Supporta Gothic Network
I bambini di Gaza. Surfing for Peace
Una striscia di mare, Gaza, che si affaccia sul nostro mare, il Mediterraneo: l'unico sbocco al di fuori delle macerie per i bambini di questa città palestinese alla fame, bombardata quotidianamente, che non risparmia civili e forze di pace dell'UNRWA ("United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees) e gli ospedali stracolmi di feriti. Un film per siglare una pace lontanissima, un armistizio che i bambini avrebbero già controfirmato sulle onde del mare, su una tavola da surf, come ci mostra questo film delicato sull'amicizia tra un bimbo palestinese ed un bimbo israeliano uniti nelle onde del mare: I bambini di Gaza di Loris Lai prodotto dalla Eagle Pictures di Tarak Ben Ammar.
"Mi chiamo Mahmud e abito in un posto che dicono terra di tutti e di nessuno. O anche prigione a ci"elo aperto. Ma il suo vero nome è Gaza City. Ho un unica passione, un unico sogno, un'unica fissa: il surf. Inizia così il libro di Nicoletta Bortolotti I bambni di Gaza da cui è tratto il film: dalla storia vera del progetto di pace Surfing for Peace del surfista texano di origini ebreo-russe Dorian "Doc" Paskowitz (1921-2014), che ha fatto, fino al 2014, anno della sua morte, del surf la sua vita, e avvicinato i bambini palestinesi a questo sport con l'intento di liberarli da una guerra che altri hanno deciso per loro.
In proposito, ricordo le parole del 7 marzo scorso di Michele Serra durante la trasmissione Piazza Pulita: "La religione usata come arma di distruzione di massa è uno dei più grandi e sottovalutati nemici dell’umanità. Mi chiedo se è ancora possibile fermare questa pazzia”. Si riferisce naturalmente al massacro degli abitanti di Gaza che per il 43% sono al di sotto dei 14 anni, come ricorda il film. L'ONU si è mosso per un cessate il fuoco che Israele non rispetta e continua a bombardare la striscia per appropriarsene definitivamente, spostando i palestinesi verso il deserto del Sinai, questo il piano del Ministro della Difesa Israeliano dal 7 ottobre 2023, giorno dell'attentato di Hamas che ha ucciso 1200 israeliani prendendone come ostaggio 240, di cui oltre la metà sono stati rilasciati come merce di scambio con prigionieri palestinesi. Dal 7 oottobre in poi, i palestinesi uccisi nella rappresaglia israeliana sono oltre 30.000 con circa 70.000 feriti, piu' di un quarto sono bambini.
I bambini del cast sono palestinesi, provenienti dalla Cisgiordania, dopo un lungo viaggio e ben due passaporti, prima isaeliano, poi palestinese, per raggiungere la Tunisia, luogo delle riprese. Il film è ambientato durante la seconda Intifada, nel 2003: detta così per le rivolte delle popolazioni arabe dei territori palestinesi occupati da Israele. A scatenarla è stata la passeggiata di Ariel Sharon, capo dei conservatori israeliani, sulla spianata delle Moschee di Gerusalemme, luogo sacro rivendicato sia dagli arabi che dagli ebrei.
Questo primo lungometraggio del regista italo-americano Loris Lai, ha ricevuto parole di encomio da Papa Francesco: “Questo film con le voci piene di speranza dei bambini palestinesi e israeliani sarà un grande contributo alla formazione nella fraternità, l’amicizia sociale e la pace". A confermare che le ragioni dei bambini e della sopravvivenza della popolazione plaestinese ed israeliana non vanno d'accordo con gli interessi di guerra, che non sono di difesa, bensì solo di offesa, prima di tutto per l'umanità.