Torino MAO. Ripercorrendo la via della seta

Articolo di: 
Elena Romanello
Zenobia

Fino al 2 luglio prossimo il MAO, Museo di arte orientale, di Torino in via San Domenico 11 propone la mostra Dall'antica alla nuova via della seta, per raccontare un'epoca fondamentale di scambi tra Oriente e Occidente.

La via della seta univa Occidente e Oriente e portò in Europa sete, cibo e spezie, aiutando la crescita economica e culturale di tutti i soggetti coinvolti. L'evento prende  le mosse dal progetto del presidente cinese Xi Jinping di lanciare una nuova via della seta oggi per i commerci e gli scambi.
La mostra ha respiro internazionale ed ospita oggetti e manufatti provenienti da alcuni dei più importanti Musei italiani e europei, come i il Musée du Louvre e il Musée Guimet di Parigi, il Museum für Byzantinische Kunst di Berlino, Museo delle Civiltà/Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze.

Nel percorso della mostra si racconta il viaggio che si faceva tra rotte carovaniere, marittime e spirituali, con settanta antiche opere che raccontano la storia millenaria di un rapporto che c'era già nell'antichità, con un occhio di riguardo e la presenza del suo testamento per la figura di Marco Polo

La via della seta fu percorsa anche da mercanti, ambasciatori, monaci, esploratori, avventurieri e missionari di varie fedi e per ciascuno di loro c'è qualcosa in esposizione, tra statue, mappe, oggetti.

Tra i pezzi in mostra, varie statue del Buddha dal subcontinente indiano, un bassorilievo con Zenobia proveniente da Palmira, la città martire dell'Isis, stoffe francesi e toscane realizzate grazie alla seta portata dalla Cina, il Cammelliere su cammello battriano (VI-VII secolo) e lo Straniero dal volto velato (VII-VIII secolo), piccoli capolavori dell’arte funeraria cinese che raccontano i viaggiatori di quel mondo, la Mattonella con giocatori di polo (1256-1335), dipinta a lustro e blu cobalto, dall’Iran durante il dominio degli Ilkhanidi di origine mongola, la Descrizione illustrata del mondo di P. Ferdinand Verbiest (1674), un lavoro monumentale che rappresenta la sintesi più avanzata delle conoscenze geografiche dell’epoca. Si finisce con una serie di oggetti artistici contemporanei cinesi, che mettono insieme passato e presente, antichi materiali e ricerca di nuove forme sperimentali che non dimenticano archetipi e motivi millenari.  

L’Italia iniziò del resto a rapportarsi con la Cina già dall'epoca dell'imperatore Marco Aurelio che inviò nel 166 d.C un'ambasciata alla corte del Figlio del Cielo, un legame che si approfondì con Marco Polo nel Duecento e nel Seicento con il gesuita Matteo Ricci e il geografo Martino Martini, che realizza nel 1655 il primo atlante moderno della Cina. Un'occasione quindi per raccontare un rapporto che non si è mai interrotto.

Pubblicato in: 
GN27 Anno IX 5 maggio 2017
Scheda
Titolo completo: 

MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11
10122 Torino

Dall'antica alla nuova via della seta
fino al 2 Luglio 2017

Da martedì a venerdì
dalle 10 alle 18

Sabato e domenica
dalle 11 alle 19

Chiuso il lunedì
La biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Biglietti

Intero € 10,00 – Ridotto  € 8,00
Il primo martedì del mese, se non festivo, l'ingresso è gratuito alle collezioni permanenti.

INFO t. 011.4436932
mao@fondazionetorinomusei.it
www.maotorino.it

Anno: 
2017