Roma Universalis. Dall'Africa fino alla Roma dell'impero

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Ingresso al Complesso Severiano

Il 15 novembre 2018 si è aperta Roma la mostra Roma Universalis. L’impero e la dinastia venuta dall’Africa, che si concluderà il 31 agosto 2019. È dedicata all'ultima grande dinastia imperiale i Severi questa esposizione, ubicata in tre luoghi diversi, Colosseo, Foro Romano, Palatino.

Alfonsina Russo, Direttrice del Parco archeologico del Colosseo, ha dichiarato che: “non è un evento effimero, ma è l’occasione per aprire al pubblico parti del parco prima non fruibili”. La mostra è stata promossa dal Parco archeologico del Colosseo, ideata da Clementina Panella che l'ha curata con Alessandro D’Alessio e Rossella Rea. La dinastia che regnò dal 193 al 235 d.C. fu fondata da Settimio Severo, nato a Leptis Magna in Libia da una famiglia di origine italica appartenente all'ordine equestre, prese il potere con l'appoggio delle legioni di stanza a Carnuntum (presso Vienna). Conscio del ruolo decisivo dell'esercito ne raccolse il consenso con l'aumento della paga, con diverse regalie e privilegi, grazie a questa accorta politica fu l'unico a non essere assassinato. Quando morì nel 211 salirono al soglio imperiale i due figli, Caracalla e Geta, poi il primo uccise il fratello, e fu ucciso a sua volta da Macrino, ma fu il suo potere fi una breve parentesi tra il 217 e il 218.

Caracalla è conosciuto soprattutto per aver emanato la Costitutio Antoniniana (212), che diede la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero, e per le imponenti Terme omonime erette a Roma. La loro fastosità e ricchezza segnò un apice non più emulato in un impero che aveva iniziato il suo declino. Le Terme di Diocleziano benché molto estese non ebbero quella profusione di marmi e opere d'arte che resero quelle di Caracalla uno dei luoghi di elezione per il reperimento di statue, di marmi e colonne di marmo prezioso insieme ai Fori, al Palatino e Villa Adriana. Grazie alle abili matrone della famiglia dei Severi, si succedettero Sesto Vario Avito Bassiano, che salendo al soglio imperiale prese il nome di Marco Aurelio Antonino Augusto, ma è noto come Elagabalo, da El Gebal, sacerdote del dio Sole (218-222) e Severo Alessandro ( 222-235), ma entrambi furono vittime di congiure. Le determinanti donne della dinastia erano di origine siriana a cominciare dalla moglie di Settimio Severo, Giulia Domna, nata ad Emesa in Siria e figlia del sacerdote del dio Sole, fu una persona autorevole che protesse filosofi, poeti e giuristi e riusci a introdurre i membri della sua famiglia in quella imperiale. Elagabalo e Severo Alessandro erano figli rispettivamente di Giulia Soemia e di Giulia Mamea, figlie di Giulia Mesa, sorella di Giulia Domna. Si può quindi affermare che questa fu una dinastia libico- siriaca.

La breve esposizione nella galleria del II ordine al Colosseo illustra gli aspetti più rilevanti del governo dei Severi, inizia con il busto di Marco Aurelio, l’ultimo degli imperatori adottivi, perché Settimio Severo affermò di essere suo figlio adottivo per legittimare la sua elezione. Seguono i ritratti dei membri della dinastia imperiale, iniziando da Settimio Severo e Giulia Domna raffigurata a figura intera come Cerere, si attribuì il titolo di “mater castrorum”, un appellativo che era stato anche dato a Faustina moglie di Marco Aurelio, allo scopo di ingraziarsi il favore dei legionari. Le risorse finanziarie per l'esercito, la burocrazia e le opere pubbliche erano scarse per il diminuito gettito fiscale anche a causa  dell'epidemia di vaiolo (165-189) che aveva ridotto la popolazione. Per questo Settimio Severo nell'emissione del denario ne diminuì l'argento contenuto, mantenendo il valore il valore nominale, Caracalla fu l'autore di una ulteriore svalutazione,istituendo l'antoniniano del peso di una volta e mezza il denario ma con lo stesso stesso contenuto in argento; in esposizione ci sono alcune monete accompagnano la spiegazione. Ci sono anche frammenti dell'arco rinvenuti a Napoli durante gli scavi della metropolitana ascrivibili all'età severiana, a cui si aggiungono il Plastico del teatro di Sabratha e il Plastico dell’Arco di Settimio Severo a Leptis Magna a testimonianza delle notevoli opere pubbliche fatte in Italia e nelle diverse provincie. Proveniente da Gießen (in Germania), è esposto il Papyrus Gissensis 40 (215 d.C.) con la Constitutio Antoniniana emanata da Caracalla nel 212.  Ci sono anche gli eleganti oggetti in vetro provenienti da Alessandria d’Egitto e da Colonia, le ceramiche dalla Tunisia e gli argenti di raffinata fattura prestati dall Metropolitan Museum of Art (USA). Una immagine di Sol, trovata nel mitreo di Santa Prisca, è in mostra per ricordare la diffusione di nuovi culti di origine asiatica oltre al cristianesimo, quello di Mitra e  il dio Sol, introdotti dai dai legionari e favoriti dal sincretismo dei vari esponenti della dinastia.

Spostandosi al Foro Romano oltre all'Arco di Settimio Severo, nel Tempio di Romolo sono esposti trentatré nuovi reperti di pregevole fattura trovati durante gli scavi presso le "Terme di Elagabalo", che furono reimpiegati come materiale edilizio nelle fondazioni di un edificio del VI-VII secolo. Ci sono sette ritratti di cui tre di Settimio Severo, oltre due erme di probabile epoca giulio-claudia una bifronte e l’altra trifronte. Tra le nuove aperture c'è un tratto del vicus ad Carinas che collegava il Foro con il popoloso quartiere “delle Carine” sul colle Esquilino, il tracciato attuale è connesso alla costruzione dl Forum Pacis in cui era il Tempio della Pace edificato da Vespasiano al termine della guerra giudaica. Il vicus noto poi nel Medio Evo come Arco del Ladrone  fu anche un luogo di sepoltura non solo a terra ma anche nelle nicchie dei muri che lo costeggiavano.

Dal vicus è possibile vedere il muro dell'edificio tra il Foro Romano e il Forum Pacis, poi trasformato in chiesa dei Ss. Cosma e Damiano da papa Felice IV (526-530), sul muro esterno sono ancora visibili i punti incui erano fissate le tavole di marmo che componevano la Forma Urbis. Nell'epoca dei Flavi era la sede dell'ufficio catastale su cui era posta la Forma Urbis, una pianta catastale che serviva per l'imposizione delle tasse e quindi veniva aggiornata. L'incendio del 191 d. C.,distrusse quasi completamente il Forum Pacis e danneggiò l'edificio e la pianta, che furono restaurati in epoca severiana. La nuova edizione fu realizzata sotto  Settimio Severo, dopo il 203, data d'inaugurazione del Settizonio, ai piedi del Palatino, che è  raffigurato nella pianta. Sempre dal vicus è ora visibile la parte residua della splendida pavimentazione dell'aula di culto del Tempio della Pace in opus sectile con un disegno con cerchi di marmi pregiati: porfido rosso, pavonazzetto e granito grigio. Al Colosseo sono esposti alcuni frammenti della Forma Urbis e una ricostruzione multimediale  della stessa.

Alle pendici del Palatino sulla via Sacra è stata aperta anche l'area in cui gli scavi hanno riguardato l'edificio conosciuto come “Terme di Elagabalo”.  Sempre sul Palatino il percorso di visita si estende alle imponenti Arcate Severiane da cui si accede allo Stadio fino ad ora visibile solo dall'alto e alla straordinaria Sala dei capitelli dal soffitto a cassettoni stuccato che contiene preziosi frammenti architettonici e scultorei , gli splendidi capitelli che sono stati restaurati per l’occasione oltre ad una cospicua serie di frammenti che meritano di essere studiati e aspettano tempi migliori.

Pubblicato in: 
GN5 Anno XI 3 dicembre 2018
Scheda
Titolo completo: 

Roma Universalis . L’impero e la dinastia venuta dall’Africa
Roma, Colosseo – Foro Romano – Palatino
Info: www.colosseo.beniculturali.it
Periodo
dal 15 novembre 2018 al 31 agosto 2019
Ideazione di Clementina Panella
A cura di Alessandro D’Alessio , Clementina Panella , Rossella Rea
Promossa da Parco archeologico del Colosseo
Organizzazione e catalogo Electa

Biglietto
Intero € 12,00; ridotto € 7,50
comprensivo delle mostre in corso
nell’area archeologica Foro Romano –
Palatino – Colosseo.
Riduzioni e gratuità secondo la normativa
vigente.
Lo stesso biglietto, valido 2 giorni,
consente un solo ingresso al Colosseo e
un solo ingresso al Foro Romano–Palatino
Prevendita e visite guidate
tel. +39.06.39967700