Santa Cecilia. Il debutto sfavillante di Petrenko tra gli iconoclasti russi

Articolo di: 
Livia Bidoli
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Due meraviglie russe a confronto con la direzione di un giovane russo, Kirill Petrenko (1972), che ne officia tutte le virtù, a cominciare dalla splendidamente novecentesca e religiosamente  iconoclasta, Sinfonia di Salmi di Igor Strawinskij del 1930. Il debutto di Petrenko a Santa Cecilia - in coproduzione con Roma Europa Festival - si completa con la Sinfonia della resistenza ai nazisti, la Settima soprannominata appunto Leningrado, dell’astro russo Dimitrij Shostakovich: dal 6 al 9 novembre 2010 presso il gigantico scarabeo di Renzo Piano.

Da Aškenazi e Rostropovič, da Temirkanov attraverso Pletnev fino all’amato fervore di Gergiev, i russi diretti dai russi non fanno che presentare delle stelle cromatiche di vero virtuosismo e coinvolgimento totale per il pubblico romano: non c’è dubbio. La serata cui abbiamo assistito poi ha presentato due perle esaltate dalla vibrante conduzione di Petrenko, un giovane direttore che dalla prima alzata di bacchetta colpisce per la straordinaria potenza e tempistica, dall’afflato eccezionale con l’Orchestra, agli stessi livelli di Pappano, Direttore Musicale dell’Accademia di Santa Cecilia dal 2005, e con la quale l’Orchestra ha stabilito da subito un accordo invidiabile.

Due composizioni legate
inoltre, la Symphonie des Psalms per Coro e Orchestra di Strawinskij e la Settima Sinfonia che Šostakovič ha iniziato a scrivere un mese dopo l’inizio dell’arrivo nazista in Unione Sovietica, nel luglio del 1941, e che fu primieramente concepita avendo in mente proprio la Sinfonia dei Salmi che trascrisse per piano a quattro mani, esaltando il compositore a tal punto da fargli pensare di usare i Salmi di Davide recitati da un coro.

L’attacco straordinario di Petrenko sulla Sinfonia dei Salmi di Strawinskij scuote sia per l’inusitata e necessaria potenza, sia per la precisione con cui dirige l’Orchestra, coadiuvato dalla coinvolgente direzione di Ciro Visco al Coro. “A’ la gloire de DIEU” è intitolata la sinfonia, con un fervore religioso che però ha più da condividere con la primitiva paganità del “grido” dell’iniziale Salmo 38: un’implorazione che è solo stemperata nel secondo movimento, percorso da una vena ancora più inquieta perché soffocatamente distorta. I due pianoforti e l’assenza dei violini e delle viole non fanno che accrescere il senso d’inquietudine che serpeggia in questo afflato religioso antico e ritualistico, roboante ed in certo modo invertebrato, scuotendo continuamente il tappeto vocale più omogeneo. Astorico, conferisce un significato unico alla religione di cui si fa inno e implorazione, in special modo nel finale ovattato da preghiera dell’Alleluja! Laudate Dominum in sanctis eius.

Contro ogni totalitarismo, a cominciare da quello perpetrato da Stalin che adoperò proprio la Settima Sinfonia in do maggiore op. 60 di Shostakovich come propaganda pro-occidentale per la Russia della seconda guerra mondiale, la Sinfonia Leningrado fu per la prima volta suonata dal vivo il 5 marzo 1942. Ben più eclatante però fu la prima di Leningrado del 9 agosto ’42 diretta da Karl Eliasberg con l’Orchestra della radio: trasmessa per la città, con gli altoparlanti spronava a non cedere al nemico. Risuonando con forza nelle sale del Conservatorio della città dove insegnava e che difese durante l’assedio, la Blitzsymphonie, è una musica russa nelle radici, e l’inizio magniloquente e carico non è che una delle sue cifre essenziali. Ascoltiamo le parole del compositore in proposito: "Dovevo descrivere la macchina potente dell'annientamento. Ed esprimere un senso di protesta contro di essa."

Le pagine del primo movimento in stile da Requiem non fanno che rievocare quell’assoluto bisogno di catarsi dalle marce dei soldati che si susseguono senza interruzione in una città desolata dalla morte eppure riottosa a qualsiasi resa. I timpani che illuminano al principio si aggravano di nefasti presagi (l’Adagio) riagganciandolo all’ultimo sinfonico, Mahler. La vibrante direzione di Petrenko dà colore a tutte le variazioni, sebbene minime,- che incatenano i passaggi al modo di Ravel nel Bolero - e alle riproposizioni dei temi strutturali della sinfonia. Il tempo è particolarmente cadenzato mentre le due arpe disegnano uno spazio rarefatto di ampio respiro, permettendo al tema-motto di delineare il suo profilo in senso efficace, proprio a partire dal contrasto tra gli strumenti, per terminare col gran colpo di grancassa finale.

Celebratissima sinfonia durante gli ultimi anni della guerra, i direttori fecero a gara per dirigere la Settima in tutto il mondo: ebbe quest’onore per la prima volta negli Stati Uniti, il grande e provato antifascista Arturo Toscanini, che approvava con tutta forza la grande resistenza russa e che – a scanso di equivoci e pregiudizi - fu uno dei più grandi direttori di Wagner, rappresentando l’eccellenza italiana in campo musicale.

Pubblicato in: 
GN26 Anno III 10 novembre 2010
Scheda
Titolo completo: 

Stagione di Musica Sinfonica 2010-2011
Sabato 6 novembre ore 18.00 – Lunedì 8 novembre ore 21.00
Martedì 9 novembre ore 19.30
Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia

Concerto dell'8 novembre 2010

ORCHESTRA E CORO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
Kirill Petrenko Direttore
Ciro Visco Maestro del Coro

Igor Stravinskij Sinfonia di Salmi
Dimitrij Shostakovich Settima Sinfonia di “Leningrado” in do magg. Op. 60

Auditorium Parco della Musica di Roma - Sala Santa Cecilia

In coproduzione con RomaEuropa Festival

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