Opera di Roma. La morte e la fanciulla

Articolo di: 
Livia Bidoli
La sonnambula

La sonnambula di Vincenzo Bellini, è stata presentata al Teatro dell'Opera di Roma dal 9 al 17 aprile nel nuovo allestimento della coppia di registi francesi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil noti come “Le lab”, al loro debutto in Italia, che firmano regia, scene e luci. Il soprano americano Lisette Oropesa è stato sostituito da Ruth Iniesta nella recita del 17 aprile per una indisposizione. Accanto a lei altre star del belcanto come John Osborn, che interpreta Elvino, Roberto Tagliavini, nella parte del Conte Rodolfo, e Monica Bacelli, in quella di Teresa. Sul podio è salito il M° Francesco Lanzillotta, che torna al Costanzi dopo L’elisir d’amore diretto nella scorsa stagione.

La sonnambula è un'opera seria in due atti composta nel 1831 su libretto di Felice Romani, su un fenomeno piuttosto ignoto nella sua formazione clinica nell'Ottocento, e che destava quindi plurime preoccupazioni. Siamo agli albori della psicanalisi ed è solo nel 1899 che verrà pubblicato Die Traumdeutung (L'interpretazione dei sogni) di Sigmund Freud. Tra la veglia ed il sonno, in questo spazio ipnagogico, non si sa mai cosa potrebbe capitare, e così Amina, la protagonista dell'opera, si troverà a varcare una camera da letto proibita a lei, alla soglia del matrimonio con Elvino, un signorotto del paese.

Entriamo però sulla scena tramite una passeggiata romana per il centro dell'attrice Lucia Loré, che interpreta Amina nei trailer da film che intersecano lo spettacolo: si inizia così a dipanare una matassa che ci appare piuttosto intricata, soprattutto poichè ci sembra presentare una giovane donna dedita ad alcool e barbiturici, per l'ansia da matrimonio: una novella Marilyn quasi usll'orlo del suicidio in un bell'abito giallo?

Non si sa: Le lab, il collettivo artistico che, oltre ai due direttori artistici Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil,  comprende Christophe Pitoiset (Collaboratore alle scene e alle luci), Luc Bourrousse (Drammaturgia), Pascal Boudet e Timothée Buisson (Video), situa il palcoscenico in una galleria d'arte con tanto di sovrapalco, una sfilata di moda o "performance" come è proiettato sullo sfondo, dalla n.1 alla n. 7.  Annotiamo poi che le riprese video proiettate durante lo spettacolo sono realizzate in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica e sono state realizzate presso la sede di Palazzo Barberini. Da quest'ultimo museo, piuttosto vicino al Costanzi, provengono le statue, la Madonna velata, la Maddalena, e vari dipinti che substanziano Der Tod und das Mädchen (La morte e la fanciulla), tema schubertiano e onnipresente nella letteratura e nell'iconografia romantiche. A margine glossiamo che il sonno è in parte una piccola morte e che "une petite morte" è invece chiamato il piacere erotico, possedendo quindi due diramazioni opposte (apparentemente), di Eros e Thanatos.

C'è qualcosa di onnipresente sulla scena ed è il nome Elvetia (Svizzera), che però rimanda anche a qualcosa di molto piu' che territoriale ove si svolge la scena dell'opera: abbiamo scoperto che Elvezia è un nome femminile di origine germanica, derivato dall'antico nome "Helfetzia", composto da "helbi" che significa "aiuto" e "zia", che significa "donna". Il significato del nome Elvezia può essere ergo interpretato come "donna d'aiuto" o "donna soccorritrice", che chiaramente potrebbe essere Teresa, la madre adottiva di Amina, nel cui ruolo ha cantato magnificamente Monica Bacelli.

Interpretiamo anche il Cristo velato, riprodotto simbolicamente tre volte sullo sfondo ed anche sul palcoscenico, simile ad un catafalco in questa scena come in quella del cimitero con Elvino, come una figura di sofferenza e di sacrificio, in questo caso corrispondente con Amina, che non è minimamente consapevole dell'atto riprovevole compiuto nel sonno, ovvero il tradimento della fiducia del promesso sposo Alvino. La bella musica, guidata con piglio sicuro e commovente in particolare nell'aria finale “Ah, non credea mirarti“ dal direttore Francesco Lanzillotta, che l'Orchestra ha eseguito con fervore, ci ha deliziato, nonostante alcune discrepanze ed incoerenze nella regia, specialmente la prima parte.

La voce di Ruth Iniesta la abbiamo apprezzata grandemente per coerenza tecnica e calore nelle note, e già apprezzata nel 2022 come Liu' all'Arena di Verona; John Osborn (Elvino), lo ricordiamo nel Mefisotfele, qui meno interessante di Roberto Tagliavini, che come Conte Rodolfo, lo ricordiamo in piena forma. Francesca Benitez, una Lisa convincente che si muove agilmente nella parte.

Grandissimi applausi per le performance vocali e musicali, con un applauso a parte sono stati acclamati Lanzillotta alla guida dell'Orchestra e Ciro Visco alla guida del Coro, che ci hanno accompagnato sulle meravigliose note di Vincenzo Bellini.

Pubblicato in: 
GN24 Anno XVI 21 aprile 2024
Scheda
Titolo completo: 

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

STAGIONE 2023/2024

La sonnambula
Musica di Vincenzo Bellini
Melodramma in due atti
Libretto di Felice Romani

dal 9 al 17 aprile 2024

Prima rappresentazione assoluta Teatro Carcano, Milano, 6 marzo 1831
Prima rappresentazione al Teatro Costanzi, 14 maggio 1881

DIRETTORE Francesco Lanzillotta
REGIA, SCENE, COSTUMI Jean-Philippe Clarac & Olivier Deloeuil “LE LAB”
MAESTRO DEL CORO Ciro Visco

COLLABORATORE ALLE SCENE E LUCI Christophe Pitoiset
DRAMMATURGIA Luc Bourrousse
VIDEO Pascal Boudet e Tim Buisson


CAST

Amina Lisette Oropesa / Ruth Iniesta (11, 13, 16 aprile)
Elvino John Osborn / Marco Ciaponi (11, 13, 16 aprile)
Il conte Rodolfo Roberto Tagliavini / Manuel Fuentes (11, 13, 16 aprile)
Teresa Monica Bacelli
Lisa Francesca Benitez
Alessio Mattia Rossi*

*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

NUOVO ALLESTIMENTO TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Biglietti in vendita sul sito dell'Opera e al botteghino

Info qui
Video intervista a Francesco Lanzillotta