietica, ha lasciato un'impronta indelebile sullo sviluppo della musica classica mondiale del XX secolo, tanto da essere annoverato tra i quaranta musicisti più eseguiti al mondo grazie alla profondità unica delle sue opere.
La presentazione del concerto ha messo in luce le diverse epoche in cui i brani sono stati concepiti, evidenziando la trasformazione dell'esigenza sonora e del modo di scrivere tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo. Si è partiti dai brani di Scriabin, composti negli ultimi anni del 1800, con i preludi del 1895 e la fantasia del 1900, per poi passare alla sonata di Prokofiev, scritta durante il periodo bellico tra il 1939 e il 1942, e infine alla sonata di Shostakovich del 1934.
Riguardo a Scriabin, è stato sottolineato come nella sua prima fase compositiva si possa ancora notare l'influenza del pianismo romantico di Chopin e di stilemi tardoromantici nella scrittura polifonica per pianoforte. I preludi sono stati descritti come brevi quadretti dalle tinte strumentali tipicamente romantiche, mentre nella fantasia si percepisce un cromatismo più accentuato nella polifonia. Un aneddoto curioso ha illustrato l'evoluzione stilistica di Scriabin, tanto che, anni dopo aver composto la fantasia, pare non l'avesse riconosciuta durante un'esecuzione. Se si confronta questa prima fase con le opere del suo ultimo periodo, si nota una differenza incredibile.
Il pianismo di Prokofiev è stato definito da Majerbowski come «uno schiaffo in faccia all'uso del ritmo artistico», segnando un passaggio a un modo completamente diverso di trattare il pianoforte, che diviene uno strumento atto a riprodurre sensazioni sonore, in linea con molta musica del Novecento. L'espressività del singolo suono assume un ruolo centrale, come accade spesso nelle colonne sonore cinematografiche, genere in cui Prokofiev stesso si è cimentato. La Settima Sonata fa parte del trittico delle "sonate di guerra", dove l'aspetto strumentale è portato al centro per esprimere l'aggressività e le sensazioni del conflitto. I movimenti della sonata, "Allegro inquieto", "Andante caloroso" e "Precipitato", evocano chiaramente scene di guerra, lamenti e un clima feroce, con il tema iniziale del terzo movimento che sembra quasi una marcia funebre. Il celebre "Precipitato" iniziale è caratterizzato da due note di contrabbasso che si ripetono ossessivamente, quasi come cannoni.
Infine, è stata presentata la sonata di Shostakovich per violoncello e pianoforte, evidenziando come il violoncello, strumento tipicamente cantabile, in questa composizione dialoghi in modo particolare con il pianoforte. Sebbene all'inizio proponga un tema melodico, ogni volta che il violoncello tende a esprimere serenità, il pianoforte interviene dal basso, trasformando l'espressività del violoncello. Nel primo movimento si percepisce una dicotomia tra il tentativo del violoncello di cantare e il pianoforte che lo "disturba", costringendolo a mutare il suo suono. Il secondo movimento ritorna a un'atmosfera dura e aggressiva, ma con un sottile erotismo, quasi una danza macabra. Il terzo movimento è stato descritto come una pagina incredibilmente carica di tensione e disperazione, mentre l'ultimo movimento ritorna al grottesco e al macabro, con una danza di spiriti maligni che culmina in una scarica incredibile del pianoforte, per poi chiudere con un atteggiamento quasi eroico.
Il programma del concerto è stato quindi presentato come intenso e suddiviso in tre momenti musicali, con le sonate come primo intervento, seguite dai brani unici di Scriabin e Prokofiev.
Gli artisti che si sono esibiti erano tutti allievi della Scuola Internazionale di Musica “Avos Project”: Fulvio Nicolosi per Scriabin, Elisabetta Furio per la Settima Sonata di Prokofiev e il duo composto da Filippo Boldrini e Giuseppe Ottaviani per la sonata di Shostakovich.