Mao di Torino. Tributo all'avventuroso Oriente

Articolo di: 
Elena Romanello
Bali

Al MAO di Torino, oltre alle consuete rotazioni di materiale prezioso nelle sezioni dei Paesi, sono in corso due mostre fotografiche per raccontare due Paesi dell’Estremo Oriente. Fino al 10 settembre è di scena Women in Bali, con fotografie di Bruna Rotunno, che da anni vive tra Europa e Asia e che vuole raccontare la forza femminile dell’isola, meta di un turismo attratto da una cultura antica ma ancora presente.

Nelle ottanta foto della mostra si racconta quindi l’universo femminile e la potenza creatrice della natura, nell’isola dove l’acqua è ancora venerata come sacra origine della vita e come elemento di purificazione.
L’evento è il punto finale di un lavoro durato otto anni, che parte dalla mitologia balinese, fondata sul culto dell’acqua e del femminile, e nelle foto si vedono il sacro, il rito, la creatività, l’arte, la musica e la danza, raccontati attraverso i gesti quotidiani delle donne balinesi. Sono loro le artefici delle offerte e dei fantastici addobbi sacri, creati per attrarre l’attenzione e la benevolenza delle divinità.

Oltre a offrirci un racconto di vita sulle donne balinesi, Bruna Rotunno ha concentrato la sua attenzione sulle tante donne straniere che hanno deciso di stabilirsi sull’isola per sviluppare progetti di natura etica, sociale, artistica ed educativa, all’insegna dell’eco-femminismo e della sostenibilità. Tra di loro, sono da segnalare l’americana Robin Lim, con la sua Bumi Schat Foundation, che ha aiutato a far nascere più di cinquemila bambini, riducendo l’alto tasso di mortalità, l’indonesiana Sri Adnayani Oka che ha fondato una banca di microcredito per aiutare i più poveri, l’irlandese Nattalia Sinclaire che ha aperto sull’isola una scuola Montessori e l’inglese Mary Northmore che, con la sua non-profit Smile Foundation aiuta a correggere malformazioni congenite nei bambini e non.

Fino al 1 ottobre c’è anche Per un filo di seta, un’esposizione di fotografie, disegni, carte geografiche, oggetti per bambini e non che racconta l’inizio dei rapporti commerciali tra Italia e Giappone nella seconda metà dell'Ottocento, quando militari, diplomatici e commercianti, per lo più piemontesi e lombardi, affrontarono le difficoltà del viaggio e di un paese lontano e con una lingua allora incomprensibile e non studiata, dove erano in atto rivolgimenti politici e sociali che lo resero da feudale a moderno.

Tra di loro i due imprenditori della seta Pietro Savio di Alessandria e Giovanni Battista Imberti di Racconigi che scrissero rispettivamente un prezioso diario e una raccolta di memorie, e Vittorio Sallier de La Tour, che visse nel Paese del Sol levante a partire dal 1867 e si trasferì a Yokohama, uno dei cuori pulsanti di questo nuovo corso dell’Oriente verso l’Occidente.

Un tributo a vite avventurose che scelsero di andare verso un altro mondo, ma anche ad un Paese che decise di scoprire l’Occidente e andare verso la modernità.
Le due mostre sono aperte con biglietto cumulativo con le collezioni da martedì a venerdì dalle 10 alle 18, sabato e domenica dalle 11 alle 19.

Pubblicato in: 
GN40 Anno IX 4 agosto 2017
Scheda
Anno: 
2017