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Argentina, 1985. ¡Nunca más!
Presentato in concorso alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Argentina, 1985, è un film che non si dimentica: il primo grande processo nell'emisfero latinoamericano afflitto da dittature in quasi tutti i paesi, quasi tutte eteroguidate dagli Stati Uniti, ovvero dalla CIA, attraverso inflitrazioni di vario tipo o direttamente dietro sovvenzioni e armi. Un po' quello che sta succedendo oggi in Ucraina con i continui rifornimenti di armi da parte della NATO, sotto la cui ègida gli Stati Uniti nascondono un processo politico innescato appositamemte per ottenere l'escalation fino alla minaccia nucleare, citando il libro appena uscito di Benjamin Abelow, pubblicato in Italia da Fazi: "Come l'Occidente ha provocato la guerra in Ucraina", e con un epigrafe di Noam Chomsky in copertina.
Diretto da a Santiago Mitre e scritto dallo stesso Mitre e da Mariano Llinás, Argentina, 1985 racconta la storia del Processo alla Giunta Militare Argentina partito con il decreto 158 del governo democratico guidato dal Presidente Raúl Alfonsín, che diede incarico, il 16 dicembre 1983 (tre giorni dopo la sua elezione), di avviare le indagini contro i nove membri delle giunte militari di esercito, marina ed aviazione: in primis l'ex presidente Jorge Rafael Videla, che governò con un regime instaurato nel 1976 (succeduto a Isabelita Péron) e fino al 1983. Videla aveva sospeso i diritti, la costituzione e il parlamento, ed attuò un terrorismo di stato che provocò oltre 30.000 desaparecidos, ovvero prigionieri politici, torturati ed assassinati facendoli poi sparire. Le salme venivano gettate in mare, da qui il nome desaparecidos (scomparsi): in Italia la questione all'epoca aveva ricevuto molta attenzione pubblica e, oltre a gruppi di dissenso e protesta, uscì un "mitico" album, il primo dei Litfiba in studio, proprio dal titolo Desaparecido, dedicato col titolo e la title track a queste vittime ignote del regime. L'album fu pubblicato proprio nel 1985, data del processo.
Il procuratore all'epoca era Julio César Strassera, cui fu affidato l'incarico, che è interpretato da Ricardo Darín: un uomo ombroso e serio, tutto dedicato al lavoro ed alla famiglia: non crede veramente che si terrà il processo finché non gli viene ufficialmente affidato da Alberto Ruso. L'assistente è il giovane Luis Moreno Ocampo, proveniente da una famiglia di militari, il cui ruolo è recitato da Peter Lanzani. Cercheranno una serie di testimoni e saranno aiutati da giovani volenterosi che riuscirono a rintracciare molte vittime scampate alla morte: una donna incinta che venne fatta partorire legata in auto e che poi fu costretta, con la neonata su un tavolo di marmo, a pulire, completamente nuda, la sala sotto gli occhi dei militari. Questa la testimonianza più atroce, insieme ai fazzoletti bianchi delle Abuelas de Plaza de Mayo (conosciute in Italia come Le nonne di plaza de Mayo, N.d.R.) che portano i nomi dei loro parenti scomparsi scritti sul capo.
Le vittime furono riconosciute grazie anche al lavoro della CONADEP (Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas), isitituita dal Presidente Alfonsín il 15 dicembre 1983 per rintracciare i desaparecidos. Nunca más (Mai più) è il nome del resoconto della commissione ultimato a settembre del 1984, che rese possibile il processo.
I nomi dei militari processati sono questi: Jorge Rafael Videla, Emilio Eduardo Massera, Roberto Eduardo Viola, Armando Lambruschini, Orlando Ramón Agosti, Omar Graffigna, Leopoldo Galtieri, Jorge Anaya e Basilio Lami Dozo. La corte marziale si rifiutò di processarli, quindi fu istituita una commissione speciale formata da Alfonsín presieduta da sei giudici: León Arslanián, Jorge Torlasco, Ricardo Gil Lavedra, Andrés D'Alessio, Jorge Valerga Aráoz, e Guillermo Ledesma.
Le sentenze furono emesse il 9 dicembre 1985 con Il generale Jorge Videla e l'ammiraglio Emilio Massera condannati all'ergastolo; il generale Roberto Viola fu condannato a scontare 17 anni in prigione; l'ammiraglio Armando Lambruschini fu condannato a 8 anni; il generale Orlando Agosti fu condannato a 4 anni e mezzo; Omar Graffigna, Leopoldo Galtieri, Jorge Anaya e Basilio Lami Dozo furono assolti per poi essere processati da una corte marziale per la mala-gestione della guerra delle Falkland nel 1982.
Il film è girato splendidamente, riporta in toto il processo e la dinamica delle missive minatorie, degli attentati per indurre i due procurartori a desistere dal continuare il processo, comprese le minacce alla famiglia di Strassera. L'ostracismo fu riservato a Moreno Ocampo che aveva la famiglia con parenti militari: financo la tv inneggiava alla propaganda pro giunta militare, d'altronde come sarebbe stato possibile mantenere il terrore senza l'asservimento dei mezzi di informazione?
Quel che è successo in Argentina è successo in questi anni con quella che io chiamo una "dittatura traaparente", un finto governo democratico dove il dissenso era abolito di fatto da parte dello stato: dove le televisioni e i giornali nazionali vergavano a voce e su carta il Verbo Unico proferito dalle case farmaceutiche e dai grandi fondi di investimento globali, senza se e senza ma. Cittadini sottoposti al terrore di stato sono stati manipolati fin nelle abitudini più intime, dovendosi vergognare dei legami umani e dei contatti sociali: hanno "tappato" fisicamente la bocca ed attuato un'organizzazione biopolitica della società, secondo quanto ben descrive Giorgio Agamben, come me da tre anni. La persecuzione per chi non era d'accordo col regime "trasparente" era famelica ed abietta: non si fermava di fronte a niente e rendeva tutti complici. Ecco, senza tutti questi complici, a nulla sarebbe valsa la minaccia: i procuratori Strassera ed Ocampo hanno ricevuto minacce e delazioni di tutti i tipi ma avevano accanto, dopo 7 anni di dittatura, un capo di stato dalla loro parte, che lottava con loro e loro decisero di non avere paura.