Les Ballets Russes II. Seconda parte. Parade e Le Sacre du Printemps

Articolo di: 
Livia Bidoli - Daniela Puggioni
Le Sacre du Printemps

Il seguito della seconda parte di Ballets Russes al Teatro dell'Opera di Roma da venerdì 17 fino a mercoledì 22 aprile, presenta due balletti per due serate, quella del 19 e quella del 21 aprile: Parade, musica di Erik Satie (21/04) e Le Sacre du Printemps, musica di Igor Stravinskij (19/04).

Parade debuttò il 18 maggio 1917 a Parigi al Théâtre du Châtelet con musica di Erik Satie, diretta da Ernest Ansermet, coreografia di Léonide Massine (Mjasin) su libretto di Jean Cocteau e scene di Pablo Picasso. Nel programma di sala Guillaume Apollinaire usò riguardo al balletto per la prima volta il termine “surrealismo”, alludendo alla nascita di “uno spirito nuovo“ in grado di rinnovare l'arte realizzando un progresso al livello di quello scientifico e industriale.

L'intento degli autori e di Diaghilev, affascinati dal movimento Futurista e soprattutto da Balla e Depero era, infatti, di  creare uno spettacolo innovativo e rivoluzionario. Nella geniale partitura di Satie che evoca il Music Hall e illustra il balletto, compaiono non solo elementi di Jazz e dal Cabaret ma anche rumori moderni come sirene ed il tic delle macchine da scrivere.

Le scene coloratissime e fortemente evocative, come i costumi, rappresentano le case a Parigi e il teatro di fiera della domenica: appartengono al periodo cubista di Picasso e sono elementi di grande interesse che sottolineano la comicità e la carica innovativa di questo balletto. Lo splendido sipario ispirato al circo, conservato al Centre Pompidou di Parigi, è la testimonianza del grande amore del pittore per l'arte circense. Il balletto infatti è un collage ispirato al circo in cui si esprime la verve comica di Massine, geniale coreografo, che accosta elementi della danza accademica alla mimica quotidiana e alla recitazione del Cinema muto, la nuova forma d’arte nata in quegli anni.

Incorniciati dall'apparizione dei due surreali impresari, si susseguono il Prestidigitatore cinese, il Cavallo rosa (il Manager a cavallo) formato da due ballerini, la Bambina americana e gli Acrobati,  La coreografia del balletto è stata ricostruita da Susanne Della Pietra mentre le scene da Maurizio Varamo e i costumi da Anna Biagiotti. Il 21 aprile tra gli interpreti l'ottimo Manuel Parrucini è stato un  divertente Prestidigitatore cinese, Paolo Gentile e Francesco Marzola hanno trascinato il pubblico nell'esilarante esibizione del Cavallo rosa, spiritosa la Bambina americana di Cristina Mirigliano e  bravi anche gli Acrobati Simona Onidi e Claudio Cocino, Alessandro Tiburzi è stato il Manager in frac e Giovanni Martelletta il Manager di New York.

Nel 1913 l’evento più sconvolgente al Théâtre des Champs-Elysées fu la prima rappresentazione di Le Sacre du Printemps. L’energia dirompente della musica di Strawinskij alla sua prova migliore per le musiche da balletto, che  fu coreografato dal genio iconoclasta di Nijinskij, con le scene ed i costumi di Nicolas Roerich, riproposti da Millicent Hodson e Kenneth Archer.

L’introduzione fa tremare i primi boccioli di primavera con dei singulti inquietanti e glaciali degli archi, stemperati dai fiati: siamo nella foresta della Russia arcaica dove le donne vestono di rosso e di bianco e gli uomini solo di bianco con copricapi spesso intessuti di pellicce di animali.

Il tema tragico, wagnerianamente, ritorna intervallato da suoni più dolci, ben riassunto dai movimenti egizi dei danzatori che si riuniscono in una trance ipnotica per la scelta dell’eletta da sacrificare al Dio per l’inizio di primavera. Sostituita nei riti cristiani da un animale (l’agnello pasquale), nell’antichità il sacrificio umano era piuttosto in uso come spiega approfonditamente René Girard nel suo libro Il capro espiatorio (ed. Adelphi).

Nella seconda parte di questo balletto, che affonda le sue radici nella primitività e nella stretta simbiosi tra uomo e natura, la danza dell’Eletta al sacrificio è una vera aggressione ritmico-percussiva che Alexandra Iosifidi, nella parte principale, balla con estrema purezza. Al centro del palcoscenico è lei la motivazione profonda del martellamento ritmico che si solleva non solo sulle punte ma in continui salti che rilevano la possenza emblematica della natura cui si sottomette l‘uomo. Il Dio panico è ovunque e rumoreggia dal fondo di un istinto che Darwin aveva esplicitato come perdurante e inconscio, proprio come Freud.

Pubblicato in: 
GN13/ 7-21 maggio 2009
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Les Ballets Russes II parte
Rassegna per il centenario della compagnia fondata da Sergej P. Diaghilev
Dal 17 al 22 aprile 2009

PARADE
musica di Erik Satie
Coreografia di Léonide Massine riproposta da Susanne Della Pietra
Scene e costumi di Pablo Picasso ricostruiti da Maurizio Varamo e Anna Biagiotti
Il Prestidigitatore cinese: Manuel Paruccini
Gli Acrobati: Simona Onidi - Claudio Cocino
La Bambina americana: Cristina Mirigliano
Il Manager in frac: Alessandro Tiburzi
Il Manager di New York: Giovanni Martelletta
Il Manager a Cavallo: Paolo Gentile, Francesco Marzola
Spettacolo del 21 aprile a cura di Daniela Puggioni

LE SACRE DU PRINTEMPS
musica di Igor Stravinskij
Coreografia di Vaslav Nijinskij riproposta da Millicent Hodson
Scene e costumi da Nicolas Roerich ricostruiti da Kenneth Archer
La Strega di 300 anni: Lucilla Benedetti
Il Saggio: Salvatore Capozzi
L'Eletta: Alexandra Iosifidi
Spettacolo del 19 aprile a cura di Livia Bidoli

Allestimenti del Teatro dell'Opera
Direttore d'Orchestra David Coleman
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera
Direttore del ballo Carla Fracci

Voto: 
9