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70° Sagra Musicale Umbra. Il canto dell'anima
L'appuntamento del viaggio nel canto dell'anima sabato 12 settembre si è svolto nel pomeriggio al Museo di Santa Croce di Umbertide, protagonista ancora la musica barocca con Vivaldi e Bach, tra loro un intenso brano di Akira Nishimura, celebre compositore giapponese. Ne sono stati interpreti , l’Orchestra da Camera di Perugia, il soprano Elizaveta Martirosyan e il mezzosoprano Kremena Dilcheva diretti da Alberto Batisti e il flauto solista di Mario Ancillotti.
Ancora il testo di due salmi, si è iniziato con il Laudate pueri Dominum (Salmo 112) per soprano, archi e continuo di Antonio Vivaldi, composto tra 1716-1717, mentre svolgeva il suo incarico di maestro di coro all’Ospedale della Pietà, uno dei quattro orfanotrofi della città lagunare. Il vanto dell'istituzione in quell'epoca erano le Putte di coro, ragazze musiciste e cantanti che erano famose per la loro bravura ed erano una delle attrazioni veneziane. Per loro fu scritto il Laudate pueri Dominum, una complessa pagina vivaldiana che unisce al solido impianto armonico una grande varietà espressiva nel canto, come nel dialogo fra il violino obbligato e il soprano e nella conclusione con il brillante e virtuosistico contrappunto dell'Amen.
L’Adagio, in memory of Wolfgang Schulz, di Akira Nishimura è stato dedicato dal compositore all'amico, straordinario flauto solista dei Wiener Philharmoniker, morto prematuramente in seguito ad una dolorosa malattia. La musica tesa e dolente evoca tutto il percorso del dramma fino all'estinguersi del soffio vitale; ne ha dato una memorabile interpretazione Mario Ancillotti accompagnato dagli archi dell'Orchestra da Camera di Perugia.
Ha concluso il programma Bach con Tilge, Höchster, meine Sünden (Cancella Altissimo i miei peccati, Salmo 51) BWV 1083, “parodia” dello Stabat Mater di Pergolesi. Lo Stabat Mater fu composto nel 1736 da un ventiseienne Pergolesi poco prima di morire, la composizione ebbe un successo enorme insieme alla Serva padrona, perché furono presi come modelli ideali di un nuovo stile di canto, ed ebbero come entusiasta sostenitore il filosofo Rousseau che definì" il duetto dello Stabat il più bello mai scritto da un compositore".
Lo Stabat mater è una sequenza attribuita a Jacopone da Todi, di profonda intensità drammatica che Pergolesi rese con uno scarno impiego di mezzi, solo tre parti reali, i violini divisi raddoppiano le voci e la viola raddoppia il basso all'ottava. La musica è cupa e tragica e mette in evidenza le voci alla cui potenza espressiva è affidata la resa del testo. Il successo del brano fece sì che anche Bach venne in possesso della partitra, evidentemente la apprezzò e ne realizzò una “parodia” intitolandola mottetto, la cui partitura è stata rinvenuta solo a metà del '900.
Il problema era il testo che, essendo legato al culto mariano, non poteva essere utilizzato nei paesi luterani. Bach allora utilizzò la traduzione tedesca di Lutero del Salmo 51 ( il Miserere) che meglio si adattava alla vocalità originale. Bach intervenne sulla struttura musicale in cui infuse la sua arte nel contrappunto, riscrisse la parte della viola come una parte reale indipendente, ampliò l'organico a 4 violini, 2 soli e 2 di ripieno, viola, violoncello, violone e continuo. Inoltre invertì l'ordine dei due brani finali prima dell'Amen. La musica ha tempi meno lenti rendendo l'atmosfera sonora meno cupa e tragica e più aderente alla visione luterana volta alla speranza della misericordia divina.
Il soprano Elizaveta Martirosyan ha una voce intensa e morbida nel dispiegarsi della melodia, agile e luminosa nei virtuosismi, è così stata interprete ideale di entrambe le composizioni. Kremena Dilcheva, ha una voce da contralto bronzea e profonda che sembra fatta apposta per la composizione di Bach. L'Orchestra da Camera di Perugia è un ensemble di ottimi musicisti, che hanno assecondato le intenzioni del direttore, ricordiamo il bravo Paolo Franceschini, violino di spalla, nel dialogo vivaldiano con il soprano per il suono vellutato e luminoso del suo strumento. La vigorosa direzione di Albero Batisti è stata puntuale e attenta ad evidenziare tutte le preziosità della due partiture. Il folto pubblico presente ha applaudito con calore e a lungo tutti gli interpreti.
La sera dello stesso giorno la suggestiva chiesa templare di San Bevignate a Perugia ha accoltoil concerto Voci sacre - Tre fedi, un solo Dio, Patrizia Bovi, Fadia Tomb El-Hage e Françoise Atlan hanno dato voce all'antica tradizione vocale delle tre religioni monoteiste. Al misticismo dei canti sufi è stata accostata Hildegard von Bingen, sono risuonati i canti dei cristiani maroniti accanto a quelli, tratti dal Cantico dei Cantici o dai repertori regionali della tradizione ebraica sefardita degli ebrei in fuga dalla Spagna nel 1492. Sono stati proposti conducti e mottetti del Codice Las Huelgas del XIII secolo e canti della tradizione orale. Non poteva essere scelto un luogo più adatto per rievocare quelle epoche lontane, le fascinose voci delle interpreti, soliste o insieme, con i bravi musicisti che le hanno accompagnato, sono echeggiate creando un'atmosfera onirica che ha coinvolto il numeroso pubblico che gremiva la chiesa.