Layma Azur Omniabsent. La voce stemperata dell'assenza

Articolo di: 
Livia Bidoli
Layma Azur Omniabsent

Il secondo doppio cd di Layma Azur, argentino della Ciudad Autonoma de Buenos Aires,  il cui demiurgo creativo si configura come Santiago Fradejas, e dedicato al nume tutelare di Eva Mauriz alias InMacao alla produzione generale, suggerisce da subito un'evoluzione della musica, in direzione di un “merging” molto più acuto tra sonorità dark-rockeggianti e classico-contemporanee, supportate dal violino di Bill Stewart e dalla coproduzione con Los Sueños de Árbol.

La prima parte dell'album si intitola Omniabsent suite e comprende la gran messe dei brani, undici, con ben quattro strumentali, di cui due, Nagaina e Bagheera, scritti insieme a Georgia Sànchez e Bill Stewart. L'introduzione è una ballad lamentosa e suadente dal titolo Stay, part I, con una paganiniana chiosa rutilante del violino di Bill Stewart.

Vorrei segnalare, a proposito dei brani strumentali, che vi è una connessione diretta – sebbene dobbiamo tenere conto delle rielaborazioni del compositore e delle sue accezioni particolari e metaforiche riferite ai titoli – con il Libro della Giungla (The Jungle Book,1894) di Rudjard Kipling: Nagaina è nel libro un serpente cobra; Akela è un lupo il cui nome si traduce con "solitario" (sebbene in natura ne esistano ben pochi essendo animali di gruppo e che compongono famiglie); Bagheera è una pantera nera che aiuta Mowgli, il protagonista, ad evolversi. Messua è la moglie del più ricco uomo del villaggio, che decide di adottare il selvaggio Mowgli, credendo che sia il suo figlio perduto Nathoo. Inoltre in suo onore Messua è anche il nome di una genia di ragni saltatori.

La seguente Secrets of the Meat, supportata dalla voce di Mara Szachniuk, entra prepotentemente nel tessuto rock e lirico del cd, con velati richiami al primo Bride (2005) e a progetti affini più venati di hard-rock come quello con Zumbel e 6. Lo strumentale El jardin que olvidó (Il giardino dell'oblìo) è un rito di passaggio esoterico che ci conduce alle Torture Lessons che sono il correlativo oggettivo delle liriche di tutto l'album: un incubo che imperversa tra una coppia ed un bambino, senza dirimerne l'assoluta ambiguità derivante da descrizioni macabre di ossa rotte (Broken Bones), vestiti stracciati (la finale Rest), danze consumate e furiose (Dreamality) e su tutto un nome poeticamente legato a Poe, quello di Annabel (cfr. la sua poesia Annabel Lee: tutte le notti di marea, al fianco io giaccio/ del mio amore – mio amore – mia vita e mia sposa,/ nel suo sepolcro in riva al mare,/ nella sua tomba nel risonante mare;  in originale: all the night-tide, I lie down by the side/ Of my darling – my darling – my life and my bride,/ In the sepulchre there by the sea,/ In her tomb by the sounding sea; trad. mia), il cui corpo rimane divelto e seppellito tra le rovine come le eroine del malinconico scrittore americano.

In Nagaina, scritta insieme a Georgia Sànchez e Bill Stewart, come sopra annotato, risuonano gli echi misterici in massima parte dovuti al clarinetto, al sax (Sànchez) ed al violino (Stewart), preparando ai dirompenti suoni hard-rock di The Omniabsent, la title-track lunga quasi dieci minuti, il brano più lungo di tutto l'album insieme alla finale Rest. In The Omniabsent, oltre alla voce più dura di Santiago, ascoltiamo quella flessuosa di Amandine Ferrari che cura un progetto gruppale dal nome di Eden House, che riunisce ex membri dei Pink Floyd con la scena più colta della gothic wave di marca anglo-americana: il progetto ha dato vita a tre release: The Looking Glass, Smoke & Mirrors e All I see is red.

Apre la seconda parte del cd intitolata The Open Chest, Stay,  Part II, il cui fondale oscuro introduce ad un'immersione più intensa e profonda, nonostante la voce fascinosamente sensuale di Santiago Fradejas sembri accarezzare le orecchie dell'ascoltatore. Rangda (un demone nella tradzione balinese) accoglie di nuovo la voce di Mara Szachniuk, su un tappeto lento e dalle note dissonanti per poi stemperarsi ancora in effluvi ipnoticamente rallentati di Bajo tus Pies (Sotto i tuoi piedi in italiano), dalle improvvise impennate hard rock. L'altro strumentale di Bagheera (scritto con Georgia Sànchez e Bill Stewart) è un intermezzo colto per la ballad pensosa di Eva, mentre l'ancor strumentale Paseo (Passeggiata) culla con le chitarre acustiche di Santiago Fradejas. 

Dreamality ha una struttura ritmica prepotentemente evidente che scandisce i tempi con precisione: un refrain tematico la caratterizza, estinguendosi poi nello strumentale sussurrato Akela (scritto con Bill Stewart). In The Dying Bed è una ballata che si distilla piano sulle chitarre acustiche con l'intervento suggestivo del violino. En mis alas accoglie le voci di Amandine Ferrari e Santiago Fradejas per finire su Rest, la chiosa ritmica all'album, condita di molti echi progressive e metal nelle ultime note che riemergono fra i rumori stemperati di ciò che sembra ripetere Omniabsent nella sua traduzione: non essere mai in alcun luogo oppure essere del tutto assente.

Pubblicato in: 
GN65 Anno III 5 settembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

Layma Azur Omniabsent (2011)

Part I: Omniabsent suite

1. Stay, part I / Messua

2. Secrets of the meat

3. El jardín que olvidó (instrumental)

4. Torture Lessons

5.  Broken bones

6. Nagaina (instrumental)

7. The omniabsent

8. Stay, part II

9. Rangda (instrumental)

10. Bajo tus pies

11. Bagheera (instrumental)

Part II: The Open Chest

12. Eva

13. Paseo (instrumental)

14. Dreamality

15. Akela (instrumental)

16. The dying bed

17. En mis alas

18. Rest

Santiago Fradejas - vocals, electric, acoustic and bowed guitars, JD-800 synth and textures

Christian Amato - drums and percussion
Amandine Ferrari - Vocals on En Mis Alas, The Omniabsent and Stay

Guest artists
Bill Stewart - electric and acoustic violin, textures
Gorgias Sanchez - bass clarinet, Bb soprano clarinet and soprano sax
Diego Mamani Di Giuseppe - Ronroco, textures and co-production
Nicolas Marino - piano, Rhodes, synth and electric bass
Manuel Izcaray - Double bass
Carlos Izcaray - electric and acoustic cello
Mara Szachniuk - wordless vocals on 1 2 9 10 and 16
Diego Galinanes - tenor sax
Nicolas Aguero - JD-800 synth and textures

Layma Tv on You Tube

Omniabsent on Soundclick