Un anno difficile. Tra ecologia profonda e pandemia

Articolo di: 
Teo Orlando
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Siamo in Francia, presumibilmente nel 2019, l'anno precedente alla diffusione della cosiddetta pandemia. Albert (Pio Marmaï) e Bruno (Jonathan Cohen), due simpatici scrocconi sempre al verde, ma con abitudini di spesa compulsive, nel tentativo di imbucarsi a un aperitivo si trovano coinvolti nelle attività di un gruppo di eco-attivisti, attratti più dalla promessa di cibo e birra gratis che da autentiche convinzioni politiche. Da questa semplice idea, Éric Toledano e Olivier Nakache (già registi di Quasi amici/Intouchables) hanno tratto Un anno difficile (Une année difficile), un divertente film commedia che si dipana tra inganni, sotterfugi un po' sgangherati e surreali azioni di protesta, che porteranno i due amici (forse) a redimersi e rimettere ordine nelle proprie vite.

Le prime scene sono ambientate in un centro commerciale, la mattina del Black Friday 2019, quando alcuni attivisti di un imprecisato movimento ecologista (di quelli deep green, verdi profondi, radicali e un po' talebani) cercano di impedire alla folla di acquirenti di entrare in un emporio di televisori e computer, per denunciare la tendenza al consumo sfrenato. Ma il loro discorso non piace a molti acquirenti, tra cui Albert Laprade, che era venuto a comprare un televisore. La polizia interviene, finché il negozio non viene aperto e la calca dei clienti in cerca di prezzi stracciati si trasforma in una grottesca rissa, con in sottofondo La valse à mille temps di Jacques Brel.

Con il suo nuovo televisore, Albert va a trovare un altro personaggio, Bruno Ambrosi, un uomo carico di debiti e che ormai vive alla giornata, lavorando all'aeroporto di Roissy come addetto ai bagagli e dedicandosi a diversi traffici per aumentare le sue entrate e cercare di rimediare alla sua insolvenza. I due si erano messi in contatto tramite Leboncoin (una specie di ebay francese), perché Albert voleva rivendere il televisore a Bruno. Nel frattempo, un ufficiale giudiziario sta organizzando un'asta dei mobili pignorati di Bruno, che, stordito dalle pillole che ingerisce a manciate, finisce per perdere conoscenza. A questo punto comincia una serie di vicende surreali e comiche, innescate da un suggerimento di Henri, un volontario di un'associazione che combatte il sovraindebitamento (ma che di par suo è un giocatore d'azzardo compulsivo) e che spiega ai due (entrambi, si scopre, sovraindebitati) che, a certe condizioni, i debiti possono essere cancellati dalla Banque de France.

Il vero punto di svolta nella vita dei due, però, si verificherà quando un giovane attivista li invita a un aperitivo gratuito, sicchè finiscono con l'aggregarsi al gruppo politico-ecologista Objectif Terre,  che aveva organizzato l'azione del Black Friday: un'azione segue l'altra: bloccare le strade, versare un liquido rosso sui gradini del Trocadero, infiltrarsi in una sfilata di alta moda. Albert subisce il fascino di Cactus (una bravissima Noémie Merlant), la donna che è una sorta di leader carismatico del gruppo. La quale non gli si mostra indifferente, ma preferisce non intraprendere una relazione finché il mondo non avrà compiuto un passo decisivo verso la transizione ecologica. Nel frattempo, il caso di Albert è stato sottoposto alla commissione per il sovraindebitamento della Banque de France, ma è stato giudicato inammissibile.

E qui cominciano una serie di vicende frenetiche e di colpi di scena, che porteranno a un singolare epilogo, nella primavera del 2020, durante il blocco della pandemia Covid-19: senza rivelare più di tanto, ci limitiamo qua a dire che sembra una parodia dei tradizionali happy endings.

Nella conferenza stampa, i due registi hanno spiegato la genesi del film, rivelando che originariamente avrebbero voluto realizzare la seconda stagione della serie televisiva En thérapie, che avrebbe affrontato l’impatto diretto della pandemia e dell’isolamento sulla psiche dei francesi; ma dall'altro lato volevano anche affrontare domande più ampie, allacciandoci a tutti i discorsi sul famoso "mondo che sarebbe venuto dopo" – mondo che, secondo alcuni, non sarebbe più stato lo stesso. Le immagini che si presentavano erano di due tipi: da un lato le strade deserte, le serrande dei negozi abbassate, gli aerei piantati a terra, la gente alle finestre che applaudiva ogni sera alle 20; e, in contrasto con la sensazione di vuoto che tutti stavamo provando in quel momento, si sono delineate altre istantanee che evocavano lo straripamento delle nostre società in crescita permanente.

Poi i due registi hanno trovato su internet un video di giovani attivisti che cercavano di impedire alla folla di entrare in un grande magazzino durante il Black Friday: era una fotografia dell'epoca storica che stiamo vivendo: due visioni del mondo che si scontravano. Perciò il film è caratterizzato da due blocchi, da campi-controcampi, da due movimenti, come un valzer. Lo stesso tema del sovraindebitamento è sintomo del desiderio di mimetizzarsi, racconta della voracità degli istituti di credito che fanno sprofondare molte persone nei debiti oltre al punto di non ritorno. Poi si sono chiesti chi fossero gli eco-attivisti. O meglio, le eco-attiviste, perché sono state le ragazze, con la loro combattività, a colpirli di più. Il personaggio di Cactus, interpretato da Noémie Merlant si basa proprio su una persona reale, con cui l'attrice ha trascorso vario tempo.

I due registi confessano il disagio che hanno provato di fronte a giovani che soffrono sempre più di ecoansia. E il loro modo di lottare non è ritratto in modo caricaturale, come pure qualcuno ha ipotizzato. Anzi, si tratta, per i due, di un ritratto fedele della società francese dell'inizio del terzo millennio, e non a caso l'intero film è attraversato dall'evocazione dell'immagine di ponti: quasi a collegare due temi come se fossero due sponde: il sovraindebitamento e l'ecologia: si va dalla recente visita di ufficiali giudiziari al desiderio di una vita austera, minimalista e in decrescita.

Per concludere con un pò di ironia intelligentemente salvifica e molto "black humour", vorrei citare uno dei vecchi monologhi dell'americano George Carlin: "The planet is fine, the planet is going great, you people are f....d. The planet has lived billions of years without the human being while the human being is here only for some centuries more than 2000 years. Stop to be so arrogant! The Planet will survive with or without human beings."

C'è bisogno di tradurre?

Pubblicato in: 
GN5 Anno XVI 1° dicembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

Un anno difficile

Titolo originale: Une année difficile
Regia e sceneggiatura: Éric Toledano e Olivier Nakache
Musica: Grandbrothers
Fotografia: Mélodie Preel
Produzione : Hervé Ruet, Nicolas Duval Adassovsky
Casa di produzione: Gaumont, Quad Productions, Ten Cinéma et TF1 Films Productions
Distribuzione: I Wonder Pictures
Paese di produzione: Francia
Lingua originale : francese
Genere: commedia drammatica
Durata: 118 minuti

Interpreti

Pio Marmaï: Albert Laprade / « Poussin »
Jonathan Cohen: Bruno Ambrosi / « Lexo »
Noémie Merlant: Valentine / «Cactus»
Mathieu Amalric: Henri Tomasi
Grégoire Leprince-Ringuet: «Quinoa»
Luàna Bajrami: «Antilope »
Gaïa Warnant : « Pomme Pomme »
Sandrine Briard : Solange / « Sirène »
Oussama Kheddan : Sofiane
Danièle Lebrun : Madeleine
Alexandra Roth : Corinne
Jean-François Cayrey : Marco
Margot Bancilhon : Claire