Quirinale. Prima assoluta di Matteo D’Amico per le Fosse Ardeatine

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Mattedo D'Amico

Domenica 24 marzo 2024, nella stessa data in cui cade l’80° l'anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, nella programmazione annuale dei Concerti alla Cappella Paolina del Quirinale è stata eseguita in prima esecuzione assoluta: Tutte le notti, tutte le notti mi svegliavo composta da Matteo D’Amico su testo di Sandro Cappelletto, liberamente tratto dalle testimonianze femminili raccolte in L’ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli. La composizione è stata scritta su invito di Rai Radio 3 e in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana.

Le possenti voci delle donne si sono incarnate nell’interpretazione di Maddalena Crippa, una straordinaria e vigorosa voce narrante, due soprani, l’intensa Patrizia Polia e Susanne Bungaard e un mezzo soprano, una toccante Chiara Osella. Il ristretto complesso strumentale era composto da Yoshua Fortunato, al clarinetto, David Simonacci, al violino, Michele Chiapperino, al violoncello, Marco Scolastra al pianoforte. La direzione è stata affidata a Fabio Maestri, che ha creato un efficace equilibrio interpretativo tra le diverse “voci” degli esecutori per rendere la dolorosa tensione della composizione.

Alessandro Portelli in L’ordine è già stato eseguito ha raccolto le testimonianze dei parenti dei trucidati alle Fosse Ardeatine, in cui spiccano soprattutto quelle delle donne: madri, mogli, sorelle, figlie. Ha documentato come le donne imposero con il loro coraggio, la loro dolorosa e dignitosa determinazione la riesumazione dei resti per l’identificazione delle vittime, contro una volontà di tenere il più possibile nascosto quello che era accaduto. Si opponevano infatti all’idea di astratta celebrazione del monumento proposto dal comandante delle forze alleate, in carica a Roma dopo la liberazione della città, per ottenere invece un cimitero, in cui ogni tomba ricordasse ogni vittima, per mantenere una memoria individualizzata invece di una anonima fossa comune. Alla domanda ricorrente, perché nessuno storico si sia occupato delle testimonianze dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine riportate nel suo libro L’ordine è già stato eseguito (1999), Alessandro Portelli ha più volte risposto che la verità storica è stata pienamente accertata e quindi gli interessi degli storici andavano verso argomenti meno noti.

Una precisazione è sfortunatamente d’obbligo in questo disgraziato paese, dove una parte cospicua della popolazione non ha la minima idea di come si accertano i fatti e crede in quello che ha sentito ripetere in famiglia, senza porsi la domanda sulle fonti su cui si basa tale ricostruzione dei fatti. Sull’Atto di guerra di via Rasella del 23 marzo 1944 ci fu un processo davanti al tribunale militare in cui era imputato Herbert Kappler con il suo aiutante Erich Priebke. Furono riconosciuti colpevoli principalmente per il rastrellamento del Ghetto, avvenuto dopo la consegna di 50kg d’oro, che erano stati richiesti facendo credere agli ebrei che così si sarebbero salvati, l’eccidio delle Fosse Ardeatine e il rastrellamento del Quadraro. Ciò che era avvenuto a Via Rasella il 23 marzo 1944 fu riconosciuto come Atto di guerra,  dalla sentenza del tribunale militare, quindi lecito e non colpevoli coloro che lo avevano progettato ed eseguito.

Dopo questo preambolo torniamo al concerto a cominciare dall’acuta e sensibile scelta dei testi di Sandro Cappelletto che, in accordo con Matteo D’amico, ha liberamente, efficacemente rielaborato nella parte parlata le voci delle donne, seguendo la cronologia dall’eccidio alla realizzazione del mausoleo. Una superba Maddalena Crippa le ha evocate mirabilmente con una intensa partecipazione lucida e insieme sensibile. Dei testi cantati, Matteo D’amico ha detto:” a contrappuntare questa voce della narrazione con le voci della memoria, le voci del nostro passato, le nostre radici culturali e religiose. Naturalmente a cantare questi testi non potevano che essere ancora una volta che tre voci femminili, che si comportano come un terzetto vocale a volte polifonico a volte meno. Questi testi, come dicevo vengono da lontano: il primo e il quarto sono due testi dal libro dei Salmi cantati in latino, il secondo e il terzo canto sono una breve citazione dal libro di Geremia, uno, e dal libro di Giobbe l’altro, entrambi in ebraico.

Il quinto canto è sempre invece una voce del passato, ma è una voce più laica ed è un frammento da uno dei cori delle Troiane di Euripide (in greco), la cui materia, come ben potete capire, trattando del lutto delle donne si addiceva in modo stretto a questo argomento. Infine l’ultimo canto, un po’ imprevedibile, più se vogliamo diverso come scelta, un carattere liberatorio, consolatorio forse si potrebbe dire, è una quartina di versi, che ci ha colpito molto tratta dall’Arianna a Nasso di Hugo von Hofmannsthal come testo e come musica di Strauss, ma la musica di Strauss non è assolutamente citata, abbiamo preso solo questa quartina di testo (le tre ninfe, Najade Driade ed Eco, verso Arianna abbandonata da Teseo Canta, suona, dolce voce, / dolce voce, suona ancora) e anche questo essendo in italiano ed è anche l’unico veramente comprensibile, capirete un po’ il perché di questa scelta”.

L a composizione alterna la parte strettamente parlata, al melologo in cui si uniscono gli strumenti, la parte cantata e quella solo strumentale. L’ensemble strumentale è di quattro strumenti: violino, violoncello, clarinetto pianoforte, una formazione cameristica dunque, la scrittura musicale aspra, asciutta, incisiva ci ricorda in alcuni tratti Messiaen e Stravinskji, è duttile, ha grande forza drammatica quasi teatrale nell’evidenziare la narrazione non solo storica ma soprattutto emotiva.

Matteo D’Amico sa bene avvalersi delle voci, sfruttando bene le caratteristiche delle diverse tessiture vocali e lo ha dimostrato anche in questa composizione nelle riuscite scelte per il canto delle donne. Nella corretta articolazione delle parole spiccavano la voce limpida, ed espressiva di Patrizia Polia e quella calda, pastosa e intensa di Chiara Osella che hanno dato profondità al testo, meno a suo agio ci è parsa Susanne Bungaard. L’esecuzione di questa partitura è ardua non solo per la scrittura ma anche per la concentrazione che richiede. I solisti: Yoshua Fortunato, al clarinetto, David Simonacci al violino, Michele Chiapperino al violoncello, Marco Scolastra al pianoforte l’hanno resa con grande vigore espressivo. Su tutto emergeva la preziosa direzione Fabio Maestri, artefice della straordinaria interpretazione della composizione, armonizzando efficacemente le voci strumentali e umane.

Ricordiamo che l’esecuzione è stata preceduta da un brano di Goffredo Petrassi (1904-2003) Toccata per pianoforte (1933) suonata dal bravo Marco Scolastra, un preludio ben scelto.

Scroscianti, intensi, commossi, lunghi applausi e acclamazioni del folto pubblico, accorso anche per partecipare e dare peso alla celebrazione dell’80° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, hanno accolto la fine dell’esecuzione.  

Pubblicato in: 
GN23 Anno XVI 14 aprile 2024
Scheda
Titolo completo: 

I concerti del Quirinale
Rai Radio 3
24 marzo 1944 / 2024. Concerto per l' 80° anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine

Goffredo Petrassi, Toccata per pianoforte

Matteo d'Amico,Tutte le notti, tutte le notti mi svegliavo.

Testo di Sandro Cappelletto liberamente tratto dalle testimonianze femminili raccolte in "L'ordine è già stato eseguito" di Alessandro Portelli.

Maddalena Crippa, voce narrante
Yoshua Fortunato, clarinetto
David Simonacci, violino
Michele Chiapperino, violoncello
Marco Scolastra, pianoforte
Patrizia Polia, soprano
Susanne Bungaard, soprano
Chiara Osella, mezzosoprano
Fabio Maestri, direttore    

Prima esecuzione assoluta, composto su invito di Rai-Radio3. In collaborazione con la Presidenza della Repubblica e con Rai Quirinale.

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