Netflix. Un fenomeno chiamato Stranger things

Articolo di: 
Elena Romanello
Stranger Things

Su Netflix è disponibile la seconda stagione di Stranger Things, serie di genere fantastico diventata di culto l’anno scorso praticamente a sorpresa, pronta quindi di nuovo ad appassionare un pubblico composto in parte anche di nostalgici. I grandi protagonisti di Stranger Things sono infatti gli anni Ottanta, visti con il filtro dell’immaginario nerd e fantastico, attraverso le avventure di un gruppo di ragazzini, eroi per caso come i loro coetanei protagonisti in quel decennio di film cult come Stand by me, ET e I Goonies.

In questi nuovi episodi tornano gli amici della prima stagione, che non giocano più a Dungeons & Dragons, ma ai videogiochi. Stavolta i modelli sono ET, già citato l’anno scorso, e Alien, con una punta de L'esorcista, per una storia più cupa e forse più adulta.

Torna anche uno dei personaggi chiave della vicenda, la misteriosa Undici, ragazzina vittima di esperimenti dai poteri straordinari la cui sorte restava in bilico, ottimamente interpretata dalla tredicenne Millie Bobby Brown.

Tra gli interpreti adulti si conferma di nuovo Winona Ryder, attrice icona degli anni Ottanta e Novanta per Tim Burton e Martin Scorsese, nel ruolo della mamma di Will, Joyce; mentre arrivano Sean Astin, uno dei Goonies e poi Samwise Gamgee nella saga del Signore degli anelli che è Bob, un riparatore di apparecchiature elettroniche molto amico dei ragazzi, e Paul Reiser, già visto in Aliens scontro finale, come l’ambiguo dottor Owens che deve investigare su cosa capita nella cittadina e tenere nascosti i misteri. 

Ma perché Stranger things piace così tanto? I due ideatori della serie, i fratelli gemelli Ross e Matt Duffer, ricordano come le storie di finzione degli anni Ottanta parlavano di persone normali a cui capitavano cose incredibili. Noi abbiamo voluto ricreare le storie avventurose della nostra infanzia, quando si giocava nei boschi e i genitori non potevano contattarci al cellulare, quando non c’era Internet e dovevamo solo essere a casa per cena.

Del resto lo zoccolo duro di chi segue Stranger things e non solo è fatto da trenta e quarantenni, cresciuti con i classici degli anni Ottanta, sorta di perduta età dell’oro di cui non si ricordano i lati negativi ma la libertà di una giovinezza passata in un mondo dove non dovevi preoccuparti di come apparivi sui social e dove il fantastico poteva nella finzione succedere a tutti, dall’incontro con un alieno ad una fantastica caccia al tesoro, fino ad un viaggio iniziatico con gli amici che hai solo a dodici anni per scoprire cosa era successo ad un tuo coetaneo.

E Stranger things ricorda tutto questo, anche se è anche di più che pura nostalgia, con una trama che combina varie suggestioni del fantastico, non ultime quelle di Twin Peaks e X-Files, due miti anni Novanta che sono comunque anche loro tornati puntualmente.

Pubblicato in: 
GN4 Anno X 24 novembre 2017
Scheda
Anno: 
2017