Maestro. L'inestinguibile estate della musica

Articolo di: 
Livia Bidoli
Maestro

Per scrivere questo articolo bisogna ascoltare prima di tutto la musica del Maestro, ovvero di Leonard Bernstein. L'avrà fatto Bradley Cooper prima di girare e prima di far organizzare la colonna sonora su brani di cui non è stata (quasi) fatta alcuna citazione, a parte che li scriveva (i primi) nel ripostiglio della Carnegie Hall? 

Sì, cominciamo con una provocazione poiché, a un amante della musica di Bernstein, e di lui come direttore, salta all'orecchio (invece che all'occhio!) che, nonostante la magistrale colonna sonora incisa con la London Symphony Orchestra diretta da Yannick Nézet-Séguin per Deutsche Grammophon, Cooper, a parte il grosso "nasone" che emergeva sul suo bel viso per tutto il film, ne conosca ben poca della musica di Bernstein, e ne capisca ancor meno, nonostante la lista infinita di "consiglieri". E questa è la prima eccezione, magistrale, appunto, al suo film.

Le note positive quali sono? L'eccellenza di tutti gli attori, dallo stesso Cooper fino a Carey Mulligan; quelle stilistiche, quelle relative all'immaginario di un'epoca, dai tardi '40 fino alla fine dei '90 del '900, assolutamente perfetta per riproduzione, anche del tessuto filmico anni '70, cn le inquadrature quadrate invece che su campo lungo ed orizzontale come le odierne. Gli interni, l'arredo un po' seppia della casa di New York davanti a Central Park; la casa bianca di Tanglewood; i costumi della moglie Felicia Cohn Montealegre (di origini ebraiche come lui); e le poche citazioni dai suoi celebratissimi musical, come Fancy Free (1944) che divenne poi On The Town, che racconta la sua relazione, personale ed artistica, con il coreografo Jerome Robbins.

E così arriviamo al fulcro del film, ovvero la bisessualità, oppure l'omosessualità, di Leonard Bernstein, che sembra il correlativo oggettivo dall'inizio alla fine: prima scena, lui a letto con un giovane (Aaron Copland, il compositore ed "amico" fin da Harvard?) è chiamato a sostituire Bruno Walter malato alla Carnegie Hall, la sua prima incredibile conduzione della New York Philarmonic Orchestra. La fine del film è in discoteca con un ventenne Gustavo Dudamel cui la mattina dava lezioni di direzione d'orchestra al suo centro a Tanglewood. Dudamel è famoso per essere una delle celebrità uscite dal progetto Abreu, El Sistema, fondato dal Maestro José Antonio Abreu nel 1975 per insegnare la musica in Venezuela e togliere dalla strada i ragazzini. Fu grandemente aiutato dai Maestri Claudio Abbado e Daniel Barenboim e ha "salvato" mezzo milione di bambini dalla povertà fisica ed educativa. Tra i brani piu' suonati vi è il Mambo, da West Side Story di Bernstein.

Ora, per chi ama Leonard Bernstein come me e forse miliardi di persone, è importante quello che ha fatto per e con la musica: ci può interessare che sia stato eticamente irreprensibile negli ultimi anni di vita della moglie Felicia fino al 1978, che amava teneramente, e cui ha dedicato l'opera A Quiet Place (1983); può farci sorridere il suo "impeto" nelle sue relazioni, di qualsiasi tipo esse siano; però quello che rimane di Bernstein, il "dono" di Leonard, sono le infinite vibrazioni delle sue note, create e dirette, con amore indicibile ed inestinguibile, in "un'estate", come sottolinea la pellicola, "che per lui non finiva mai".

Pubblicato in: 
GN7 Anno XVI 15 dicembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

Maestro su Netflix dal 20 dicembre 2023

Regista: Bradley Cooper
Leonard Bernstein: Bradley Cooper
Felicia Montealegre Carey Mulligan
Genere: Biografico, Musicale, Drammatico
Anno: 2023
Paese: USA
Durata: 129 min
Distribuzione: Netflix