Winterreise al Forum Austriaco. Un Kammerspiel in chiave rock

Articolo di: 
Teo Orlando
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Il 25 ottobre 2023 il Forum Austriaco di Cultura di Roma è stata l'inusuale ambientazione per un concerto che ha visto la completa proposta di Die Winterreise, celeberrimo ciclo di Lieder di Franz Schubert, con testo di Wilhelm Müller (un poeta tedesco coevo, morto prematuramente, come lo stesso Schubert). Le note introduttive si limitavano ad accennare a una "nuova" interpretazione di Oliver Welter, alla voce, e  di Clara Frühstück, al pianoforte, che ha riscosso molto successo in Austria. In realtà, le cose stavano ben diversamente rispetto a una mera "nuova" interpretazione. Non abbiamo esitazioni a dire che questo recital può essere considerato un punto di svolta nella percezione e nell’apprezzamento del capolavoro di Schubert e Müller, dove gli interpreti riescono a trasportare il pubblico nei recessi oscuri del ciclo di Lieder forse più famoso del mondo.

La coppia Frühstück/Welter ha dato vita a un'interpretazione di grande originalità, configurando quasi una sorta di Kammerspiel canoro a metà tra musica classica, avanguardia e rock. La viennese Clara Frühstück, nata nel 1982, proviene da studi di pianoforte, musica da camera e drammaturgia applicata presso, tra Vienna, Graz, Berlino e Madrid. Oltre alla musica classica e a diverse collaborazioni con musicisti e compositori, si è impegnata in altre forme d’arte, fino a sviluppare concetti peculiari che le hanno consentito un approccio spregiudicato anche nei confronti della musica più tradizionale, così da raggiungere anche un altro tipo di pubblico.

Oliver Welter, nato a Klagenfurt nel 1967, si muove tra Vienna e la scena internazionale, dove è attivo come frontman della band di rock alternativo Naked Lunch (nome ispirato a un romanzo di William Burroughs). All'attività di cantante, affianca anche quella di compositore, attore, autore e regista per il teatro (Volkstheater Vienna, Schauspielhaus Düsseldorf, ecc.), per il cinema e per la televisione.

I due artisti hanno eseguito il ciclo di 24 Lieder Die Winterreise (Viaggio d'inverno) trasformandolo da manifesto della  letteratura musicale romantica a viaggio introspettivo nelle tenebre di un inconscio inquieto e lacerato. Del resto, nel ciclo schubertiano era centrale la figura archetipa del protagonista, il Wandersmann (“viaggiatore” o "viandante"), che compiva insieme un viaggio interiore ed esteriore: "Ein Licht tanzt freundlich vor mir her,/ich folg' ihm nach die Kreuz und Quer;/ich folg' ihm gern und seh's ihm an,/dass es verlockt den Wandersmann. Una luce danza gentilmente davanti a me,/La seguo di traverso e di lato;/la seguo volentieri e la guardo,/ché invoglia il viaggiatore. Lied 19, Täuschung, Illusione). È un viandante che somiglia a quello di Nietzsche: “Chi anche solo in una certa misura è giunto alla libertà della ragione non può mai sentirsi sulla terra nient’altro che un viandante, non un viaggiatore diretto a una meta finale: perché questa non esiste. [Wer nur einigermaßen zur Freiheit der Vernunft gekommen ist, kann sich auf Erden nicht anders fühlen denn als Wanderer, – wenn auch nicht als Reisender nach einem letzten Ziele: denn dieses gibt es nicht.]” (Umano troppo umano, Menschliches, Allzumenschliches (1878-1879), § 638: “Il viandante”, "Der Wanderer"). O al vagabondo tratteggiato da Joyce nella figura di Leopold Bloom nello Ulysses, che vaga anche lui senza una meta precisa, quasi cercando di sviare continuamente da un itinerario prefissato.

L'esecuzione è avvenuta con la Frühstück che cesellava al pianoforte i momenti più tenui della partitura schubertiana, mentre Welter interveniva con la chitarra elettrica a sottolineare i momenti più drammatici. La sua voce era quella fondamentale, ma non bisogna credere che Clara Frühstück si sia limitata a una sorta di controcanto, benché apparentemente in penombra e "leggera", scegliendo di esibirsi a piedi nudi. In realtà i due hanno formato un tandem inscindibile, con Welter che ricordava, nel suo stile vocale, diversi artisti della scena dell'avant rock: da Marc Almond a Peter Murphy (dei Bauhaus), da Bryan Ferry (leader dei Roxy Music) a Blixa Bargeld (degli Einstürzende Neubauten), da John Cale fino all'ineguagliabile Peter Hammill, il leggendario leader dei Van Der Graaf Generator.

Del resto, lo stesso Ian Bostridge, tenore classico e autore del libro Schubert’s Winter Journey: Anatomy of an Obsession, ha sottolineato che i 24 Lieder sono in un certo senso antesignani di tutte quelle canzoni d'amore e di perdita che sono state la colonna sonora di generazioni di adolescenti. Ad esempio, la perdita dell'amore, che è solo abbozzata ambiguamente nella prima canzone, "Goodnight", prelude a un'avventura interiore in cui il “viaggiatore” di Schubert si inoltra in un paesaggio invernale che lo porta a interrogarsi sulla sua identità, sulle condizioni della sua esistenza - sociali, politiche e metafisiche - e sul senso della vita. Schubert sa muoversi tra umorismo sardonico e desiderio depressivo, quasi alla ricerca di quello che il poeta Thomas Stearns Eliot avrebbe chiamato "correlativo oggettivo": le lacrime del “ viaggiatore” si trasformano in ghiaccio. Egli vede fiori incisi nel gelo della capanna in cui si rifugia; è osservato dal cielo da una cornacchia (Krähe) nera, sua unica fedele compagna; e infine vede un musicista mendicante che suona un organetto per strada (Der Leiermann), ignorato e non ricompensato, che Bostridge accosta allo hurdy-gurdy man del cantautore scozzese Donovan. E neppure deve sorprendere l'accostamento che alcuni critici hanno tentato tra questo suonatore di organetto e la rappresentazione della morte, incoraggiati in questo dalla forte associazione iconografica tra le due figure nel genere della danza macabra, o Totentanz.

Ecco perché il remake/rimodellamento del ciclo schubertiano è riuscito magnificamente a Frühstück e Welter: sono riusciti a trasfondere la loro sensibilità radicalmente soggettiva nell'ideale classico della canzone d'arte. Clara Frühstück si rende conto che un suono di sintetizzatore specificamente vuoto può esprimere il vuoto esistenziale in modo più appropriato del suono del suo Bösendorfer e Oliver Welter che un riverbero di chitarra alla David Lynch che aleggia sugli accordi di pianoforte può intensificare lo stato d'animo di futile nostalgia nel modo più triste possibile. Le loro  "libertà artistiche" alla fine hanno portato a una coraggiosa, ma rispettosa decostruzione di Winterreise: ogni deviazione, ogni vicolo cieco, ogni sentiero sterrato ha infine portato il duo simbiotico e insieme lacerato fin dove i Lieder di Schubert e i testi di Müller si sforzano di arrivare: all'oscurità alla fine del tunnel: quando la nebbia non deve più essere sollevata, la chiarezza sorge anche e soprattutto nell'oscurità.  E non a caso sempre Ian Bostridge ha definito Winterreise "il primo e più grande concept album" della storia della musica.

Pubblicato in: 
GN2 Anno XVI 10 novembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

Forum Austriaco di Cultura Roma, Viale Bruno Buozzi 113
CONCERTO
FRANZ SCHUBERT:
WINTERREISE | Clara Frühstück, Oliver Welter
25 ottobre 2023 | 20:00.

Lieder

Gute Nacht (« Fremd bin ich eingezogen »...) D.911-1
Die Wetterfahne (« Der Wind spielt mit der Wetterfahne ») D. 911-2
Gefrorene Tränen (« Gefrorne Tropfen fallen ») D. 911-3
Erstarrung (« Ich such im Schnee vergebens ») D. 911-4
Der Lindenbaum (« Am Brunnen vor dem Tore ») D. 911-5
Wasserflut (« Manche Trän aus meinen Augen ») D. 911-,6
Auf dem Flusse (« Der du so lustig rauschtest ») D. 911-7
Rückblick (« Es brennt mir unter beiden Sohlen ») D. 911-8
Irrlicht (« In die tiefsten Felsengründe ») D. 911-9
Rast (« Nun merk ich erst, wie müd ich bin ») D. 911-10
Frühlingstraum (« Ich träumte von bunten Blumen ») D. 911-11
Einsamkeit (« Wie eine trübe Wolke ») D. 911-12
Die Post (« Von der Straße her ein Posthorn klingt ») D. 911-13
Der greise Kopf (« Der Reif hatt einen weißen Schein ») D. 911-14
Die Krähe (« Eine Krähe war mit mir ») D. 911-15
Letzte Hoffnung (« Hie und da ist an den Bäumen ») D. 911-16
Im Dorfe (« Es bellen die Hunde, es rasseln die Ketten ») D. 911-17
Der stürmische Morgen (« Wie hat der Sturm zerrissen ») D. 911-,18
Täuschung (« Ein Licht tanzt freundlich vor mir her ») D. 911-19
Der Wegweiser (« Was vermeid ich denn die Wege ») D. 911-20
Das Wirtshaus (« Auf einen Totenacker ») D. 911-21
Mut (« Fliegt der Schnee mir ins Gesicht ») D. 911-22
Die Nebensonnen (« Drei Sonnen sah ich am Himmel stehn ») D. 911-23
Der Leiermann (« Drüben hinterm Dorfe ») D. 911-24