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Scomode verità. Piccolo quadretto crudele di famiglia
Mike Leigh di nuovo alla regia è alle prese con un dramma tra solitudine e problemi caratteriali: la storia racchiusa in Scomode verità (Hard Truths), è lineare quanto attuale. Due sorelle, Pansy e Chantelle, hanno un carattere opposto: la prima, interpretata da Marianne Jean-Baptiste, è scontrosa e divisiva; la seconda, Chantelle, il cui ruolo è rivestito da Michele Austin, è tollerante e accogliente.
Il quadretto famigliare di Pansy, è ultimato dal marito di Pansy, che si chiama Curtley, un tranquillo idraulico, e dal figlio Moses, obeso e senza lavoro. Chantelle, che fa la parrucchiera, ha due figlie vivaci ed allegre come lei, Kayla ed Aisha, con cui spesso si diverte a chiacchierare stemperando la giornata con la socialità di una casa confortevole sebbene piccola.
Pansy ha una grande casa in periferia della City di Londra, molto vuota ed ossessivamente lucidata e messa in ordine: quest'ultima fobia fa il paio con quella del controllo su marito e figlio soprattutto, che gironzola per il quartiere ed è preda di bulli e piccoli rapinatori.
Nel film il conflitto principale tra le due sorelle è generato dalla convinzione di Pansy di non essere stata amata dalla madre, morta anni prima ed amata da entrambe, sebbene Pansy rivela di aver avuto una relazione conflittuale con lei. Chantelle cerca di consolarla e di farle acquisire la realtà degli affetti, ovvero che la madre amava entrambe e che forse il suo tormento ed insoddisfazione per la vita abbia altre origini. Viene così indagato il rapporto con il marito, che Pansy ha sposato per costruire una realtà accettabile e non per vero amore. Di qui, anche la sua relazione insofferente col figlio.
Fondamentalmente Pansy sembra, a prima vista, una disadattata depressa che ce l'ha col mondo e lo accusa di non averle dato ciò che meritava: una sorta di comportamento infantile che rimprovera la realtà di non essereadeguata a lei senza capire che è lei piuttosto a doversi adeguare, con dei compromessi, alla realtà, possibilmente con uno sguardo tollerante e piu' oggettivo, come quello di Chantelle.
Un film scomodo, quanto la verità, per molti, di essersi creati un "io ideale" che nulla ha a che fare o ben poco, con ciò che si è, generando tormenti e disaccordi, ed innumerevoli e scomode verità.