IUC. Magistrale Quartetto di Cremona

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Il Quartetto di Cremona alla IUC. foto Follacchio

Il concerto del Quartetto di Cremona è un avvenimento sempre atteso dal pubblico dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, per la scelta delle proposte e l’eccellente qualità artistica. La lucidità nelle scelte dei brani, il saperne cogliere il carattere specifico con un’interpretazione maturata nell’armoniosa collaborazione tra i componenti rende indimenticabili i loro concerti.Affascinano l’ascoltatore con la magistrale esecuzione che ha i suoi punti di forza nella varietà e bellezza del suono, nella lussureggiante tavolozza timbrica che va dall’abbagliante luminosità al velluto dei chiaroscuri, dalla nitida trasparenza quasi rarefatta ai bronzei colori scuri, a cui si aggiungono una grande cura nella resa della agogica e della dinamica.

In questo concerto dopo una serie di cicli dedicati a diversi autori, il Quartetto di Cremona ha proposto un diverso approccio dedicando la sua attenzione alle composizioni della maturità dei musicisti, in due concerti che hanno come titolo Late Quartetts, di cui questo del 28 novembre scorso è il primo.
Il criterio seguito è spiegato dagli stessi musicisti: ”(…)Tranne rari casi, i primi tentativi di un compositore che si cimenta nel “campo minato” del quartetto d’archi sono meno riusciti o soddisfacenti dei successivi. Eccezioni che confermano la regola sono Verdi, Debussy o Ravel, che malauguratamente hanno limitato la loro produzione quartettista al singolo lavoro: chissà altrimenti che ulteriori capolavori avremmo oggi. Da qui l’idea di raggruppare alcuni dei lavori più maturi di alcuni compositori, che rappresentassero una spinta artistica maggiore rispetto al passato, o un’innovazione rispetto alla propria produzione.”

Il programma è stato aperto dal Quartetto n. 13 in si bemolle minore op. 138 di Dmitrij Šostakovič (1906-1975), che scrisse il suo primo Quartetto solo nel 1938 quando già era famoso e aveva composto opere come Il naso e Lady Macbeth del Distretto di Mcensk. La morte di Stalin nel 1953 aveva permesso una maggiore libertà espressiva, e se le censure non finirono furono meno frequenti e angosciose, ma forse per questo la dolorosa visione pessimistica di Šostakovič riemerge nelle sue composizioni come nel Quartetto n. 13 op. 138.

I Quartetti per archi n. 11-14 (1968 - 1973) di Šostakovič furono dedicati ciascuno a un membro del Quartetto Beethoven, il tredicesimo, composto tra il 1969 e il 1970, al violista Vadim Borisovsky, da poco in pensione. La tonalità in si bemolle minore dà un colore scuro al quartetto e l’apertura è affidata alla viola, protagonista della composizione, con un tema dodecafonico, l’incertezza tonale, le pause denotano la cupa tonalità del lavoro, gli altri strumenti si uniscono seguendo la viola senza tuttavia una perdita di intensità espressiva. Il brano non è sistematicamente dodecafonico ed è diviso in tre parti all'interno di un unico grande movimento: le sezioni esterne sono rapsodiche e guidate dalla viola; la parte centrale, lo Scherzo è basato sul ritmo ostinato di tre note. L'ossessività ritmica, la tessitura fratturata, l'uso reiterato del pizzicato, di suoni che sembrano colpi di frusta degli archi, che inoltre battono l’archetto sul legno, accentuano il colore tetro e il senso di straniamento angoscioso quasi spettrale. Il brano si chiude con la riproposta del materiale di apertura e la viola di nuovo strumento predominante.

Contrariamente al programma originale il Quartetto di Borodin è stato suonato nella prima parte del concerto perché, come annunciato in sala dal primo violino Cristiano Gualco, hanno deciso di comune accordo per una prima parte tutta russa. La musica popolare è molto presente anche nella produzione strumentale da camera di Aleksandr Borodin (1833 – 1887) dei due Quartetti è stato scelto quello in re maggiore (1881) la cui composizione risale agli anni tra il 1881 e il 1885. Anche se ispirato ai modelli beethoveniani, il Quartetto è immerso nell'atmosfera e nel gusto della canzone russa di cui ha colori e accenti melodici. Lo Scherzo del secondo tempo con il suo andamento danzante ha levità e vivacità mentre lo struggente e intenso Notturno del terzo tempo è immerso in un'intensa atmosfera romantica  vicina alla sensibilità del musicista. L'ultimo tempo si apre con un momento di pensosa riflessione, per poi tornare al clima festoso e solare del primo.

La seconda parte è stata dedicata a Antonín Dvorak (1841-1904) che ha avuto un ruolo di grande importanza nella musica nazionale ceca del secolo scorso, di cui esalta l'anima popolaresca e contadina. Nonostante l’attaccamento al suo paese di origine il musicista diresse nel biennio 1892-1894 il National Conservatory di New York, su invito della munifica Jeannette Thurber, fondatrice dell’istituzione.  Il Quartetto op. 96, dodicesimo dei quindici quartetti del catalogo, fu composto nel giugno del 1893 durante le vacanze estive nella cittadina di Spilville, popolata di boemi immigrati, nello stato americano dello Yowa. Per questo motivo il Quartetto viene chiamato "Americano" anche perché contiene richiami a temi del folclore statunitense così come avviene nella Sinfonia "dal Nuovo Mondo" con l’uso frequente della scala pentatonica.

Nel primo movimento domina il tema di inizio della dalla viola poi ripreso dai violini che riecheggia una melodia del folklore americano come anche nel malinconico, Lento seguente mentre il Rondò e il Finale, hanno un colore boemo, vivace il primo, e su un ritmo di danza contadina, il secondo: un omaggio alla comunità boema di Spilville.
Il Quartetto di Cremona è stato lungamente applaudito e festeggiato con grande entusiasmo dal pubblico presente. Il bis finale in questo, che è stato l’ultimo concerto dell’anno, è stato Crisantemi di Giacomo Puccini ed è stato dedicato alla memoria di Günter Pichler, fondatore del Quartetto Alban Berg, recentemente scomparso. Cristiano Gualco lo ha ricordato con commosse parole come il “Maestro” che è stato una guida preziosa per la loro formazione artistica.
    
 

Scheda
Titolo completo: 

IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
79aStagione 2023-2024
Martedì 28 novembre ore 20.30
Quartetto di Cremona
Cristiano Gualco - violino Nicola Amati, Cremona 1640
Paolo Andreoli - violino Paolo Antonio Testore, Milano ca. 1758 (Kulturfonds Peter Eckes)
Simone Gramaglia - viola Gioachino Torazzi, ca. 1680 (Kulturfonds Peter Eckes)
Giovanni Scaglione - violoncello Dom Nicola Amati, Bologna 1712 (Kulturfonds Peter Eckes)

Late Quartets (I)
Dmitrij Šostakovič (1906-1975) Quartetto n. 13 in si bemolle minore op. 138
Aleksandr Borodin (1841-1904) Quartetto n. 2 in re maggiore
Antonín Dvořák (1841-1904) Quartetto n.12 in fa maggiore op. 96 “Americano”