L'uomo dal cuore di ferro. Reinhard Heydrich, l'anima più nera del nazismo

Articolo di: 
Teo Orlando
L'uomo dal cuore di ferro

Ci si è spesso domandati se esista un ordine scritto di Adolf Hitler che abbia ordinato la cosiddetta "soluzione finale del problema ebraico", ossia il genocidio noto come Shoah. È possibile che tale ordine, mai ritrovato, non esista come documento formale per iscritto, e che il Führer si sia limitato a "suggerire" quanto venne poi messo per iscritto e atrocemente eseguito da due personaggi famigerati, Reinhard Heydrich e Adolf Eichmann, nella famosa conferenza berlinese del Wannsee svoltasi nel gennaio del 1942 (cfr. Gerald Reitlinger, The Final Solution, New York, 1953). Ora il regista Cédric Jimenez (French Connection) manda nelle sale L’uomo dal cuore di ferro, incentrato proprio su una delle figure più oscure e temibili del regime Nazista e sugli uomini e le donne della Resistenza Cecoslovacca che con immenso coraggio cercarono di eliminarlo: Reinhard Tristan Eugen Heydrich. Non si pensi però che sia il primo film dedicato a questo gerarca freddissimo e spietato: il primo lungometraggio su quest'argomento, Anche i boia muoiono (Hangmen also die), fu girato addirittura nel 1943, diretto da Fritz Lang e con la sceneggiatura dovuta a Bertolt Brecht in persona.

Il film è tratto da HHhH, il romanzo che lo scrittore francese Laurent Binet ha dedicato all'operazione Anthropoid, ossia l'assassinio di Heydrich a Praga. Il titolo è un acronimo della frase tedesca "Himmlers Hirn heißt Heydrich" ("Il cervello di Himmler si chiama Heydrich"), una battuta su Heydrich che si dice sia circolata nella Germania nazista. Cédric Jimenez ha diretto il film basandosi sulla sceneggiatura che ha scritto insieme con David Farr e Audrey Diwan.

La pellicola comincia proprio con lo stile di un biopic, seguendo le vicende di Heydrich (un perfetto Jason Clarke) fin dalla sua giovinezza come tenente della marina militare tedesca, da cui viene però congedato per una relazione con una donna aristocratica già sposata (c'è chi dice che fosse la moglie del suo ammiraglio). A quel punto viaggiando inquieto alla ricerca di un senso da dare alla vita, conosce la sua futura moglie, Lina (Rosamund Pike) che lo introduce all’ideologia nazista (di cui è fervente adepta) e gli propizia tutti i momenti della sua ascesa al potere.

Lina presenta Heydrich a Heinrich Himmler, il Reichsführer delle SS. Costui intuisce subito il potenziale di Heydrich e lo nomina capo del nuovo servizio di sicurezza del partito. La carriera dell'ex ufficiale di marina è così scandidta dagli omicidi più truci contro i nemici del "movimento", tra cui Ernst Röhm, il leader delle SA (la famosa "notte dei lunghi coltelli"), ma anche i dirigenti comunisti spietatamente perseguitati e uccisi. Allo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, dopo Berlino e Vienna, è importante rendere "senza ebrei" (nel suo modo di esprimersi) anche Praga, dove è stato trasferito e nominato Reichsprotektor di Boemia e Moravia.

Allo stesso tempo due giovani partigiani cechi, Jan Kubiš (Jack O'Connell) e Jozef Gabčík (Jack Reynor), si stanno addestrando in Scozia sotto la direzione dei servizi segreti britannici per quella che sarà definita "L'operazione Anthropoid" (un antropoide è un essere dalle sembianze umane, ma con altra natura): assassinare Heydrich. Qualche mese dopo i due atterrano con i paracadute nella Cecoslovacchia occupata, unendosi a un gruppo di resistenza il cui obiettivo è il medesimo, capitanato da quelli che nel gergo resistenziale sono chiamati "i tre Re". I partigiani dimorano presso le famiglie Moravék e Novak; Jan inizia una breve relazione d'amore con Anna Novak (Mia Wasikowska), anche lei giovane militante della Resistenza. È interessante un breve dialogo in cui si discute se valga la pena uccidere il "tiranno" sapendo che ne sarebbe poi certamente conseguita una rappresaglia orribile che avrebbe comportato la morte di migliaia di vite umane innocenti. Alla fine si propende per l'esecuzione dell'attentato, vista la situazione di estrema iniquità conseguente alla guerra e il ruolo chiave di Heydrich: forse, se fosse sopravvissuto, la soluzione finale avrebbe avuto un'ulteriore accelerazione e sarebbero morti 12 milioni di ebrei, non 6 milioni. E probabilmente l'idea di assassinare non Adolf Hitler in persona, ma un gerarca di grande peso e spietatezza fu "imitata" anche dai baschi dell'ETA, quando nel 1973 decisero di uccidere non Francisco Franco in persona (ormai gravemente malato), ma il suo delfino e successore designato, Luis Carrero Blanco: in tal modo il franchismo non si perpetuò e si aprì faticosamente la strada alla democrazia.

Nel giugno 1942 Jan e Jozef riuscirono a compiere l'attentato a Heydrich in una strada di Praga. Il gerarca però sopravvive, anche perché il fucile mitragliatore di uno dei due si inceppa; ma l'altro partigiano riesce a tirare una granata inglese, che devasta la Mercedes dell'ufficiale nazista, il quale muore pochi giorni dopo per le sue ferite (più probabilmente per una setticemia contratta per l'infezione del sangue indotta dal cuoio dei sedili della limousine).

La vendetta del regime ebbe luogo poco dopo, quando il villaggio di Lidice (da cui provenivano gli attentatori) fu raso al suolo, la popolazione fu assassinata o deportata. Jan e Jozef cercano di nascondersi nella chiesa dei Santi Cirillo e Metodio a Praga, ma vengono traditi dal doppiogiochista Karel Čurda. Con coraggio estremo ingaggiano un'ultima resistenza armata quando i tedeschi prendono d'assalto la chiesa. Tentano di fuggire nelle catacombe della chiesa. Tuttavia, quando i nazisti le inondano d'acqua con un tubo flessibile, si suicidano poco prima di annegare.

Su alcuni momenti della biografia di Heydrich forse il regista avrebbe potuto soffermarsi di più. Ad esempio sui particolari di quella conferenza sul Wannsee, tra Berlino e Potsdam, dove venne decisa la soluzione finale (richiamata anche con una rapida e "violenta" inquadratura su un documento riservato accanto al letto di morte di Heydrich). Come ebbe a scrivere Hannah Arendt, in "una lettera di Heydrich spedita per telescrivente e contenente alcune direttive per le Einsatzgruppen, si distingueva per la prima volta tra «un obiettivo finale che richiede un lungo periodo di tempo», obiettivo da considerare «segretissimo», e «le fasi per raggiungere questo obiettivo finale»" (La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Milano, Feltrinelli, 1964, p. 85): e su tale obiettivo "segretissimo" nonché sulle fasi forse qualche scena in più non avrebbe nuociuto (siamo anche perplessi per una scena dove avviene un forte diverbio tra Heydrich e un generale della Wehrmacht, veterano della I guerra mondiale, che tende a "discolpare" le azioni dei suoi uomini, rispetto a quelli delle SS: mitologia della Wehrmacht "buona" ormai dissolta dopo il libro di Daniel Goldhagen Hitler's Willing Executioners: Ordinary Germans and the Holocaust, New York, 1996).

In ogni caso, la storia è basata sull’idea stessa di Resistenza, e si presenta come un inno al coraggio di un piccolo gruppo di giovani cecoslovacchi che portò a termine una missione impossibile, perché gli autori dell'attentato sapevano benissimo che avrebbero corso il rischio di dover sacrificare la propria vita per perseguire i propri ideali. Apprezzabile merito del regista è quello di aver saputo coordinare le due parti del film (la prima ora dedicata all'ascesa del gerarca, dove vengono perfino enfatizzati alcuni aspetti "positivi" della sua personalità, come il suo amore per la musica classica trasmessogli dal padre compositore; la seconda alla preparazione dell'attentato) con una messa in scena organica, e vicina ai personaggi che fungono da “motori” emotivi e danno vita al racconto.

Pubblicato in: 
GN11 Anno XI 21 gennaio 2019
Scheda
Titolo completo: 

L'uomo dal cuore di ferro
Titolo originale:    HHhH/The Man with the Iron Heart
Lingua originale:    inglese
Paese di produzione:    Francia, Regno Unito, Belgio, Stati Uniti d'America
Anno:    2017
Durata:    119 minuti
Genere:    drammatico, thriller, guerra, biografico
Regia:    Cédric Jimenez
Soggetto:    Laurent Binet (romanzo)
Sceneggiatura:    Audrey Diwan, David Farr, Cédric Jimenez
Produttore:    Daniel Crown
Produttore esecutivo:    Daniel Delume, Alain Goldman
Distribuzione (Italia):   Videa
Fotografia:    Laurent Tangy
Montaggio:    Chris Dickens
Musiche:    Guillaume Roussel
Costumi:    Olivier Bériot


Interpreti e personaggi

Jason Clarke: Reinhard Heydrich
Rosamund Pike: Lina Heydrich
Stephen Graham: Heinrich Himmler
Jack O'Connell: Jan Kubiš
Jack Reynor: Jozef Gabčík
Mia Wasikowska: Anna Novak
Thomas M. Wright: Josef Valcik
Enzo Cilenti: Adolf Opálka
Geoff Bell: Müller
Volker Bruch: Schellenberg
Barry Atsma: Frank

Uscita al cinema 24 gennaio 2019