Accademia Filarmonica Romana. La raffinata Façade di Walton

Articolo di: 
Daniela Puggioni
 Façade foto di insieme di Max Pucciariello

La Stagione dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina è stata inaugurata lo scorso 9 novembre, in occasione dei cento anni dalla prima rappresentazione, da Façade, una composizione con poesie di Edith Sitwell messe in musica da William Walton; una scelta che ha incontrato il caldo favore del numeroso pubblico che affollava il teatro e ha lungamente applaudito tutti gli interpreti. L’esecuzione di Façade è stata preceduta dalla prima assoluta di Rilúcere di Pasquale Punzo, su commissione dell’Accademia Filarmonica Romana.

La composizione è stata così descritta da Pasquale Punzo:”…condivide con esso (Façade) molto di più dello stesso organico (a eccezione della voce recitante). Il materiale figurale utilizzato, infatti è derivato da alcuni dei ventuno brani che compongono il melologo (…) come le frequenze iniziali, derivate dall’inciso della tromba che inaugura la Fanfare e così procedendo per altre successive sezioni provando a tessere un legame unico e continuo all’interno della intera arcata formale, che vuole così contrapporsi, ma allo stesso tempo affiancarsi, alla discontinuità dei ventuno testi poetici di Edith Sitwell che, invece, non sono accumunati da un filo o una linea comune.” Il titolo, Rilúcere, come sottolineato dal compositore, allude alle qualità timbriche degli strumenti a fiato che predominano nella composizione.

I Sitwell, ricchi e aristocratici, amanti delle arti, anticonformisti e eccentrici collaborarono insieme alla messa in scena di Façade: Edith (1887-1964), la maggiore, autrice delle poesie, e suoi due fratelli Osbert (1892-1969), che ebbe l’idea dei tagli nel sipario, dipinto da Frank Dobson, e Sacheverell (1897-1988), il più giovane, che propose il Sengerphone, una specie di megafono dal nome dell’inventore, con cui da dietro il sipario declamare le poesie. Sacheverell conobbe a Oxford William Walton (1902-1983) e lo segnalò come artista geniale a Edith e Osbert. Nel 1917 dopo il diploma, Walton fu accolto dai Sitwell nella loro casa londinese dove rimase per diciassette anni. A lui ventenne fu affidato il compito di mettere in musica le poesie, in uno spettacolo concepito come una fusione tra poesia, musica, teatro e arti visive.

Il nome nasce da un giudizio negativo dato su la poesia di Edith da un pittore: “Molto intelligente senza dubbio ma cos’altro è se non una façade!”  Le poesie di Edith Sitwell non sono facilmente classificabili, Oreste Bossini, che ha redatto il programma di sala le definisce né assimilabili al Dadaismo né nella corrente surrealista né a alla nonsense poetry di Edward Lear anche se evocano per alcuni aspetti i limerick. Le poesie non hanno un filo conduttore ma affrontano diversi temi con ironia apparentemente lieve, soave, ma corrosiva che, seguendo le orme di Oscar Wilde, ridicolizza molti degli insegnamenti e delle abitudini della rigida e soffocante educazione dell’epoca vittoriana, che aveva ricevuto. Inoltre, e questo era l’aspetto scandaloso per l’ambiente in cui era cresciuta, alludevano palesemente immagini e situazioni erotiche.

Façade fu creata per un piccolo ensemble di sei strumenti in cui prevalgono gli strumenti a fiato: flauto, clarinetto, tromba e sassofono a cui si aggiungono percussioni e violoncello. Façade si apre già ironicamente con Fanfare, un brano strumentale introduttivo che ha un tono da imbonitore circense che ridicolizza l’allusione militaresca. La parte musicale è composita, dalla musica popolare al jazz alle canzoni in voga, e dipinge perfettamente i diversi testi lasciando libera l’interpretazione anche cantata di alcune parti dei brani.

La composizione ebbe successo e fu richiesta per realizzare balletti, così fu per Frederick Ashton che volle ricavarne una coreografia nel1931, ma Edith Sitwell non acconsentì all’uso delle poesie. Walton realizzò allora due Suite per orchestra, una nel 1926 e una nel1938, la partitura fu pubblicata nel 1951, poi nel 1977 Walton pubblicò Façade revived con otto poesie rimaste fuori dall’edizione del 1951 e nel 1979 Façade II una nuova e definitiva versione.

Lo spirito ironico, sarcastico e giocoso di Façade è stato interpretato con arguzia briosa e brillate da Claudio “Greg” Gregori, che ha curato il progetto e l’allestimento scenico e insieme a Carlotta Proietti ne è stato interprete. L’allestimento scenico è stato realizzato con la proiezioni di immagini create da Gregori, immagini eterogenee quanto i testi, colorate e divertenti, ispirate a diverse forme, espressive: dalla pittura alle inserzioni pubblicitarie, dai fumetti, anche degli anni ‘30/’40 del secolo scorso ai cartoon tra cui allusioni esilaranti a quelli di Bruno Bozzetto, sagacemente abbinati al testo. Bravi i sei musicisti del Syntax Ensemble, che hanno ben risposto alle indicazione del direttore Pasquale Corrado, eccellenti nella resa di timbri e ritmi e in riuscita sintonia con le intenzioni interpretative di Claudio Gregori. Gregori è stato un interprete eccellente e soavemente scanzonato con il dovuto distacco “britannico”, insieme a una altrettanto efficace Carlotta Proietti, briosa e ironica, perfettamente calata nell’atmosfera di Façade. Lunghi e festosi applausi del pubblico divertito hanno salutato la conclusione dello spettacolo.

Pubblicato in: 
GN3 Anno XVI 17 novembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Filarmonica Romana

FAÇADE di WILLIAM WALTON
In occasione dei cento anni dalla prima rappresentazione

TEATRO ARGENTINA
Giovedì 9 novembre 2023 ore: 21:00

Pasquale Corrado, direttore
Syntax Ensemble,
Maruta Staravoitava   flauto
Marco Ignoti   clarinetto
Mario Marzi   sassofono
Giorgio Distante   tromba
Dario Savron   percussioni
Fernando Caida Greco   violoncello

Claudio "Greg" Gregori, voce recitante
Carlotta Proietti, voce recitante
Musiche di Walton e Punzo

Pasquale Punzo (1987)
Rilùcere per sei strumenti
Commissione dell’Accademia Filarmonica Romana

William Walton (1902-1983)
Façade (an entertainment) (1922)
per voce recitante ed ensemble *
Poesie di Edith Sitwell (1887-1964)
(edizione del 1951)
Prima rappresentazione: Londra Aeloian Hall 12 giugno 1923  
* in occasione del centenario della prima esecuzione

Cura del progetto e allestimento scenico
Claudio “Greg” Gregori

Pianisti accompagnatori Fabio Fornaciari, Toomas Kaldaru

In collaborazione con la Fondazione Walton di Ischia