IUC. L’intenso romanticismo di Brahms, tra inquietudini e melodie popolari

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Giorgia Tomassi, Gabriele Pieranunzi & Friends

Lo scorso sabato 28 gennaio la stagione della Istituzione Universitaria dei Concerti ha presentato un affascinante programma dedicato alla musica da camera di Johannes Brahms, dal titolo Absolute Brahms, sono stati eseguiti il Quartetto con pianoforte n. 1 in sol minore, op.25 e il Quintetto con pianoforte in fa minore op. 34. Una proposta che ha incontrato l’entusiastica adesione del folto pubblico presente, che ha lungamente acclamato gli eccellenti protagonisti: Giorgia Tomassi, al pianoforte, Gabriele Pieranunzi, violino, & Friends: Fabrizio Falasca violino, Francesco Fiore viola, Danilo Squitieri, violoncello.

Queste composizioni propongono quella che fu una grande innovazione del romanticismo, ovvero di inserire nel trio e nel quartetto d’archi il pianoforte. Questo strumento in quell’epoca ha svolto un ruolo di profondo rinnovamento nella musica da camera, le grandi differenze che ci sono tra gli archi, in cui è importante l’equilibrio collaborativo d’insieme e il dialogo paritario, e il pianoforte, che ha un ruolo solistico di energico protagonista. Trovare una forma per fare emergere le diverse caratteristiche in modo nuovo, affine alla nuova sensibilità romantica è stato lo scopo di Schumann e Brahms, nelle composizioni in cui hanno usato questa formazione moderna per l’epoca. 

La sperimentazione nella musica da camera è efficacemente descritta da Paul Hindemith nel suo libro teorico e critico A Composer's World del 1952:” In una sala molto piccola in una stanza di soggiorno possiamo discernere chiaramente le linee melodiche più elaborate, le armonie più complesse e gli schemi ritmici più intricati, perché siamo in strettissima relazione spaziale con la fonte del suono. E inoltre gli strumenti e i cantanti possono far uso delle più raffinate sottigliezze di tecnica, perché nulla andrà perduto, e gli stessi esecutori possono comunicare le loro impressioni direttamente, come in una conversazione privata. Il compositore che scrive per tali condizioni gode della massima libertà possibile per sviluppare la propria tecnica nei campi più esoterici. Quasi ogni cosa ch'egli scrive ha probabilità d'essere presentata nitidamente e chiaramente percepita. Nulla di strano perciò che la musica da camera sia sempre stata il mezzo preferito per l'audacia tecnica, per quanto riguarda l'applicazione degli elementi musicali”.

Queste due composizioni mostrano come l’energia trascinatrice e limpidezza del suono del pianoforte si accosti magnificamente alla raffinata tradizione di scrittura del Trio e del Quartetto d’archi. Il Quartetto con pianoforte n. 1 in sol minore, op. 25, composto nell'estate del 1861, fu eseguito per la prima volta il 16 novembre dello stesso anno nella sala dei concerti di Amburgo, con Clara Wieck al pianoforte. Il Quartetto è di ampie proporzioni con il pianoforte in posizione dominante, ma rispetta il dialogo contrappuntistico con gli archi e offre una grande ricchezza melodica. L'Allegro iniziale propone tre temi, pervasi di malinconia, è tipicamente brahmsiano, una morbida melodia esposta dal violino apre l'Andante con moto, trascinando anche gli altri strumenti in un'intensa atmosfera romantica; conclude la composizione un vorticoso Rondò zingaresco, testimonianza del fascino che quella musica ebbe sul compositore ed è presente in varie composizioni e nella trascrizione delle danze ungheresi.

Il Quintetto in fa minore op. 34 per pianoforte e archi, una delle composizioni più celebri di Brahms ebbe una complicata gestazione. All’inizio fu creato per quartetto ma la sua grandiosa complessità quasi orchestrale lo spinse a scriverlo per due pianoforti, invece Clara Wieck, a cui inviò una copia, la giudicò una scelta inadatta a mettere in luce la ricchezza di idee. Fu Hermann Levi, direttore d'orchestra, che aveva suonato in coppia con Clara la versione per due pianoforti a proporre l'idea del quintetto con pianoforte. Proposta che Brahms accolse, pensando che i passaggi più "orchestrali" fossero adatti al pianoforte. L'op. 34 non mostra in alcun modo i successivi ripensamenti e ha una poderosa architettura, unita a straordinaria profusione di idee melodiche malinconiche, a volte inquietanti, che testimonia la maturità raggiunta dal compositore. I movimenti che aprono e chiudono la composizioni, sono più grandiosi e più lunghi di quelli di mezzo: il raffinato e complesso Andante è soave e sognante con il tema esposto prima dal pianoforte, poi dal violino e dalla viola sul pizzicato del violoncello, mentre, il terzo movimento, lo Scherzo Allegro evoca la ballata nordica, un elemento ricorrente nella poetica di Brahms.

L’esecuzione è stata entusiasmante, la compattezza sonora e il dialogo tra i musicisti ha consentito di sviscerare e mostrare nella loro intensa bellezza le intense e variopinte melodie scaturite dalla sensibilità poetica di Brahms e insieme di rendere perfettamente le architetture armoniche, tra loro in un equilibrio ammirevole.
Il pubblico che affollava la sala ha tributato un'incandescente ovazione ai musicisti che ripetutamente richiamati sul palco hanno eseguito come bis il secondo movimento dal Quintetto op.44 di Schumann.

Pubblicato in: 
GN13 Anno XV 1 febbraio 2023
Scheda
Titolo completo: 

IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
Sabato 28 gennaio 2023 ore 17.30
Absolute Brahms
Giorgia Tomassi, Gabriele Pieranunzi & Friends

Giorgia Tomassi pianoforte
Gabriele Pieranunzi violino
Fabrizio Falasca violino
Francesco Fiore viola
Danilo Squitieri violoncello

Johannes Brahms
Quartetto con pianoforte n. 1 in sol minore, op. 25
Quintetto con pianoforte in fa minore op. 34