Opera di Roma. Preljocaj ed il mistero eleusino di Nox

Articolo di: 
Livia Bidoli
Nuit Romaine

All'Opera di Roma riapre il balletto:  dal 13 settembre fino al 18 settembre, l’appuntamento è stato con la grande danza. Serata Preljocaj ha celebrato uno dei coreografi più innovativi della scena internazionale con due sue creazioni: Annonciation e, in prima assoluta, Nuit romaine. I protagonisti sul palcoscenico sono stati l'étoile Eleonora Abbagnato e l’ospite Friedemann Vogel con étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo dell’Opera di Roma. Una serata speciale che ha unito la danza alla grande moda attraverso la collaborazione con l’haute couture di Maria Grazia Chiuri per la Maison Dior.

Un tema come quello dell'Annunciazione, fortemente indagato in termini religiosi, per la prima volta viene esibito su un palcoscenico nel 1995 ripresa da Claudia De Smet con la supervisione dello stesso Angelin Preljocaj: l'Arcangelo Gabriele porta l'annuncio di un figlio sacro a Marie, questo è l'accadimento centrale de L'Annonciation. Il balletto è nato guardando dei dipinti sull'annunciazione: un tema iconografico per antonomasia, sono venti secoli di dipinti che percorrono questa iconografia, che guarda al corpo e alla sua trasformazione: materiale e spirituale. Come asfferma lo stesso coreografo: "Un tema d'eccellenza per una coreografia. Un corpo abitato da un altro corpo, quello di Gesù.  Sono stato molto contento di questo balletto dato all'Opéra di Parigi nel 1996 e dopo la prima la figlia di Vaslav Nijinsky e mi ha abbracciato dicendomi che il padre aveva questo stesso progetto, bloccato da una litigata con Diaghilev."

L'Annonciation di Angelin Preljocaj è quindi un balletto basato sull'iconografia cristiana dell'Arcangelo Gabriele che porta l'annuncio a Maria del figlio di Dio che crescerà nel suo grembo, uno degli episodi biblici più apertamente rivolti alla donna ed alla nascita del figlio di Dio per "immacolata concezione", come afferma il dogma. Su un tappeto di grida che la svegliano dal suo sonno, Maria, interpretata dalla solista Giorgia Calenda, si trova in una solitudine estrema sul palco finché dall'ombra procede a falcate silenziose un Angelo nel cui ruolo androgino si trova a danzare l'altra solista, Federica Maine.

Un episodio che emoziona e fa percepire la forzatura del rapporto inaspettato di possessione da parte dell'Angelo di Maria. Un senso di estraniamento da sé stessa, evocato all'inizio dalle grida sconosciute femminili, si tramuta nella mimesi dell'Angelo: Maria danza come lui/lei (l'angelo non ha sesso o entrambi i sessi) finché non viene "concepito" il bimbo che lei deve far nascere come suo e subito dopo ne viene espropriata. Una riflessione sulla spiritualità cristiana che fa sorgere domande sulla soglia limite della condizione della donna in seno ad essa ed sulla sua posizione. La musica del Magnificat di Vivaldi si "scontra" quasi con i suoni acidi e moderni di Stéphane Roy, esaltando questa doppia dimensione riflessiva e abbacinante. Mentre la prima volta che ho visto Annonciation nel 2017 con Rebecca Bianchi nella parte di Maria ed Eleonora Abbagnato nella parte dell'Angelo, la posizione di Maria era quella di vittima acquiescente, e quella dell'Arcangelo era di assoluto dominio e potenza, che neppure per un attimo poteva far dubitare sulla gerarchia di dominio, quella vista il 16 settembre scorso era un "doppio" l'uno dell'altra, sembravano due amanti, piu' che un angelo e Maria; si poteva intuire una lotta dialettica dei corpi, un litigio sensuale fra le due parti, ed una piena acquiescenza finale. Entrambe le ballerine, Calenda e Maine, sono state allo stesso alto livello di interpretazione, profondendo non solo nei passi la tecnica esecutiva, bensì la drammaticità dell'evento, scioccante per Maria, tale da generare una sorta di "ribellione" silenziosa, siglata dai alcuni dei suoi passi ritrosi.

L'episodio che segue, Nuit romaine, a sè stante ed in prima assoluta, è stato "girato" come film per la prima volta tra gli affreschi dei Carracci di Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata di Francia in Italia e presentato online come film lo scorso 29 aprile per la Giornata Internazionale della Danza scelta dall’UNESCO nel lontano 1982. Il progetto nasce da una collaborazione tra Dior e il Teatro dell’Opera di Roma, in associazione con l’Ambasciata di Francia. Il coreografo francese di origine albanese Angelin Preljocaj ha scelto Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel come interpreti principali, assieme al Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. 

Le musiche partono da Vivaldi e Händel a Bach, passano per Schubert e Rossini, per arrivare a Wagner e Ligeti fino ai Daft Punk. Le étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi, Susanna Salvi e Alessio Rezza, i primi ballerini Claudio Cocino e Michele Satriano, i solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma interagiranno con la dea Nox. Tutti gli artisti in scena indossano oltre cento costumi firmati da Maria Grazia Chiuri per la Maison Dior. Le scene sono firmate da Andrea Miglio, le luci da Eric Soyer.

Nox, ovvero l'étoile Eleonora Abbagnato, è la guida del balletto di Preljocaj: la Regina della Notte secondo la tradizione mitologica romana, derivante dalla Nyx greca, è originata dal Caos primordiale è sposa di Orcus, lei ci conduce attraverso gli svariati quadri ed aspetti della storia. In principio furono gli Angeli, sonata, neri e bianchi: gli Angeli sonata sono impersonati, in coppia dall'étoile Susanna Salvi e Flavia Stocchi, ad accogliere lo spettatore nella fiaba mitologica di una Roma antica e moderna, all'ombra protettiva di un portico, quello di Palazzo Farnese riprodotto da Andrea Miglio ed Eric Soyer. Compongono al termine due tavoli che formulano, insieme ai loro corpi, una strana figura dalla geometria caprina (un bafometto) per poi svanire nell'oscurità. Tra i tappeti e le gloriose quanto lussuriose fiamme, gli amplessi fioriscono come un'unione in quel mistero eleusino che la Notte favorisce in una Roma calda e ammaliante, tra financo giochi di corda. Quel che colpisce maggiormente sono quasi delle predizioni, come quella sui Tre Papi, con Francesca Bertaccini che lo sbeffeggia quasi con pose virili ma motteggiandole con la mano. Altro episodio à rebours è il languido amplesso tra Friedemann Vogel svegliato ai sensi da Eleonora Abbagnato: una pittura a specchio inverso dei ruoli maschile e femminile dove lei prepotente, decide, seppur ammirando la figura statuaria e narcisista de l'homme con cui danza, e poi lo abbandona. La scena finale è un capolavoro di metafore ed abiti, in cui le gonne Dior con ali di veli, indossate senza distinzione di genere, svolazzano sul parterre come libranti falene in un quadro preraffaellita di Alma Tadema - pensiamo alle Rose di Eliogabalo, 1888 - , per poi farsi abbracciare ipnoticamente da Morfeo ad un solo levarsi della mano di Nox. 

Vogliamo evidenziare la leggiadria e l'affiatamento della coppia centrale Vogel/Abbagnato, il cui accordo sopraffino si è rivelato ai nostri occhi ad ogni pas de deux; Les Perles con le due étoiles Abbagnato ed Alessandra Amato; Les Jarres dorée, con le due étoiles Amato con Rebecca Bianchi e la terza dorata giara impersonata da Francesca Manfredi; il Quatour Vivaldi con le note che scandiscono questo tempo a quattro uomini,  che è appunto Nisi Dominus, RV 608: IV. Cum Dederit dell'omonimo compositore: una doppia coppia di uomini formata da l'étoile Alessio Rezza; i due primi ballerini Claudio Cocino e Michele Satriano, insieme al solista Giacomo Castellana. Sottolineiamo la meravigliosa crescita e sincronia del Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma che gode della guida di Eleonora Abbagnato.

Lunghi applausi per un balletto che sicuramente avrà una sua evoluzione, già provocata dal passaggio da film a spettacolo dal vivo in teatro, e di cui attendiamo le prossime rappresentazioni nel mondo, e crediamo che questo battesimo da Roma Caput mundi sarà un segno apotropaico di virtuosità futura.

Pubblicato in: 
GN44 Anno XIV 24 settembre 2022
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Stagione 2021/2022
Serata Preljocaj

ANNONCIATION
MUSICHE STÉPHANE ROY (CRYSTAL MUSIC), ANTONIO VIVALDI (MAGNIFICAT)

COREOGRAFIA ANGELIN PRELJOCAJ
RIPRESA DA CLAUDIA DE SMET
SCENE ANGELIN PRELJOCAJ
COSTUMI NATHALIE SANSON
LUCI JACQUES CHATELET
RIPRESE DA ERIC SOYER

Interpreti
MARIE REBECCA BIANCHI / GIORGIA CALENDA 14, 16, 18
L’ARCHANGE ANNALISA CIANCI / FEDERICA MAINE 14. 16, 18

NUIT ROMAINE
MUSICHE ANTONIO VIVALDI, GEORG FRIEDRICH HÄNDEL, JOHANN SEBASTIAN BACH, GIOACHINO ROSSINI, LUDWIG VAN BEETHOVEN, FRANZ SCHUBERT, RICHARD WAGNER, DAFT PUNK

CREAZIONE DI ANGELIN PRELJOCAJ
COSTUMI MARIA GRAZIA CHIURI
CHRISTIAN DIOR COUTURE
SCENE ANDREA MIGLIO
LUCI ERIC SOYER

CAST
ELEONORA ABBAGNATO
FRIEDEMANN VOGEL

ALESSANDRA AMATO
REBECCA BIANCHI
SUSANNA SALVI

ALESSIO REZZA
CLAUDIO COCINO
MICHELE SATRIANO

ÉTOILES, PRIMI BALLERINI, SOLISTI E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Musiche su base registrata