Santa Cecilia. Debutta Herreweghe nel segno del romanticismo

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Philippe Herreweghe e Alexander Lonquich durante le prove

Il romanticismo passionale del Concerto per pianoforte di Schumann e il romanticismo fantastico del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn sono stati protagonisti dell’avvincente concerto diretto da Philippe Herreweghe, al suo debutto con i complessi dell'Accademia, con Alexander Lonquich solista.

Schumann, dopo essere riuscito a sposare l’amatissima Clara Wieck, pianista di notevole talento che divenne anche sua preziosa collaboratrice, scrisse nel 1841 l'Allegro per pianoforte e orchestra con il titolo di Fantasia. Il brano divenne poi divenne il primo movimento, Allegro affettuoso, dell’unico concerto per pianoforte e orchestra composto da Schumann. Piero Rattalino fa notare come il tema, da cui scaturisce anche il secondo tema si basi su tre note Do, Si, La, tema che viene continuamente elaborato nel corso del movimento. Aggiunge che Do SI La cioè C, H, A sono anche le lettere che compaiono in sCHumAnn e nel soprannome di Clara, CHiArinA, una corrispondenza tra le lettere dei nomi e delle note già usato nel Carnaval. Si potrebbe supporre che il compositore abbia voluto mettere in musica l’unione finalmente raggiunta con l’amata Clara, che è, infatti, la dedicataria e l’interprete ideale per il compositore.

La musica racconta una travolgente passione fin dai primi imperiosi accordi che aprono Allegro affettuoso, nello svolgimento c’è anche un intermezzo elegiaco, Andante, in cui il pianoforte dialoga con l’orchestra, particolarmente con i due flauti e il clarinetto, dopo questa pausa si torna al clima passionale di apertura.  L'Intermezzo, Andantino grazioso, è pervaso da una melodiosa e soave cantabilità che poi sfocia direttamente nell’Allegro vivace che riprende il tema iniziale a cui si aggiunge un secondo soggetto e una varietà ritmica che lo connota nei suoi sviluppi. La coda finale fa brillare il virtuosismo dell’interprete. Alexander Lonquich è stato un esecutore ideale di questo concerto che presenta molte insidie interpretative, sicuramente è necessario essere un grande virtuoso, ma non basta, l’incandescente passionalità come la delicata elegia devono espresse, per questo la sensibilità del tocco, basilare per i timbri, la dinamica e la cantabilità sono doti fondamentali e preziose che Lonquich possiede. L’armoniosa intesa con Herreweghe ha fatto il resto e il pubblico ha lungamente e festosamente acclamato Lonquich che come bis ha eseguito, sempre di Schumann, Aufschwung (con slancio) il secondo pezzo dai Phantasienstücke del 1837.

Nella seconda parte è stato eseguito il Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn. Il romanticismo europeo riscoprì Shakespeare e accese la fantasia di molti artisti come il diciassettenne, Felix, che spinto dalle assidue letture del Bardo, compose uno straordinario capolavoro l'Ouverture per il Sogno di una notte di mezza estate nel 1826. Successivamente nel 1843, per una rappresentazione del dramma scespiriano, curata da Tieck al teatro di Potsdam, il re lo invitò a comporne le musiche di scena. Mendelssohn compose queste musiche usando la precedente Ouverture, che si inserisce perfettamente, il coro è unicamente femminile perché in tedesco gli elfi sono creature femminili. Il compositore rende magnificamente l’atmosfera fantastica tra l’incanto del sogno e l’inquietudine dell’incubo dei diversi protagonisti La musica attesta la sensibilità drammaturgica di Mendelssohn che coglie nel segno, non a caso è stata impiegata in alcune delle diverse messe in scena teatrali o cinematografiche che nel corso del tempo ha suggerito agli interpreti di questo testo.

L’Ouverture, che presenta più temi, è in forma sonata con la classica architettura basata sulla tripartizione Esposizione, Sviluppo, Ripresa. Nel successivo Scherzo scritto per la conclusione del primo atto, i due temi hanno una notevole affinità, è un brano complesso che potrebbe essere il terzo tempo di una sinfonia così come l’Ouverture potrebbe essere il primo. La marcia degli Elfi accompagna l’entrata di Oberon e Titania e il Lied successivo per le voci soliste e il coro degli elfi è propiziatorio per il sonno della regina. L’Intermezzo, che chiude il secondo atto, coglie l’inquietudine dei personaggi che vagano nel bosco e nei loro mutevoli stati d’animo la tensione di questo brano si stempera nell’allegra allusione alle prove degli artigiani improvvisatisi attori. La narrazione prosegue nella magica soavità del Notturno che descrive il sonno delle vittime degli errori di Puck nell’usare il succo magico del fiore purpureo. La successiva scintillante Marcia nunziale è ben nota e troppo abusata dai più, che non conoscono il tragico esito delle nozze tra Teseo e Ippolita. I due brani seguenti sono dedicati alla recita degli artigiani con la Marcia funebre per le esequie di Piramo e la vivace e divertente danza basata sul terzo tema dell'Ouverture, che conclude la parte comica. Il Finale inizia infatti con una ripresa della Marcia nuziale, che sfuma dolcemente in un pianissimo, riappaiono i quattro accordi che aprono l’Ouverture con poi il canto corale degli elfi e delle loro soliste sul tema lirico centrale dell'Ouverture, infine la chiusura con la ripetizione dei quattro accordi.

Il grande fascino di queste musiche è racchiuso nella raffinata ricchezza timbrica, dinamica e nella intensa cantabilità melodica che dipingono mirabilmente le diverse atmosfere del dramma, ma che sono difficili da rendere. Bella prova di tutte le sezioni dell’Orchestra e del Coro femminile che sotto l’autorevole guida di Philippe Herreweghe hanno reso le diafane atmosfere incantate e quelle scintillanti, le inquietanti situazioni drammatiche come quelle comiche. Valter Malosti, voce recitante, si è inserito scegliendo testi, non solo del dramma scespiriano, che a suo avviso avrebbero illuminato il pubblico nella comprensione della musica. Scroscianti applausi per tutti alla fine del concerto di giovedì 28 ottobre scorso.

Pubblicato in: 
GN1 Anno XIV 3 novembre 2021
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Giovedì 28 ottobre ore 19.30, venerdì 29 ore 20.30 e sabato 30 ore 18
Auditorium Parco della Musica di Roma – Sala Santa Cecilia

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Philippe Herreweghe direttore
Alexander Lonquich pianoforte
Valter Malosti voce recitante
Piero Monti maestro del Coro

Robert Schumann Concerto in La minore per pianoforte e orchestra op.54
Felix Mendelssohn (1809 - 1847) Sogno di una notte di mezza estate op. 61 (MWV M13)
Musica di scena per la commedia di Shakespeare per soli, coro femminile e orchestra
Soprano Sara Fiorentini* primo elfo
Mezzosoprano Roberta De Nicola* secondo elfo
*Artiste del Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia