Palaexpo. Le mille e una voce di Cathy Berberian e Demetrio Stratos

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Cathy Berberian in Stripsody

Il corpo della voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos sarà ospitata fino al 22 giugno a Palaexpo di Roma, è a cura di Anna Cestelli Guidi e Francesca Rachele Oppedisano e promossa da Roma Capitale - Assessorato alla crescita Culturale. È una mostra con una insolita protagonista: la voce come potenzialità sonora, in un percorso che partendo dai dati anatomici e fisiologici presenta le diverse esperienze di ricerca espressiva di tre grandi artisti: Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos.

La voce è incorporea ma originata dal corpo, lo sanno bene gli attori che usano l'intero corpo nel loro lavoro, per questo motivo la mostra inizia con una interessante sezione introduttiva, curata da Franco Fussi, medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria, ci sono spiegazioni anatomiche e fisiologiche accompagnate da immagini affascinanti e inaspettate come il video delle corde vocali che vibrano e quello su come si modifica apparato foniatrico mentre si canta, nell’opera video di Anna Maria Hefele, una esemplare sintesi visiva. Il percorso espositivo è molto ricco  per la varietà degli “oggetti” in mostra: foto, video, materiali di repertorio, partiture originali, corrispondenze, documenti, postazioni interattive e le apparecchiature elettroniche utilizzate dagli artisti al fine di esplorare i limiti delle proprie possibilità vocali.

Si comincia con Demetrio Stratos (1945-1979) nome d'arte di Efstratios Demetriu, è conosciuto come leader degli Area, gruppo progressive rock, lo introduce la voce di di Antonin Artaud (1896-1948) nel poema radiofonico Pour en finir avec le jugement de Dieu. La ricerca sulla vocalità portò Stratos a collaborare con John Cage (1912-1992), esponente delle avanguardie che tra gli anni '50 e '60  avvalendosi  dei nuovi mezzi elettronici, ha stravolto il nesso tra suono “puro” e parola come significato e il canto. In mostra c'è la partitura performativa di Mesostics di John Cage con le annotazioni di Stratos. A questo proposito segnaliamo nel catalogo, prezioso strumento per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, l'acuto saggio di Guido Barbieri, critico musicale e drammaturgo, in cui viene ripercorsa dall'antichità alla contemporaneita la storia dei rapporti tra le varie forme  che la voce può assumere: λόγος (discorso), φωνή (suono) e μέλος (canto) argomento che è stato oggetto delle ricerche delle avanguardie tra gli anni '50 e '60, che avvalendosi  dei nuovi mezzi elettronici ha cambiato profondamente il legame tra parola e suono. La  ricerca di Stratos si svolse non solo attraverso performance, poesia, musica e teatro ma anche con esperienze scientifiche nella collaborazione nel 1976 con il Centro di Studio per le ricerche di fonetica del CNR di Padova. Non si fermò a questo, studiò Freud e nella sua ricerca filosofico-metafisica del suono prima della parola anche le tecniche vocali extraeuropee come quella sacrale ipnotica dei monaci del Tibet in grado di produrre più suoni contemporaneamente, come testimoniato nella lettera dattiloscritta in mostra. Attraverso le tre installazioni interattive realizzate per la mostra da Graziano Tisato, ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) – CNR di Padova, si può approfondire la comprensione degli effetti vocali prodotti da Stratos.

Cathy Berberian (1925-1983) di sé diceva  nel 1974: ”Spesso penso di me stessa di non di essere una cantante con il talento della recitazione bensì una cantante che sa recitare”. La Berberian aveva anche studiato danza, una esperienza che l'aiutò nella recitazione nel corso dei suoi studi di canto durante i quali scelse la tessitura di mezzosoprano, la sua personalità esuberante e curiosa la portò ad esplorare un repertorio vocale amplissimo. In un'epoca in cui affrontare la vocalità di Monteverdi era inusuale divenne un interprete di riferimento, tanto che nel 1966 Luciano Berio pensò a lei per la rielaborazione del Combattimento tra Tancredi e Clorinda. La lettera amorosa dal Libro VII dei Madrigali di Monteverdi rimase sempre nel suo repertorio concertistico, collaborò anche con Nikolaus Harnoncourt e il Concentus Musikus Wien, nella incisione di Orfeo fu Messaggera e Speranza e Ottavia in quella de L'incoronazione di Poppea. L'incontro a Milano con Berio diede un impulso decisivo a dedicarsi alla sperimentazione elettronica, la sua straordinaria fessibilità vocale e interpretativa, che le permise di praticare stili diversi di canto insieme alla briosa e ironica  vitalità trasgressiva, ne fecero l'nterprete ideale per molti musicisti d'avanguardia. John Cage creò per lei Aria, collage di stili e interpretazioni diverse e Berio Thema (Omaggio a Joyce) anche  altri compositori scrissero per la sua voce,come Bruno Maderna, Henri Pousseur e in particolare Sylvano Bussotti che compose per lei Voix de femme (1958-59)  e La Passion selon Sade (1965). Il suo interesse poliedrico era anche per il pop nei suoi recital poteva spaziare da Monteverdi  ai Beatles. Nel 1966 la Berberian compose Stripsody, “brillantissimo saggio sull’onomatopea vocale” ispirato ai comic strips, nato dalla collaborazione con Umberto Eco e il pittore Eugenio Carmi, fu espressione dell’interesse per l’onomatopea che caratterizzò la ricerca di una nuova vocalità nelle sperimentazioni con Cage e soprattutto con Berio nello Studio di Fonologia, laboratorio di musica elettronica della Rai, il sodalizio artistico e umano con il compositore durò tutta la vita, ben oltre la fine del loro matrimonio. In esposizione c'è il materiale mai pubblicato proveniente dalla Paul Sacher Stiftung di Basilea: documenti inediti tra cui un corpus di foto e lettere, varie partiture performative della cantante: Thema e Stripsody.

Dagli anni sessanta Carmelo Bene (1937–2002) cominciò a coltivare l'interesse per la voce  e le possibilità espressive dei mezzi di campionatura, amplificazione e restituzione del suono. Tra gli esempi in mostra copioni e manoscritti inediti, documenti relativi alle fonti, musicali, teoriche, filosofiche fonte di ispirazione per Bene. Negli appunti di Bene c'è un brano dai Frammenti postumi Estate /Autunno 1882 di Nietzsche: ” Ciò che nel linguaggio meglio si comprende non è la parola, bensì il tono, l'intensità, la modulazione, il ritmo con cui una serie di parole vengono pronunciate: Insomma la musica che sta dietro le parole, la passione dietro questa musica, la personalità dietro questa passione: quindi tutto quanto non può essere scritto.”C'è anche il video dell'esecuzione del Manfred su musica di Robert Schuman e testo di George Gordon Byron in cui Bene fu voce recitante. La ricerca teatrale di Bene si pose sull'attore da una parte riducendo la scenografia a pochi elementi simbolici, dall'altra sulla parola come suono slegato dal senso. Dal 1988 al 1990 ai  Bene diresse a porte chiuse i Laboratori della Biennale Teatro di Venezia, lontano “dagli altari della drammaturgia”, di questa esperienza in mostra è proiettato per la prima volta un filmato del Laboratorio, protagonisti musicisti jazz di altissimo livello, come il percussionista olandese Han Bennink e la cantante francese Anne-Laure Poulain.

Ognuno può scegliere cosa lo attragga di più e prendersi il tempo necessario per seguire quello che interessa, suggeriamo quindi di non lasciarsi sfuggire questa mostra dedicata all'esplorazioni sulle potenzialità della voce, in cui si sono cimentati con successo questi tre grandi artisti. Una occasione imperdibile, in cui chi ha avuto la possibilità di ascoltarli, riassaporerà emozioni e suggestioni e chi non ha avuto questa fortuna, potrà conoscerli.

Pubblicato in: 
GN22 Anno IX 29 aprile 2019
Scheda
Titolo completo: 

Il corpo della voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - 00184 Roma
dal 9 aprile al 30 giugno 2019
Promossa da: Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e Azienda Speciale Palaexpo
Organizzata da: Azienda Speciale Palaexpo
Con la collaborazione di: Fondazione Musica per Roma
Con la partnership: per i materiali audiovisivi di Rai e Rai Teche; con il supporto di SIAE; si ringrazia Anberries
catalogo con testi di Guido Barbieri, Adriana Cavarero, Anna Cestelli Guidi, Angela Ida De Benedictis e Nicola Scaldaferri, Franco Fussi, Luca Nobile, Francesca Rachele Oppedisano, Gianni Emilio Simonetti, Graziano G. Tisato
Orari: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30;
lunedì chiuso
Biglietti: Intero € 10; ridotto € 8
Per informazioni sulle diverse iniziative e prenotazioni: Singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500;
www.palazzoesposizioni.it