M3gan e il morbo di Frankenstein

Articolo di: 
Teo Orlando
Megan

Uno straordinario terzetto del cinema horror, composto da James Wan, come produttore (autore di saghe del calibro di The Conjuring e Insidious, Akela Cooper, come autrice della sceneggiatura (nota già per film come Malignant, The Nun 2) e Gerard Johnstone, come regista (noto per Housebound, 2014, e The New Legends of Monkey, 2018), propone il film M3gan, in uscita nelle sale il 4 gennaio 2023. La storia ruota intorno a M3gan, un prodigio della robotica e delle ricerche sull'intelligenza artificiale, una bambola molto realistica, programmata per essere un’affidabile compagnia per i bambini e una fonte di sicurezza per i genitori: è più di un giocattolo. È proprio parte della famiglia!

Nel film assume subito un ruolo di primo piano Gemma, ingegnera e progettista che lavora in un'avanzata industria di giocattoli (Allison Williams, già nota per il ruolo in di Scappa – Get Out di Jonathan Peele) e che sta mettendo a punto un nuovo robot dalle sembianze di una adolescente, M3gan: possiede alcune abilità come quella di ascoltare, guardare, parlare e imparare. La sua estema adattabilità fa sì che possa facilmente trasformarsi da amica a insegnante, da compagna di gioco a protettrice, per i bambini a cui sembra addirittura legarsi affettivamente.

La svolta nella vita di Gemma si verifica quando la nipotina di otto anni, Cady (Violet McGraw, già nota per The Haunting of Hill House), improvvisamente diventa orfana di entrambi i genitori, periti in un incidente stradale dove la bambina esce quasi illesa. Gemma a quel punto capisce di essere insicura e impreparata nel ruolo di genitrice. Alla problematica situazione familiare si aggiungono problemi lavorativi con il management della potente compagnia per cui lavora. A quel punto, prende una decisione che sarà gravida di inattese conseguenze. Decide cioè di affidare la bambina alle cure del prototipo di giocattolo robot che sta mettendo a punto.

Il legame che si va stabilendo tra M3GAN e Cady diventa sempre più forte, finché in Gemma non matura il timore che la sua invenzione stia usando i protocolli informatici al di là delle sue apparenti possibilità, apprendendo con una velocità impressionante, al punto tale da arrivare a percepire minacce per Cady che in realtà sono inesistenti. Da qui comincia, con una serie di colpi di scena, la trasformazione del film da semi-fiaba per bambini in sci-fi horror, fino a culminare in scene decisamente pulp: il tutto in una progressione sempre più accelerata, che tiene il fiato sospeso nell'ultima mezz'ora.

Oltre all'eccellente performance di Allison Williams e di Violet McGraw, che rendono i due personaggi in modo nient'affatto psicologicamente superficiale (come spesso accade in simili pellicole), il film vede la partecipazione di Amie Donald, come voce del robot M3GAN, per il resto reso con un misto di automi e di animazione con motion capture. Abbiamo poi Ronny Chieng nei panni di David, il capo della società per cui lavora Gemma e che svilupperà M3GAN; e Lori Dungey per il personaggio dell’indisponente vicina di Gemma, Celia.

Il film sembra sia nato da un'idea dei produttori esecutivi, Michael Clear e Judson Scott, i quali, conversando con James Wan, osservarono che non ci fossero abbastanza film con bambole assassine: decidono così di realizzare un film con una bambola killer che si divide fra Annabelle (protagonista della serie The Conjuring) e The Terminator. Ma invece di darle una dimensione soprannaturale, si è preferito conferirle una componente tecnologica.

Gli sceneggiatori hanno molto lavorato sia sul fatto che Gemma abbia voluto sbarazzarsi delle proprie responsabilità di madre acquisita e tutrice, sia sul suo rifiuto di poter dare un sostegno emotivo alla nipote Cady. Gemma finisce così per sviluppare un forte senso di colpa, aumentato dal fatto che le terribili azioni di cui si macchia M3GAN sono dovute a una scelta di programmazione di cui lei stessa è autrice: è lei stessa a dire a M3GAN di proteggere Cady a tutti i costi e la bambola le obbedirà alla lettera.

A un livello più generale, il film esplora la crescente dipendenza delle nostre vite dalla tecnologia, e la potenziale minaccia in cui incorriamo se decidiamo di delegare ad essa tutto il controllo sulle operazioni quotidiane: il messaggio implicito è quello per cui ci affidiamo alla tecnologia e all'intelligenza artificiale in un modo quasi acritico. Se questi strumenti decidessero di rovesciare gli equilibri e attaccarci vivremmo una dimensione orribile, quella che alcuni filosofi hanno chiamato il morbo di Frankenstein (The Frankenstein syndrome), ossia la paura che una creazione realizzata da un essere umano si rivolti contro il suo creatore e distrugga l'umanità.

Per debellare il morbo di Frankenstein, gli scrittori di fantascienza John W. Campbell e Isaac Asimov avevano immaginato di poter programmare i “cervelli positronici” dei robot con tre esplicite istruzioni gerarchicamente ordinate, dette le tre leggi della robotica, formulate nel modo seguente, nel racconto Runaround (1942), scritto da Asimov (e vagamente ispirate all'imperativo categorico kantiano):

1. Un robot non può arrecare danno a un essere umano [injure a human being] né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno [to come to harm].
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti da esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla prima legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la prima e con la seconda legge.

Inutile dire che nessuna di queste leggi viene contemplata nelle scelte di programmazione di M3gan, con la conclusione, non troppo inattesa, per cui disattivare il robot sarà un compito esclusivamente umano. Nessun congegno potrà mai soccorrere gli uomini in difficoltà. E anzi - messaggio finale a cui alludiamo senza esplicitarlo – non si sarà mai sicuri di una completa disattivazione di questi congegni finché non assumeremo le nostre più complete responsabilità. Temi che si ritrovano anche in uno degli ultimi romanzi del grande scrittore inglese Ian McEwan, Macchine come me.

Pubblicato in: 
GN9 Anno XV 4 gennaio 2023
Scheda
Titolo completo: 

M3GAN

Lingua originale    inglese
Paese di produzione    Stati Uniti d'America
Anno    2023
Genere    orrore, fantascienza
Regia    Gerard Johnstone
Soggetto    Akela Cooper, James Wan
Sceneggiatura    Akela Cooper
Produttore    Jason Blum, James Wan
Casa di produzione    Blumhouse Productions, Atomic Monster Productions, Divide/Conquer
Distribuzione in italiano    Universal Pictures
Fotografia    Peter McCaffrey, Simon Raby
Effetti speciali    Sven Harens
Scenografia    Kim Sinclair
Costumi    Daniel Cruden
Trucco    Stefan Knight

Interpreti e personaggi

Amie Donald: M3GAN
Allison Williams: Gemma
Violet McGraw: Katie
Brian Jordan Alvarez: Cole
Ronny Chieng: David
Jen Van Epps: Tess
Stephane Garneau-Monten: Kurt
Arlo Green: Ryan
Michael Saccente: Greg

Doppiatori originali
Jenna Davis: M3GAN
Justin Roiland: