Amadeus a Santa Cecilia. La divina meraviglia di Mozart

Articolo di: 
Livia Bidoli
Amadeus

Dopo 40 anni dalla sua uscita nei cinema, il numismatico Amadeus del 1984 è stato proiettato nella grande Sala Santa Cecilia con la colonna sonora suonata dal vivo, il 4, il 5 ed il 7 gennaio 2024.  Il film, firmato dalla regia di Miloš Forman dedicato a Mozart, è stato accompagnato dall’Orchestra e dal Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, guidati dal direttore svizzero Ludwig Wicki, già ospite dell’Accademia nel 2018.

Amadeus è stato un film pluripremiato con 8 Oscar, tra cui la migliore regia e il migliore attore protagonista; il Golden Globe, il David di Donatello e il Nastro d’argento dei Giornalisti Italiani, mentre il doppio cd della colonna sonora vinse il Grammy Award, con Sir Neville Mariner alla guida della sua orchestra di Saint Martin-in-the-Fields ad averlo inciso. La musica del commentario sonoro, però, non è solo di Wolfgang Amadeus Mozart (nel film intepretato dall'attore Tom Hulce), anche se questa è la stragrande maggioranza dei brani, bensì anche del "nemico" Antonio mSalieri (nel cui ruolo vediamo F. Murray Abraham), di Giovanni Battista Pergolesi e di un brano tradizionale ungherese intitolato Bubak e Hungaricus. La poliedrica e arguta sceneggiatura del film è a cura di Peter Shaffer, che lo aveva ancora prima presentato a teatro.

Il film inizia in modo lugubre e violento con il tentato suicidio di Salieri, speditamente commentato dall'ouverture dal Don Giovanni di Mozart e dalla Sinfonia n. 25 in Sol minore K183: e chiarisce prima di tutto la distanza, anche nella crescita in famiglia, tra l'italiano Antonio Salieri e l'austriaco Mozart. Un'educazione derivata dal padre Leopold per Mozart; uno scalare le corti da solo per Salieri. Quest'ultimo, che, finché non giunse il geniale Wolfgang austriaco, si credette lui "amato da Dio", di colpo venne detronizzato da Amadeus, ovvero "colui che ama Dio".

In quest'opposizione continua tra il genio di Mozart e l'ipotizzata mediocrità della musica di Salieri in confronto all'incessante fluire della vena creativa di Mozart, ci viene in mente un ritratto che William Blake fece del suo Urizen, dall'omonimo The Book of Urizen del 1794. Urizen è rappresentato, nell'incisione di Blake, come un uomo barbuto con in mano un enorme compasso e una citazione dal Libro di Isaia. Urizen per Blake è il dio del mondo materiale e i suoi tratti sono quasi identici al dio gnostico chiamato “demiurgo”, una divinità creatrice inferiore, che ha costruito un mondo imperfetto che imprigiona l’uomo nel regno materiale. Urizen inventa leggi repressive e attraverso la ragione reprime e fustiga la creatività e l'energia umane. Questo nel film fece Salieri a Mozart finché fu vivo: noi possiamo però immaginare che non fosse il solo o da solo: e che in qualche modo la commissione del Requiem da parte di un vedovo afflitto per la morte della giovanissima sposa, di circa vent'anni, il Conte Franz von Walsegg, fu, come ci ha mostrato il film, in parte causa della sua morte. Lo stress dei debiti come del comporre continuamente nuove opere – le ultime due furono La clemenza di Tito ed Il flauto magico, opera propriamente massonica (Mozart diventà "Maestro" il 13 gennaio 1785, ma la data non è certa, sic!, nella loggia  "Zur Wohltätigkeit", "Alla beneficenza") – possono essere stati fattori generativi della consunzione e del peggioramento delle sue malattie.

La grande messa per i defunti, il Requiem in re minore K626, che Wolfgang Amadeus Mozart non terminò, fu l'ultima opera prima della sua scomparsa, ed è sempre sembrato un messaggio ultimo ed epocale. Completato successivamente dall'amico e allievo Franz Xaver Süssmayr, su richiesta della moglie di Mozart, Constanze, il Requiem, che con la Rex tremendae ci fa ammutolire e con la Lacrimosa commuovere, detta ai posteri e suggella la scomparsa di Wolfie, come lo chiama la moglie Stanzi, il 5 dicembre 1791. Un uomo che ebbe a scrivere, nella sua lettera al padre, il 4 aprile nel 1787: “Non mi addormento mai la sera senza riflettere sul fatto che, l'indomani (sebbene io sia giovane) potrei nonn essere ancora vivo.” E poche righe più in là, questo lo portava a dichiarare che, sapere questo, “è la vera chiave della felicità”.

Eccezionale da tutti i punti di vista, visivo ed esecutivo, quindi di ascolto, e con il finale Concerto per pianoforte ed orchestra in Re minore n. 20, K466, il primo movimento, di una leggiadria imperturbabile, il Maestro Wicki – specializzato direttore di musiche da film – insieme all’Orchestra e al Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quest'ultimo diretto dal Maestro Andrea Secchi, hanno donato un cadeau di suoni sulle note meravigliose di un prodigio della natura alle soglie dell'Epifania, come un finale di buon auspicio per il nuovo anno 2024. 

Ricordiamo inoltre che Il flauto magico (Die Zauberflöte), che ebbe la prima a Vienna il 30 settembre 1791, sarà presentata in  un nuovo allestimento al Teatro dell'Opera di Roma dal 13 al 21 gennaio prossimi.

Pubblicato in: 
GN10 Anno XVI 12 gennaio 2024
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione sinfonica

giovedì 4 gennaio ore 19.30, venerdì 5 gennaio ore 20.30, domenica 7 gennaio ore 18
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia

Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Ludwig Wicki
maestro del Coro Andrea Secchi

Amadeus
Il film di Miloš Forman con l'esecuzione dal vivo della colonna sonora

www.santacecilia.it
biglietti da € 19 a € 52

Amadeus
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 1984
Durata  160 min
180 min (director's cut)[1]
Rapporto    2,35:1
Genere    biografico, commedia, drammatico, musicale
Regia    Miloš Forman
Soggetto    Peter Shaffer (opera teatrale)
Sceneggiatura    Peter Shaffer
Produttore    Saul Zaentz
Produttore esecutivo Michael Hausman - Bertil Ohlsson
Casa di produzione Orion Pictures, The Saul Zaentz Company
Distribuzione in italiano Medusa Distribuzione (1985)
Warner Bros. (director's cut, 2002)
Fotografia    Miroslav Ondříček
Montaggio    Michael Chandler
Nena Danevic
T.M. Christopher (director's cut)
Effetti speciali    Bill Cohen, Steve Crawley, Ian Corbould, Neil Corbould, Paul Corbould
Musiche    Neville Marriner, John Strauss (supervisione e coordinamento musiche), Wolfgang Amadeus Mozart
Scenografia    Patrizia von Brandenstein, Karel Cerný
Costumi    Theodor Pištěk
Trucco    Dick Smith, Paul LeBlanc

Interpreti e personaggi
    F. Murray Abraham: Antonio Salieri
    Tom Hulce: Wolfgang Amadeus Mozart
    Elizabeth Berridge: Constanze Weber
    Simon Callow: Emanuel Schikaneder
    Roy Dotrice: Leopold Mozart
    Christine Ebersole: Katherina Cavalieri
    Jeffrey Jones: Imperatore Giuseppe II
    Roderick Cook: Conte Von Strack
    Jonathan Moore: Barone van Swieten
    Nicholas Kepros: Arcivescovo Colloredo
    Richard Frank: Padre Vogler
    Patrick Hines: Kapellmeister Bonno
    Charles Kay: Conte Orsini-Rosenberg
    Vincent Schiavelli: il servitore di Salieri
    Philip Lenkowsky: il maggiordomo di Salieri
    Cynthia Nixon: Lorl, la serva
    Barbara Bryne: Frau Weber, madre di Constanze
    Herman Meckler: prete
    Vladimír Svitáček: Papa Clemente XIV
    Douglas Seale: Conte Arco
    Karl-Heinz Teuber: venditore di parrucche
    Kenneth McMillan: Michael Schlumberg (director's cut)
    Cassie Stuart: Gertrude Schlumberg (director's cut)
    Rita Zohar: Frau Schlumberg (director's cut)