11 settembre 1973. Tra le onde, i desaparecidos

Articolo di: 
Livia Bidoli
Memoria dell'acqua

In occasione del 50° anniversario del golpe in Cile dell'11 settembre 1973, al Palaexpo di Roma si è svolta una rassegna in onore e memoria di Salvador Allende e del putsch militare di quell'orribile giorno: un colpo di stato militare di estrema destra ha tappezzato Santiago del Cile di carri armati e poi attaccato il palazzo del Governo, la Moneda, dove si trovava il capo di stato socialista da poco eletto democraticamente, trucidandolo. Questo è un 11 settembre di 50 anni fa che ricordano in pochi: eppure l'acqua di un paese come il Cile, dalla quale è circondato quasi ovunque, lo ha impresso e lo fa rifulgere tra le sue onde. Patricio Guzmán ha per questo girato il film La memoria dell'acqua. Zalab e I Wonder porteranno negli altri cinema di tutta Italia questi ed altri film di Patricio Guzmán.

Dall'8 all'11 settembre sono stati presentati cinque film, a cominciare da quello della nipote di Allende, costretta all'esilio: Allende, mi abuelo Allende, diretto da Marcia Tambutti Allende (Cile, Messico, 2015), che racconta il suo ritorno in Cile trentacinque anni dopo la morte del nonno e la violenta dittatura che ne seguì; cercando una traccia dell'uomo al di là dell'icona, sperando di riannodare i fili spezzati della memoria, tra una dimensione pubblica e privata irrimediabilmente legate, ecco che cosa dice: “Salvador Allende, il primo presidente democratico-socialista eletto, era anche mio nonno. L’11 settembre 1973 un colpo di stato militare di estrema destra ha destituito e sequestrato mio nonno e i componenti del governo, ci ha costretti all’esilio e instaurato una dittatura repressiva in Cile per 17 anni. Trentacinque anni dopo, ritorno in Cile alla ricerca di Chicho – il suo soprannome familiare –, desiderando lasciarmi alle spalle la sua immagine iconica e riportare alla mente immagini e ricordi di lui e della nostra famiglia. Ma per la mia famiglia ci sono anche molti sentimenti irrisolti a lui collegati. Attraverso il mio viaggio avverto riluttanza e disagio, ma comincio a capire la complessità delle loro emozioni. Il paradosso tra pubblico e privato si approfondisce: la mia ricerca rispecchia la società cilena”.

Il 9 settembre c'è stato Salvador Allende, a firma di Patricio Guzmán (Francia, Belgio, Germania, 2004): il golpe che lo ha ritratto e con lui i 17 anni di criminale dittatura che seguirono agli ordini del Generale Pinochet, che aveva nominato Allende stesso a capo delle forze armate cercando di contrastare la disunità nella popolazione, a ripropva che Unidad Popular non era sostenuta da tutti e che una parte della popolazione era ancora preda di ideologie reazionarie che tuonavano con parole d'ordine fasciste come "ordine e autorità". Pinochet non è il solo colpevole, e questo non lo dice solo Guzmán ma tutti i documenti desecretati del progetto Fubelt della CIA insieme a quelli del National Security Council e alle parole tremende del segretario di Stato di Nixon, ovvero Henry Kissinger, ancora vivo e centenario:

"Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare, mentre un Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati decidere da soli", disse Kissinger durante una riunione del 27 giugno 1970 in cui si esaminavano interventi segreti USA in Cile.

Oggi, più che mai, ora che altri documenti sono stati desecretati il 26 agosto scorso, riguardanti la vigilia del golpe, nelle parole di Guzmán, si vede riverberare un'autentica verità che dovrebbe risuonare nelle orecchie e nel cuore di chiunque, specialmente dopo tre anni di vessazioni e restrizioni da dittatura con l'apologia che sta cadendo come un castello di carta, ovvero che quegli "ordini" e quell'"autorità", e quelle "regole" non solo non servivano a nulla, bensì erano controproducenti:

"L’urgenza di ritornare a quest’uomo atipico, rivoluzionario e fanatico della democrazia mi si è imposta per ovvie ragioni, ma anche per la sua crudele attualità."

L'altro film di Patricio Guzmán è La memoria dell'acqua (Cile, Francia, Spagna, 2015), in rassegna domenica 10 settembre e che narra di come noi, l'universo, siamo tutti acqua, particelle e gocce infinitesime, che raccolgono rammenti, ricordi, e che, come ricordava Luc Montagnier, citando anche l'immunologo francese Jacques Benveniste, "l'acqua ha memoria". Ripercorrendo la storia del Cile e dei primi indios perseguitati dai colonizzatori e poi sterminati, i Selknams, giunge al primo ritrovamento di una desaparecida, giunta col suo corpo ormai muto a riva. Una donna che fece presagire gli oltre 3000 scomparsi cileni che non hanno ancora ricevuto il fìo della punizione dei loro assassini. Il Cile è ancora diviso eppure è riuscito, col governo nuovo eletto nel 2019, ovvero col presidente cileno Gabriel Boric e 4 ex capi di Stato viventi (Michelle Bachelet, Ricardo Lagos, Eduardo Frei e Sebastian Piñera) a firmare un documento con l'impegno “Per la democrazia, sempre”: questo è avvenuto lo scorso 8 settembre, una data da ricordare.

L'acqua del Cile ricorda ciò che è stato e lo purifica da tutti i suoi fluidi che lo hanno infestato. L'acqua, come sostanza vitale, rivendica le anime di quei corpi che ha accolto, e nei riverberi di questa luna nuova li fa elevare e rinascere. Ognuno di noi è capace di portare una goccia che li ridesti in questa terra attraverso i suoi specchi, riflessi di luce in nome di Salvador Allende.

Per ultimo però, lasciamo che le parole vibranti di Salvador Allende scuotano sentimenti affossati come reliquie nei nostri cuori, facciamole rifulgere: le sue ultime parole trasmesse via radio furono queste, tutte per il suo popolo: un capo di stato dovrebbe pronunciarle almeno una volta per meritarsi la guida della nazione:

"Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento".

Pubblicato in: 
GN38 Anno XV 12 settembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

In memoria di Salvador Allende, 11 settembre 1973

Discorso all'ONU del 4 dicembre 1972

Palaexpo

Rassegna 8-11 settembre 2023

50° anniversario del Golpe in Cile

Zalab e I Wonder

con il patrocinio dell'Ambasciata del Cile in Italia
dall'11 settembre
portano per la prima volta nelle sale italiane

Cile - Il mio Paese immaginario
di Patricio Guzmán

Tornano in sala anche altri 4 lungometraggi dell'autore cileno:
"Salvador Allende", "Nostalgia della Luce", "La Memoria dell'acqua", "La
Cordigliera dei sogni"

I film sono disponibili anche online dall'11 settembre sulle piattaforme:

ZaLabView

I Wonderfull