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Stradivarius. Le trascendenti Variazioni secondo Andrea Padova
Un altro CD bachiano del pianista Andrea Padova, per l'etichetta Stradivarius, distribuita da Milano Dischi, nel quale è affrontato un monumento della produzione bachiana: Le Variazioni Goldberg BWV 988. Registrazioni come questa, e mi riferisco ovviamente alla scelta del brano, sono senza dubbio “coraggiose”, intendendo con questa definizione l'importanza che assume la decisione sia di proporre in pubblico ma anche di registrare un'opera come questa. Importanza nell'ambito del proprio percorso professionale, importanza per quello che si desidera trasmettere all'ascoltatore come risultato di una personale lettura e visione estetica, ed anche importanza per gli inevitabili paragoni con altre registrazioni.
Diciamo subito che Andrea Padova, che peraltro è un grande interprete bachiano, ha senza dubbio tutte le carte in regola per affrontare questo impegno, ed anche in questo CD dimostra come abbia anche lui, al pari di altri rari interpreti, qualcosa da proporre nel panorama delle registrazioni delle Goldberg.
La storia della musica è bizzarra: questa creazione bachiana, insuperata ed insuperabile, un valore assoluto nel linguaggio musicale occidentale, nasce come brano terapeutico per cercare di conciliare il sonno dell'insonne conte von Keyserling, che desiderava ascoltare musica nella notte proveniente dalla stanza accanto ed eseguita dal suo clavicembalista ed allievo di Bach Johann Gottlieb Goldberg...
Valore assoluto, si diceva. In effetti in questa occasione la struttura del brano e la scelta di utilizzare lo schema del tema con variazioni ha permesso a Bach di costruire un edificio perfetto, nel quale il concetto di estrarre ciò che è contenuto in una cellula originale, si rivela all'ascoltatore estasiato in una serie di variazioni sorprendenti per bellezza e varietà ritmica ed espressiva.
Un interrogativo ricorrente, nato dopo la nascita ed affermazione del pianoforte, è se sia lecito eseguire su questo strumento una composizione così impegnativa composta, come espressamente indicato dallo'autore, per un clavicembalo a due manuali, cioè con due tastiere, esistendo delle sezioni nelle quali potrebbe essere oggettivamente complesso far emergere e risaltare alcune caratteristiche della scrittura.
Andrea Padova, come accaduto in rarissimi altri casi e forse solo con un interprete che dall'alto della sua genialità osserva quanto gli altri si accingono a fare, dimostra con questa registrazione che l'esecuzione al pianoforte può reggere il confronto con quella clavicembalistica ed anche, rispettando la concezione strumentale e timbricamente sempre “nascosta” nella musica di Bach, esaltarne ulteriori, sorprendenti, peculiarità.
Ci è particolamente piaciuta la scelta di raggrupare le variazioni in sezioni raccolte sotto un'unica traccia. Il CD comprende infatti, a fronte di 30 variazioni, 12 tracce, dove la prima l'ultima sono dedicate all'aria che fornisce il tema da variare.
Ecco allora che le variazioni si trovano raggruppate in maniera non casuale e secondo uno schema che tiene conto della loro struttura, dell'andamento ritmico e della loro consequenzialità. Affascinante il passaggio ed il cambiamento ritmico fra la II variazione e la terza, un canone all'unisono che si rivela fresco e scorrevole come un ruscello di campagna. Anche le pause fra questi micro gruppi assumono valore espressivo, come la separazione percebile fra la traccia 3 e 4, ben cinque secondi, che introduce all'esecuzione della variazione IX, rarefatta e contemplativa. Che dire poi della variazione XIII, nella quale il concetto della variazione della linea melodica raggiunge valori espressivi altissimi al termine della quale una separazione ancor più lunga della precedente prepara l'attacco di una nuova variazione travolgente ed arabescata come un pizzo barocco.
Queste brevissime e sintetiche considerazioni, ogni variazione meriterebbe un'analisi, cercano di far comprendere le sensazioni che nascono dall'ascolto delle Goldberg in generale e da questa interpretazione in particolare: uno stupore ed una sorta di stordimento che può essere provocato solo dal contatto con qualcosa che non appartiene al mondo sensibile, ma che ci è dato il privilegio di conoscere e condividere. J.S.Bach era solito scrivere al termine delle sue composizioni “SDG”, soli deo gloria. In effetti, qualsiasi sia l'approccio con il divino che l'ascoltatore possa avere, la musica di Bach rappresenta il più grande tentativo che l'uomo ha realizzato per rapportarsi al trascendente, senza però mai dimenticare la propria umanità e senza alcuna presunzione, alzando però lo sguardo verso il cielo per sollevarsi dalla terra, solo, insieme a tutti.
Il CD termina, così come iniziato, con una traccia singola nella quale viene riproposto il tema. Dopo l'inebriante serie di variazioni, Andrea Padova ripresenta il tema con una calma ed una serenità propria di chi è consapevole di aver attraversato un universo nel quale la mente umana si trova in sintonia con un progetto di perfezione. Emozionante e straordinariamente espressiva la scelta di allungare in maniera inaspettata l'ultima appoggiatura, le ultime due note, che chiudono questo cammino come si chiudono le palpebre degli occhi dopo aver osservato l'universo, per non dimenticare la bellezza di quanto si è scoperto e mai creduto possibile.