Teatro dell'Opera di Roma. Un capriccioso quanto tradizionale Elisir

Articolo di: 
Simone Vairo
L'Elisir d'amore

Il Teatro Dell’Opera di Roma saluta con grandi applausi L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti dal 4 al 18 febbraio 2011: un’interpretazione classica e divertente di Ruggero Cappuccio con le scene di Nicola Rubertelli per cercare di far riscoprire al pubblico il compositore in questione. La direzione musicale è del Maestro Bruno Campanella

«…Datemi un buon libro e vi darò una buona opera…», così scriveva in una lettera il compositore Gaetano Donizetti. Un ‘affermazione impropria, considerando il grande numero di opere da lui scritte prima del 1832, ma più che giusta poiché molti dei suoi lavori, benché riscuotessero grande successo, erano stati più volte penalizzati da un testo alquanto mediocre. Il libretto di Felice Romani fu quasi una sorpresa: una storia buffa, ma che aveva in sé anche degli elementi patetici; la storia del contadino Nemorino segretamente innamorato di Adina ovvero L’Elisir D’Amore, un’opera buffa in due atti.

La trama procede con l’arrivo del generale Belcore il quale, anche lui invaghito della bella contadina, le chiede di sposarlo. Adina, sorpresa dalla richiesta, chiede di poterci pensare poiché, attraverso il successivo dialogo con Nemorino, si scoprirà che l’amore fedele e duraturo non la soddisfa a pieno. Nel frattempo giunge al paese Dulcamara, un medico ‘fanfarone’ che afferma di possedere un elisir che fa innamorare. Nemorino, ovviamente, crede alle bugie del dottore e compra il magico filtro, ma la pozione non da i risultati sperati. Adina ha deciso, per fare un dispetto a Nemorino, di sposare il generale subitamente. Il secondo atto altro non è che un evolversi di quanto detto in precedenza fino alla rivelazione dell’amore di Adina per Nemorino.

L’intera opera, ambientata in una campagna indefinita (ma ben radicata nel pensiero del compositore come un paesaggio campano), è inserita dallo scenografo Nicola Rubertelli in un quadro scenico dove a prevalere è il colore bianco: un piccolo angolo di paradiso in cui ogni cosa è pura…esattamente come l’animo dei personaggi. La radice di tale ragionamento ha sede nella musica (diretta dal maestro Bruno Campanella); quest’ultima, probabilmente di stampo mozartiano con riferimento a Zerlina e Masetto in Don Giovanni, possiede una linea melodica ben definita che sa ‘sposarsi’ perfettamente non solo con i versi, ma è sicuramente costruita al fine di caratterizzare i personaggi: un suono semplice e sempre allegro con non pochi momenti patetici (in riferimento all’aria “Una furtiva lagrima” - II, 7 - di Nemorino, interpretato da Ivan Magrì) sul quale il regista Ruggero Cappuccio ha preferito concentrarsi al fine di rendere lo spettacolo tanto ovvio quanto tradizionale.

Il personaggio di Adina (interpretata dall’eccellente Rosa Feola), è il massimo esempio di tale ragionamento: essa è una figura comica che invece di rappresentare un personaggio docile e devoto all’amore, si dimostra l’esatto contrario mantenendo quella furbizia tipica dei personaggi del teatro rossiniano. Ogni interprete, al fine che il pubblico meglio comprenda il linguaggio di Donizetti, deve presentarsi sul palco calandosi perfettamente nel personaggio evitando ogni caratterizzazione personale: in particolar modo il riferimento va a Belcore (un bravissimo Gezim Myshketa), ma soprattutto a Dulcamara. Non è un caso che il regista Cappuccio abbia scelto per tale personaggio Simone Del Savio: un ottimo attore, ma che, purtroppo, si è dimostrato un po’ debole nelle parti vocali.
 
Ciò che, invece, ha rappresentato un grave problema riguarda il coro di Roberto Gabbiani: non si è trattato di come porlo a livello scenico quanto più che altro delle loro performance vocali: i vari cantanti si sono dimostrati non coesi poiché più concentrati nel muoversi sul palco; una lacuna che, per fortuna, non ha fatto sì che l’intero spettacolo risultasse noioso e mal costruito.

Il regista ha voluto, infatti, porre maggiore attenzione al linguaggio musicale di Gaetano Donizetti soprattutto attraverso i suoi personaggi, riuscendo, così, a creare un Elisir d’amore piuttosto classico, ma davvero ben riuscito.
 

Pubblicato in: 
GN41 Anno III 28 febbraio 2011
Scheda
Titolo completo: 

L’Elisir d’amore
Musica di Gaetano Donizetti
Melodramma giocoso in due atti
Libretto di Felice Romani

Teatro dell'Opera di Roma

Durata2 ore e 40 minuti circa (intervallo compreso)
Prima rappresentazione

Venerdì, 4 Febbraio, ore 20.30 (turno A)
Repliche
Domenica, 6 Febbraio, ore 16.30 (turno E)
Giovedì, 17 Febbraio, ore 20.30
Sabato, 12 Febbraio, ore 18.00 (turno D)
Martedì, 15 Febbraio, ore 20.30 (turno B)

Spettacolo di Venerdì, 18 Febbraio, ore 20.30

Direttore Bruno Campanella
Regia Ruggero Cappuccio
Scene  Nicola Rubertelli
Costumi Carlo Poggioli
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Disegno luci Agostino Angelini

Interpreti
Adina Adriana Kucerová (4, 6, 12, 15, 17) / Rosa Feola (18)
Nemorino Saimir Pirgu (4, 6, 12, 15, 17) / Ivan Magrì (18)
Belcore Fabio Maria Capitanucci (4, 6, 12, 15, 17) /Gezim Myshketa (18)
Dulcamara Alex Esposito (4, 6, 15, 17) /Simone Del Savio (12, 18)
Giannetta Erika Pagan

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera
Prima rappresentazione: Milano, Teatro della Cannobiana, 12 maggio 1832  Ultima ripresa nella stagione 2002.