Schmitt. Ovvero la religione umana

Articolo di: 
Livia Bidoli
Schmitt. Il Vangelo secondo Pilato

Al Valle fino al 14 dicembre, Il Vangelo secondo Pilato, un’inchiesta su Gesù quella di Pilato secondo il verbo di Eric-Emmanuel Schmitt. Un’indagine sulle origini di una religione come creazione umana e la cui fede è, nelle parole dello stesso Pilato, incomprensibile.

La dichiarazione d’amore universale di Gesù risuona attraverso la voce di Glauco Mauri che lo impersona nei primi 50 minuti della pièce come il racconto di un uomo ad altri uomini. Un uomo che dubita, un filosofo della fede come fiducia in sé stessi prima di tutto. Ed è così che suonano i suoi percorsi all’interno ed all’esterno da sé, come quello del suo amore per Rebecca, che rifiuta perché “e fu allora che mi accorsi che la nostra felicità significava egoismo per gli altri”. Egoismo come sperpero di beni materiali ed emotivi, come tenere per sé i doni che si possono elargire a tutti. Un peccato di stampo individualistico, di marca postmoderna ed oggi completamente emancipato.

Eric-Emmanuel Schimitt, autore dell’opera, è nato nel 1960 ed ha all’attivo ben dodici opere teatrali e due film, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, presentato a Venezia nel 2003 e Lezioni di felicità (sottotitolo Odette Toulemonde), i due lungometraggi che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico, sebbene sia il teatro ad essere il veicolo prediletto dalla sua scrittura.

La seconda parte della rappresentazione è dedicata all’analisi dei fatti da parte di Pilato, Roberto Sturno, con Marco Bianchi nella parte di Sesto, lo scrivano del prefetto di Roma. La resurrezione di Gesù, come spiegarla si chiede Pilato ed è intorno a quest’enigma che ruota il dirimersi della trama di Pilato e la sua dubbiosa soluzione. Pilato si chiede come spiegare fisiologicamente la non-morte di Gesù. Ed il racconto della flagellazione, della camminata al Calvario, della Crocifissione e della probabilità oltreché delle modalità di morte di Gesù, gettano nello sconforto per la precisione nel dettaglio. Pilato è però alla ricerca di una spiegazione e soltanto di fronte alla testimonianza della moglie Claudia fermerà la sua indagine, dichiarando l’incomprensibile potenza del mistero della fede. In questo modo affermando intrinsecamente la sua nello stesso amore che prova per la moglie Claudia, analogo a quello di Cristo devoluto all’umanità intera.

La Compagnia Mauri-Sturno, da decenni in splendido affiatamento sul palco, offre una lettura precisa del testo e coinvolgente, attraverso la capacità introduttiva di Glauco Mauri nella parte di Gesù, che esplicita con dolcezza il suo mandato sulla terra come figlio di Dio e degli uomini. Quasi un Gandhi ante-litteram. Roberto Sturno, è un Pilato avvincente e concreto dalle sfaccettature emotive, coerente con i suoi motivi interiori, che costruiscono un personaggio tormentato eppure risolutivo. Sesto lo scrivano, intepretato da Marco Bianchi, ci fa osservare come poteva essere invece recepito massivamente il personaggio Gesù, uno stregone che diffondeva idee balzane, e che gli stessi astrologi di quel tempo leggevano al contrario come profeta.

Per approfondire il tema il libro di Augias e Cacitti uscito quest’anno per Mondadori L’inchiesta sul Cristianesimo. Come si costruisce una religione.

Pubblicato in: 
GN2/ 18 novembre 2 dicembre 2008
Scheda
Autore: 
Eric-Emmanuel Schmitt
Titolo completo: 

Il Vangelo secondo Pilato. Teatro Valle dal 25 novembre al 14 dicembre. Compagnia Mauri Sturno: Glauco Mauri e Roberto Sturno con Marco Bianchi. Traduzione di Stefania Micheli; scene di Mauro Carosi; costumi di Odette Nicoletti; musiche di Germano Mazzocchetti; adattamento e regia di Glauco Mauri.

Anno: 
2008
Voto: 
6.5
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