OperaIncanto. Sandro Cappelletto racconta la Sfinge Rossiniana

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Sandro Cappelletto. foto Bravini

Il Festival Rossiniana di OperaInCanto è proseguito a San Gemini con due appuntamenti, il primo il 31 agosto ha avuto come protagonista Sandro Cappelletto con il soprano Cinzia Forte e al piano Marco Scolastra, il 3 settembre, il secondo con il soprano Elisa Cenni e il tenore Mark Milhofer e al piano Silvia Paparelli è stato dedicato alle le Soirées musicales rossiniane.

Nel primo concerto con titolo I peccati di Rossini, il testo e la drammaturgia sono stati di Sandro Cappelletto, elegante e documentato musicologo e affabulatore, che sa intrattenere il pubblico con elegante ironia, nel suo racconto si sono inseriti brani vocali e pianistici del musicista pesarese. Una sfinge, così Cappelletto definisce la psicologia di Gioacchino Rossini, ritiratosi dall’attività operistica, e ne analizza i diversi aspetti dandone una intrigante interpretazione.

Rossini, salvo in alcuni periodi in cui il suo stato di salute divenne così critico da “non poter tenere la penna in mano”, non smise mai di scrivere musica, ma solo per sé e alcuni scelti frequentatori del suo salotto. Di alcuni versi del Siroe di Pietro Metastasio - “Mi lagnerò tacendo della mia sorte amara, ah! Ma ch'io non t'ami, o Cara, non lo sperar da me" esistono ben ventitré versioni in diversi stili musicali; tre sono state cantate da Cinzia Forte. Perché così tante volte sono stati messi in musica quei versi si è chiesto Cappelletto?

La spiegazione suggerita è stata questa: “Mi lagnerò tacendo della mia sorte amara, ah!”,  è un richiamo palese al suo pessimo stato di salute, dovuto al lavoro degli anni in cui aveva composto opere a ritmi folli, pressato dai contrasti con gli onnipossenti interpreti, con gli impresari, con la censura a cui si erano aggiunti i bagordi in cui si era gettato in età giovanile che avevano contribuito a debilitarlo. Ma chi è Cara? Isabella Colbran, la grande cantante sua prima moglie?  La seconda moglie, Olympe Péllissier? Olympe, che assisté e curò Rossini fino alla morte, era una demi-mondaine, parola ipocrita derivata dalla commedia di Dumas figlio, Demi-monde, una Violetta, una escort si direbbe nel linguaggio odierno.

Nessuna delle due secondo Cappelletto, bensì la Musica che Rossini mai abbandonò perché fu il grande amore della sua vita. Certo coltivato con apparente distacco, trattando le sue composizioni come cosa da niente, dando titoli che lo avvicinano idealmente a Satie. Una cortina fumogena difensiva dietro cui nascondersi con le sue debolezze e le sue paure, dal treno alle rivoluzioni; si sentiva nato nell’epoca sbagliata.

Di queste composizioni dai titoli ridicoli, assurdi, sono stati dati degli esempi: La grande coquette, Arietta Pompadour e La fioraia fiorentina che sono state cantate con ironia e verve da Cinzia Forte, non di meno è stato Marco Scolastra, che oltre ad accompagnare la cantante, ha suonato brani significativi come Memento Homo da Album pur les enfants dégourdis (Album per i bambini pazzi) e Un niente da Quelqués riéns pour album (Qualcosa di niente per album)

Persino la Petite messe solennelle è un ossimoro o è piccola o solenne, afferma Cappelletto, anche la dedica a Dio è ironica, Rossini definisce la Petite messe solennelle, il suo ultimo peccato mortale. E poi sempre Cappelletto si chiede ma a quale dio si riferisce? E quindi ipotizza che sia il dio della musica, Beethoven, supponendo che l’incontro tra i due, di cui mai si è ancora trovata prova certa, ci sia stato e sia stato umiliante per Rossini, in quanto Beethoven gli avrebbe detto che era buono solo per l’opera buffa e non poteva comporre opere drammatiche. Della Petite messe solennelle Cinzia Forte ha eseguito “O salutaris hostia".
Calorosi applausi di un pubblico divertito hanno salutato la fine del concerto, e come bis Cinzia Forte ha cantato La danza (la tarantella) dalle le Soirées musicales.

Proprio alle Soirées musicales è stato dedicato il concerto del 3 settembre a Sangemini ne sono stati interpreti il soprano Elisa Cenni, il tenore Mark Milhofer e al piano Silvia Paparelli.  
Le Soirées Musicales furono composte da Rossini tra il 1830 e il 1835, il titolo deriva dalle serate organizzate a Parigi nel salotto del compositore, per un raffinato e ristretto gruppo di persone come testimoniano le dediche dei pezzi a diverse nobildonne. Nelle Soirées Musicales sono contenute otto arie per soprano e tenore e quattro duetti, in questa occasione sono state eseguite tutte le arie, ma solo l’unico duetto per soprano e tenore, La serenata, gli altri prevedono altre voci. I testi sono di Pietro Metastasio e del conte Carlo Pepoli, spesso ospite di Rossini a Parigi e autore del libretto de I Puritani di Bellini.

Rossini aveva abbandonato la composizione delle opere ma in questi brani si nota che fantasia creativa, la verve teatrale, la curiosità per le novità e la voglia di sperimentare non lo avevano abbandonato, come il compositore affermava per giustificare l’abbandono delle scene. Inoltre queste composizioni anticipano la velata, ma non troppo, ironia dei successivi “Péchés de vieilles-Peccati di vecchiaia”, La pastorella delle Alpi ne è un esempio significativo e divertente. Alcuni brani, canzonette secondo l’autore, La partenza, La promessa, Il rimprovero, mostrano una notevole invenzione melodica. Si distinguono per il ritmo, di valzer, L’orgia, di bolero, L’invito, e La danza, è una tarantella, un omaggio a Napoli, dove si era svolta una parte decisiva e importante del suo percorso creativo.

Elisa Cenni è stata una deliziosa interprete, la sua voce limpida e morbida unita a una garbata ed elegante ironia e a una giocosa verve nel porgere il canto, hanno permesso di gustare pienamente le variegate caratteristiche delle composizioni rossiniane. Da parte sua anche Mark Milhofer si è dimostrato in sintonia divertita con lo spirito rossiniano, mettendo la sua calda voce tenorile al servizio delle invenzioni del pesarese. Prezioso è stato il contributo di Silvia Paparelli che ha accompagnato al pianoforte i cantanti e ha avuto anche uno spazio per sé nell’esecuzione Une caresse á ma femme per pianoforte solo dai Péchés de vieilles. Gli applausi finali hanno convinto gli interpreti a regalare un bis la trascinante La danza a due voci.
 

Pubblicato in: 
GN39 Anno XV 19 settembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

OperaIncanto
San Gemini (TR) Teatro Comunale
Giovedì 31 agosto ore 21

I Peccati di Rossini

Testo e drammaturgia di Sandro Cappelletto
Cinzia Forte   soprano
Sandro Cappelletto    voce narrante
Marco Scolastra    pianoforte

San Gemini Teatro Comunale
Domenica 3 settembre ore 21

Soirées musicales

Elisa Cenni    soprano
Mark Milhofer   tenore
Silvia Paparelli   pianoforte