Alla IUC il Quartetto di Cremona esplora Schubert

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Il Quartetto di Cremona in Aula Magna

Il Quartetto di Cremona è un ensemble prediletto dal pubblico della IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti, che ha accolto con grande entusiasmo il suo ritorno in Aula Magna lo scorso 18 gennaio.  In questa occasione ha presentato una nuova intrigante proposta, Esplorando Schubert, dedicato agli ultimi quartetti composti dal giovane compositore morto prematuramente. Il concerto a cui abbiamo assistito è la prima parte di questo percorso, la seconda sarà proposta nella prossima stagione.

All’inizio del concerto, Cristiano Gualco, usuale portavoce del Quartetto, ha preso la parola per spiegare il perché di questa attenzione sugli ultimi Quartetti. Gli ultimi Quartetti sono una sfida interpretativa perché da una parte, che Gualco ha definito oggettiva, c’è il superamento dei modelli di Haydn e Beethoven, modelli di cui il giovane Schubert avvertì il peso, dall’altra la soggettiva, sempre secondo Gualco, in queste composizioni racconta sé stesso. Per questi motivi fin dall’inizio della loro attività concertistica si sono resi conto della difficoltà dell’interpretazione, con la maturità derivata dall’esperienza eseguirli è sicuramente una gioia, visto l’entusiasmo con cui ne ha parlato. Nello stesso tempo è una sfida con sé stessi, una sfida vinta a nostro parere, l’interpretazione ascoltata, infatti, è stata coinvolgente per la bellezza e la limpidezza del suono, il respiro delle frasi musicali, anche nelle parti più drammatiche del secondo Quartetto dove l’elemento ritmico e dinamico è dominante, tutto allo scopo perfettamente centrato di immergerci nel mondo musicale ed emotivo del compositore.

Questo primo concerto si è aperto con l’esecuzione del Quartetto per archi n. 13 in la minore, op. 29, D. 804 "Rosamunde", Schubert lo compose nel 1824 e lo dedicò al violinista Ignaz Schuppanzig, che lo eseguì per la prima volta a Vienna con il suo quartetto il 14 marzo dello stesso anno.  Il Quartetto fu composto in un periodo di profonda amarezza come risulta dalle lettere scritte dal musicista, il carattere intimista e lirico infuso nel brano si manifesta dal primo movimento, l’Allegro non troppo che nel tema evoca l’atmosfera del Lied Gretchen und Spinnrade (Margherita all'arcolaio), ispirato al Faust di Goethe, il colore musicale è caratterizzato dal fluttuare fra il modo minore e quello maggiore. Il successivo Andante lirico, tripartito, ha il primo tema che ricorda l'Andantino delle musiche di scena di Rosamunde. Fürstin von Zypern, per questo il Quartetto è conosciuto anche con questo nomignolo. Schubert fu un prolifico compositore di Lieder e anche nel tema del Menuetto ci sono affinità con il Lied Die Götter Griechenlands, il testo di Schiller dice «Schöne Welt, wo bist du? / Kehre wieder, holdes Blütenalter der Natur!» (Bel mondo, dove sei? / Torna ancora, dolce fiorita età della Natura!) anche qui i mutamenti tra modo minore e quello maggiore colorano il lirismo del movimento che pur avendo il nome di una danza è una pausa malinconica e meditativa. Il finale Allegro moderato è invece ricco di echi di danze ungheresi, che contribuiscono ad arricchire i variegati timbri della composizione.

Nella proposizione della esplorazione degli ultimi Quartetti di Schubert è stata particolarmente significativa la scelta di eseguire dopo il Quartetto per archi n. 15 in sol maggiore, op. 161, D. 887. La composizione del quindicesimo e ultimo Quartetto fu rapida, soli dieci giorni tra il 20 e il 30 giugno del 1826, ma profondamente pensata per la complessa elaborazione formale e l'inusuale lunghezza dei singoli brani. Solo il primo movimento fu eseguito in pubblico il 26 marzo 1828 al Musikverein di Vienna dal Quartetto Schuppanzig, nell’unico concerto dedicato alla sua musica mentre Schubert era vivo. La composizione fu pubblicata postuma nel novembre 1851 dalla casa Diabelli di Vienna, un anno dopo la prima esecuzione integrale ad opera del Quartetto Hellmesberger l'8 dicembre 1850 al Musikverein di Vienna.
Da quella data però è stato raramente eseguito non tanto per la lunghezza quanto per la complessità della scrittura musicale in cui domina la drammaticità, caratterizzata dai contrasti improvvisi tra i modi maggiori e minori, nei continui cambiamenti della dinamica, nei repentini passaggi dal piano al forte, che irrompono nel discorso lirico frammentandolo.

Le seducenti melodie che caratterizzano lo svolgimento delle composizioni schubertiane divengono frammenti interrotti, solo nel Trio del terzo movimento la melodia si svolge ampiamente, una pausa nel vorticoso e drammatico procedere dello Scherzo. Il ritmo turbinoso e frenetico presente anche nell’Allegro finale, richiama quello della danza ma l’atmosfera è drammatica e inquietante. La scrittura è stata definita orchestrale, in quanto è densa e complessa per i passaggi all'unisono, l’uso del tremolo e del pizzicato nell’accompagnamento e la contrapposizione dialogica. In questo Quartetto il violoncello ha un peso spesso predominante dando alla composizione il colore preponderante non solo timbrico ma anche emotivo. Ascoltando questa inquietante ma affascinante composizione certi passaggi fanno presagire suoni e atmosfere del ‘900.

Il Quartetto di Cremona è stato lungamente applaudito e acclamato entusiasticamente al termine di ogni brano e alla fine, ha così concesso un lungo bis, più che un bis quasi una terza parte. L’Ensemble ha eseguito Tenebrae di Osvaldo Goliov (1960) musicista nato in Argentina da genitori di origine ashkenazita. Il brano, introdotto da una breve presentazione di Cristiano Gualco, si ispira alle Leçons de Ténèbres pour le Mercredi Saint di François Couperin (1668 –1733), Goliov ha spiccata sensibilità spirituale quasi mistica e nella composizione usa temi dei canti religiosi ebraici. Tenebrae immette in una atmosfera rarefatta e mistica quasi ipnotica per l’ascoltatore, resa benissimo dai bravissimi componenti del Quartetto di Cremona.  

Pubblicato in: 
GN13 Anno XIV 28 gennaio 2022
Scheda
Titolo completo: 

IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA

77* Stagione 2021-2022

Seconda parte
Martedì 18 gennaio ore 20.30
Quartetto di Cremona
Cristiano Gualco violino Nicola Amati, Cremona 1640
Paolo Andreoli violino Paolo Antonio Testore, Milano ca. 1758 (Kulturfonds Peter Eckes)
Simone Gramaglia viola Gioachino Torazzi, ca. 1680 (Kulturfonds Peter Eckes)
Giovanni Scaglione violoncello Dom Nicola Amati, Bologna 1712 (Kulturfonds Peter Eckes)

Esplorando Schubert
1° concerto

Franz Schubert (1797 - 1828)   Quartetto per archi n. 13 in la minore, op. 29, D. 804 "Rosamunde"
                               Quartetto per archi n. 15 in sol maggiore, op. 161, D. 887