Fitzgerald. Animi inquieti dei ruggenti Anni Venti

Articolo di: 
Fabrizio Andreoli
Pietro Citati

Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), scrittore, e Zelda Sayre (1900-1948), ballerina, pittrice e scrittrice, sono stati tra i protagonisti dei ruggenti Anni Venti del '900. I due hanno fatto parte della nobile schiatta statunitense, artisti e letterati, che, a partire dal 1921, si è stabilita per lunghi periodi in Europa. La meta è stata la Francia: a Parigi e sulla Costa Azzurra.

Pietro Citati - scomparso lo scorso 28 Luglio -, maestro nel tradurre in racconto la biografia dei grandi autori della letteratura mondiale, con "La morte della farfalla. Zelda e Francis Scott Fitzgerald" (Adelphi, 2016) ha ricostruito, in profondità, la storia di Francis Scott e Zelda. E, in alcune pagine, anche della loro figlia Scottie. Citati ha svolto una sorta di indagine psicoanalitica, con la padronanza del letterato, per condurre in superficie i due "animi inquieti e capricciosi". L'antico dualismo (bene e male) che alberga in ogni individuo. L'autore ha attinto dalle opere di Fitzgerald: "Il grande Gatsby", "Tenera è la notte", per citare due delle piu' celebri, per realizzare una disamina puntuale, un racconto, tra i racconti, particolarmente affascinante.

Francis Scott e Zelda si sono conosciuti nel 1918, a Montgomery, in Alabama, ad un ricevimento, e si sono uniti nel 1920, a New York, nella sacrestia della Cattedrale di St.Patrick. Scottie è nata nel 1921.

È stato eterno amore?
Francis e Zelda si sono amati sino alla fine delle reciproche esistenze umane. Ma vi sono stati reciproci tradimenti, competizione e gelosia in ambito letterario. Si sono detestati  e respinti più volte. Un amore di stampo mitologico, in cui Zelda e Fitzgerald "erano vicini - ha scritto Pietro Citati - come furono raramente esseri umani; e l'eccesso della vicinanza tra gli dèi e gli uomini brucia i cuori e le vite. Sia come persone sia come scrittori, erano complici. Erano la stessa persona, con due cuori e due teste".

Ecco, questa è la chiave di volta, a nostro modesto avviso, per leggere l'opera di Citati. Un'opera, per non disorientare il futuro lettore, che ha indagato anche sulle singole personalità di Francis e Zelda.

Fitzgerald da bambino ha sognato di essere "un orfano di sangue reale" e ha desiderato di divenire "uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi".

Zelda - Luchino Visconti avrebbe voluto tradurre in un film il romanzo della signora Fitzgerald, "Lasciami l'ultimo valzer" (1932) - fin da ragazza ha recitato il proprio ruolo come "l'attrice più consumata", ha sempre suscitato tra i suoi corteggiatori "sorpresa, ammirazione e terrore".

Francis e Zelda sono stati spavaldi e insicuri. Belli e dannati (sì, come il titolo di un fortunato romanzo di Francis Scott), ricchi di talento, eleganti. Ammirati e imitati. In perenne movimento, via Oceano, tra gli Stati Uniti d'America e l'Europa. Tutto questo non ha impedito il ricorso, da parte di Fitzgerald, all'alcol e ai molteplici ricoveri in cliniche a cui è stata sottoposta Zelda -  in Francia, Stati Uniti e Svizzera - per schizofrenia.

Fitzgerald ha scritto alla figlia: "I malati di mente sono semplici ospiti sulla terra: eterni stranieri, che portano con sé decaloghi spezzati che non sanno leggere".

Francis ha cercato di trasmettere a Scottie la parte migliore di sé: il richiamo al dovere, allo studio, alla cura nella scelta di un'amicizia. In buona sostanza egli ha avvertito la figlia di non prendere la strada che hanno fatto i suoi genitori. Scottie ha vissuto molto con il padre, le governanti, ha studiato nei collegi prestigiosi. Da un dato momento della vita non ha potuto vedere la madre. Soltanto lettere, brevi discorsi. Echi di una malattia. Scottie ha ricordato che il padre le ha procurato "un'infanzia dorata, ciò che è quanto chiunque di noi possa desiderare".

Zelda, il "cigno ferito", nella primavera 1934, negli Stati Uniti, ha esposto i suoi disegni, una quindicina. In prima pagina sul catalogo Zelda ha riportato: "Parfois la folie est la sagesse" (Talvolta la follia è la saggezza). La mostra è stata un diversivo rispetto alla routine: dolori fisici, allucinazioni e tentativi di suicidio.

Due anni prima, nel 1932, Zelda ha pubblicato un romanzo autobiografico, di cui abbiamo accennato poco sopra, "Lasciami l'ultimo valzer", un'opera che ha determinato scambi furiosi tra Francis e Zelda, in cui Fitzgerald ha dato vita ad una gelosia fuori controllo. Egli non ha gradito, come suol dirsi, che Zelda ha scritto di sé, che ha "messo in piazza" le proprie ambizioni e malattie. Fitzgerald, negli ultimi anni, si è sentito abbandonato dalla letteratura ed è stato travagliato il suo rapporto, nella veste di sceneggiatore, con Hollywood.

Per Citati, Francis Scott, tra il 1936 e il 1939, ha scritto cinque racconti che sono stati tra i più belli del Novecento: "La madre di uno scrittore", "Un caso di alcolismo", " La lunga via d'uscita", Finanziando Finnegan", "Il decennio perduto".

Il 21 Dicembre 1940 Fitzgerald è stato stroncato da un attacco di cuore. Il 24 Dicembre, Zelda ha scritto: "Quando c'era lui, la vita pareva così promettente.Anche se non eravamo più intimi, Scott era il miglior amico che ci potesse essere per me".

Il 10 Marzo 1948 un incendio - divampato alla struttura ospedaliera di Asheville - ha portato via Zelda. Il 17 Marzo, Zelda ha raggiunto Francis, nel cimitero di Rockville.
I resti di Francis Scott Fitzgerald, negli Anni Settanta, sono stati traslati nella chiesa cattolica di St.Mary. Scottie ha fatto incidere sulla lapide le ultime parole del "Grande Gatsby": "Così continuiamo a battere l'acqua, barche contro corrente, risospinte senza posa nel passato".

Il poeta Attilio Bertolucci, in "Zelda e Scott",ha scritto:"Ora è venuto il tempo della sua rivincita, che salutiamo con gioia, perché a noi era risultata enormemente simpatica e degna di comprensione, sembrandoci sospette la leggenda infernale di lei, quanto la leggenda aurea di lui".

Pubblicato in: 
GN45 Anno XIV 1° ottobre 2022
Scheda
Titolo completo: 

Pietro Citati, "La morte della farfalla. Zelda e Francis Scott Fitzgerald", Adelphi, 2016
Tiziana Lo Porto, Daniela Marotta, "Superzelda.La vita disegnata di Zelda Fitzgerald", minimum fax, 2021