Pienza. Un interprete eccelso per Monteverdi: Philippe Herreweghe

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Vespro, foto di insieme - copyright Jules August Photography

La chiesa del Complesso Monumentale di Sant'Anna in Camprena, ex Monastero Benedettino Olivetano del XV Secolo vicino Pienza, è stata la magnifica cornice dell'esaltante concerto che Philippe Herreweghe ha dedicato a Claudio Monteverdi (1567-1643) nella ricorrenza dei 450 anni della nascita. Il Maestro ha scelto il Vespro della Beata Vergine, capolavoro del musicista cremonese, evento principale e imperdibile del Festival delle Crete Senesi. La superba esecuzione fornita dai Solisti, Ripieni e Ensemble del Collegium Vocale Gent sotto la sua direzione ha entusiasmato il pubblico presente che ha acclamato con una 'standing ovation' il maestro Herreweghe e tutti gli interpreti .

Il libro fatto stampare da Monteverdi nel 1610 a Venezia  contiene: la Missa da cappella a sei voci, fatta sul mottetto In illo tempore del Gomberti, le fughe del quale sono queste ( seguono dieci motivi musicali) e il Vespro della Beata Vergine da concerto composto sopra canti fermi sex vocibus et sex instrumentis, con dedica a Papa Paolo V. Sono due composizioni differenti, nella tradizione la Missa, mentre il Vespro contiene molte delle innovazioni del musicista, che durante la sua vita fu sempre uno sperimentatore in tutti i generi in cui si cimentò. Suo obiettivo fu la massima intensità espressiva per rendere il contenuto del testo, per realizzare questo scopo non usò solo la melodia e il ritmo, ma anche l'armonia anche contro le regole dell’epoca attirando contro di sé la censura di molti suoi contemporanei.

I pezzi di cui è composto il Vespro non sono solo quelli della tradizione, in più ci sono il Duo Seraphim a 3 voci, l'Audi Coelum a 6 voci e la Sonata sopra Sancta Maria. Monteverdi, come già nell’Orfeo, indicò precisamente quali strumenti impiegare, un’altra novità rispetto alla consuetudine. Nel Vespro il compositore fuse armoniosamente  forme musicali diverse avendo come scopo la migliore unione tra testo e musica per esprimere efficacemente il suo profondo sentimento religioso. Nella composizione si trovano diverse forme musicali: il "cantus firmus", la polifonia, i "cori spezzati" di origine veneziana, ma anche la monodia, duetti, terzetti, forme madrigalistiche, già usati nel primo melodramma cioè l’Orfeo.

E proprio il brano iniziale, Deus in adiutorium, unisce la toccata d’introduzione per trombe dell’Orfeo alla recitazione accordale in" falso bordone" del coro. Nel salmo Dixit Dominus la voce salmodiante del tenore dà inizio ad un'articolata polifonia con intrecci contrappuntistici alternati ad ariosi, tra di loro ci sono 'ritornelli strumentali' che "si possono sonare et anche tralasciare secondo il volere". Il mottetto ad una sola voce Nigra sum per tenore è la prima monodia sacra composta da Monteverdi su testo tratto dal "Cantico dei Cantici", mentre il salmo Laudate pueri, a otto voci, ha una costruzione musicale polifonica e poliritmica, impreziosita dalle coloriture nei duetti e nei  temi continuamente variati, con una 'coda' con improvvisazioni contrappuntistiche sull''Amen' con carattere madrigalesco, come anche il successivo il Pulchra es, mottetto a due voci, per soprani.

Caratteri profani sono presenti nel salmo Laetatus sum. a sei voci, a cui sono riservate passaggi virtuosistici sul basso d'organo. Il pensieroso Duo Seraphim, mottetto a tre voci, è caratterizzato dal contrappunto e dai virtuosismi vocali. Il salmo Nisi Dominus, a dieci voci per doppio coro, è poggiato sull'onnipresente "cantus firmus" e si sviluppa potente e sfolgorante con sonorità di gusto veneziano. L'Audi coelum, a sei voci, si apre con le fioriture liriche del tenore con l'effetto d'eco, come voce discendente dal cielo, un accorgimento drammatico e coinvolgente di origine profana. Sulla parola omnes intervengono le altre cinque voci in una scrittura polifonica, ariosa, trasposizione religiosa dello stile rappresentativo del musicista cremonese. Nel Salmo Lauda Jerusalem accanto al tenore si snodano 2 cori a tre voci  in una scrittura polifonica luminosa. La Sonata sopra Sancta Maria, per otto strumenti è di grande suggestione, la voce solista della soprano intona ad intervalli, per undici volte, un frammento liturgico sulla melodia della litania della Beata Vergine, mentre all'orchestra è affidato lo svolgimento di una complessa e ammaliante architettura polifonica strumentale.

Nell'inno Ave maris stella, a otto voci la polifonia sacra monteverdiana, si scompone in varie sezioni di canto con l'inserimento di 'ritornelli strumentali'. Il Magnificat, per sette voci e strumenti, che conclude il Vespro,ne  è l'apoteosi per la grandiosità della scrittura corale e per la forza e l'originalità creatrice del musicista. Il Magnificat si articola in dodici sezioni, compresi il Gloria e l'Amen in una maestosa e avvincente ascensione spirituale. Il Magnificat anima mea iniziale fornisce il motivo base, il "cantus firmus" nelle varie parti dell'opera è tenuto da una voce solista contrapposta alle altre del coro oppure agli strumenti. L'Anima mea è per solo soprano mentre l'Exultavit è per tre voci. Nel Quia respexit per gli strumenti Monteverdi indica di suonare "con più forza che si può" per sottolinearne il carattere festoso. Il Quia fecit sviluppa ritmi diversi in una varietà di soluzioni corali mentre nell'Et misericordia, a sei voci, si sviluppa il dialogo tra le voci. Drammatico è il Fecit potentiam, dove il canto dei violini si intreccia alle fioriture del tenore. Anche gli strumenti hanno un ruolo rilevante, ai cornetti è affidata l'introduzione cantabile del Deposuit, poi sostituiti dai violini.

Nell'Esurientes gli strumenti dialogano con le due voci di soprano e infine si fondono con esse mentre, nel Suscepit Israel, a tre voci, i due soprani svettano nelle fioriture acute avendo sullo sfondo il "cantus firmus" del tenore. Violini e fiati dominano nel Sic locutus in un brillante dialogo strumentale, segue il Gloria Patri. a tre voci, costruito sul motivo dei soprani mentre i vocalizzi dei tenori fanno da contrappunto strumentale. Il Sicut erat chiude il  Magnificat in una grandiosità vocale e strumentale di abbacinante bellezza. Gli esecutori hanno fornito una eccellente prova sotto la guida autorevole del maestro Herreweghe, le voci dei solisti sono state tutte perfette per intonazione, tecnica, timbro e tessitura vocale, in un equilibrio armonioso, ricordiamo Barbora Kabátkvá, anche come direttrice degli impeccabili attacchi nelle intonazioni del "cantus firmus". L'interpretazione che che Philippe Herreweghe ha dato della partitura monteverdiana è stata magistrale perché ne ha messo in luce tutti gli aspetti: la cantabilità melodica di grande respiro, le variazioni ritmiche, le formidabili architetture polifoniche, le diverse forme musicali, in una esecuzione coinvolgente di stupefacente splendore. 

Pubblicato in: 
GN42 Anno IX 28 agosto 2017
Scheda
Titolo completo: 

Sant’Anna in Camprena – Pienza
Giovedì 10 agosto 2017

SOLISTI, RIPIENI & ENSEMBLE
COLLEGIUM VOCALE GENT
PHILIPPE HERREWEGHE
direttore

Vespro della Beata Vergine da concerto composto sopra canti fermi sex vocibus et sex instrumentis, SV 206
CLAUDIO MONTEVERDI [1567–1643]

1 Deus in adiutorium Responsorio
6 voci- 6 strumenti
2 Dixit Dominus Salmo 109
6 voci- 6 strumenti
3 Nigra sum
Mottetto ad una voce
4 Laudate pueri Salmo 112
8 voci
5 Pulchra es amica mea Concerto
a 2 voci
6 Laetatus sum Salmo 121
6 voci
7 Duo Seraphim clamabant Concerto
3 voci
8 Nisi Dominus Salmo 126
10 voci
9 Audi, coelum verba oncerto
6 voci
10 Lauda, Jerusalem dominum Salmo 147
7 voci
11 Sonata sopra Sancta Maria
a 8 strumenti
12 Ave maris stella Inno
8 voci
13 Magnificat
Magnificat Anima mea (septem vocibus et sex instrumentis)
Et exultavit a 3 voci
Quia respexit (ad una voce sola et sei instrumenti li quali suoneranno con più forza che si può)
Quia fecit mihi magna (a 3 voci et dot instrumenti)
Et misericordia eius (a 6 voci sole in dialogo)
Fecit potentiam (ad una voce et tre instrumenti)
Deposuit potentes de sede (ad una voce et doi instrumenti)
Esurientes implevit bonis (a due voci et quattro instrumenti)
Suscepit Israel puerum suum (a tre voci)
Sicut locutus est (ad una voce sola et sei instrumenti in dialogo)
Gloria patri et filio (a tre voci - due de le quali cantano in Echo)
Sicut erat in principio (tutti gli strumenti et voci, et va cantato et sonato forte)

Edizione: Ricciardo Amadino, Venezia, 1610 in Sanctissimae Virgini Missa senis vocibus
Dedica: Paulo V Pont. Max.

SOLISTI
DOROTHEE MIELDS soprano
BARBORA KABÁTKOVÁ soprano
WILLIAM KNIGHT tenore
BENEDICT HYMAS tenore
SAMUEL BODEN tenore
REINOUD VAN MECHELEN tenore
PETER KOOIJ baritono
WOLF MATTHIAS FRIEDRICH basso

RIPIENI
MAGDALENA PODKOŚCIELNA, DOMINIQUE VERKINDEREN,
JOOWON CHUNG, CHIYUKI OKAMURA soprano
ALEXANDER SCHNEIDER, BART UVYN alto
STEPHAN GÄHLER, VINCENT LESAGE,
JOHANNES GAUBITZ, SÖREN RICHTER tenori
FELIX RUMPF, ROBERT VAN DER VINNE,
MATTHIAS LUTZE, BART VANDEWEGE bassi
ENSEMBLE:
VERONIKA SKUPLIK , BOJAN CIČIĆ violini
IRENE KLEIN, THOMAS BAETÉ, LIAM FENNELLY,
ROMINA LISCHKA viola da gamba
MIRIAM SHALINSKY violone
MATTHIAS SPAETER, THOMAS BOYSON tiorba
KRIS VERHELST organo & cembalo
PETER VAN HEYGHEN, ANNE FREITAG flauti dolci
ANNE FREITAG, KEIKO KINOSHITA flauti traversi
SIMEN VAN MECHELEN, CLAIRE MCINTYRE,
JOOST SWINKELS tromboni
BRUCE DICKEY, JOSUÉ MELÉNDEZ,
ANDREA INGHISCIANO cornetti

Questo concerto è stato reso possibile grazie al generose sostegno di Mrs. and Mr. Charlotte e Andre Querton-Lhoïst