Editoriale. La linea gotica

Articolo di: 
Livia Bidoli
Labirinto di Chartres

«La linea gotica contiene invece il focolare; è senza pace ed inquietante come le sue forme: i capitelli, i serpenti, le teste di animali, i corsi d'acqua, un confuso intrecciarsi e guizzare nel liquido amniotico e nel calore uterino in cui comincia ad esprimersi il grembo di ogni dolore, voluttà, nascita ed immagine organica. Solo la linea gotica porta in sé il fuoco centrale su cui maturano la più profonda essenza organica e la più profonda essenza spirituale.» Ernst Bloch, Spirito dell'utopia

Il primo giornale che ho fondato si chiamava Fahrenheit 451, ispirato al romanzo di Bradbury e all’omologo film di Truffaut. Un mondo dove si incendiano libri ancora non esisteva, oggi non ce n’è più bisogno. La società ora non ci permette direttamente di leggerli manipolando l’informazione e svilendo qualsiasi competenza. Si combatte nel buio, ecco il perché di una linea gotica. E non solo.

La linea gotica è spirituale nel più profondo e completo dei sensi. Non solo religioso, partendo piuttosto dalla ragione per cui le chiese che vennero erette tra la fine del 1200 e la fine del 1400 svettavano verso l’alto in linee sottili ed adunche. Quelle cattedrali gotiche dove trovavano posto creature fantastiche, i gargoyles (i doccioni in italiano) di Nôtre Dame a Parigi o a Chartres, a guardia della chiesa ma anche di utilità come canale di scolo per l’acqua piovana. Immagini di fluidità quindi, una scorrevolezza che vorrei corresse lungo le linee delle parole di questa rivista. E gli stessi grilli saranno a guardia delle rubriche affinché, come spiega l’acquaforte omonima di Goya, dal Sonno della ragione (non derivino) genera mostri.

La forma delle cattedrali gotiche ha però anche un senso simbolico correlato all’elevazione ed un senso alchemico derivato dalla loro costruzione su terreni sacri anche ai culti pagani della Grande Madre (la Terra o Venere a seconda delle tradizioni) e ricchi di energie come dimostrano i megaliti ritrovati in queste zone. Nella cattedrale di Chartres vi è anche la raffigurazione di un labirinto di oltre 250 metri, che ricorda quelli di Borges o di Escher. Luoghi dove ci si può spostare nel tempo in parallelo (Borges), e dove si possono superare gli spazi in più dimensioni (Escher). Questo dovrebbe potere la letteratura quando comunica qualcosa in condivisione con l'essenza stessa dell'umano ovvero con la sua espressione artistica, che siano parole, musica, segni sulla tela o forme sulla materia.

L’altra dimensione in cui il gotico si è affermato è la letteratura, meglio qualificata da David Punter come letteratura del terrore. Oggi il terrore è rappresentato certamente dall’oscurantismo, dall’ignoranza che si vuole diffondere senza argini e che ha lo stesso senso rivelato dai romanzi gotici. Il nobile oppure il prete corrotto costruivano un apparato segreto dove ordivano trame che poi perseguivano fino alla loro sconfitta (Walpole, Maturin, Radcliffe, etc.). L’universo che rappresentavano era medievale solitamente, il secolo buio per eccellenza. In quell’oscurità si celava però un eroe (non eravamo ancora approdati all’antieroicità del ‘900) che svolgeva da catarsi ad un mondo altrimenti votato alla dissoluzione ed alla corruzione.

Mi sembra di poter affermare purtroppo che quel buio è tornato e senza eroi. Il cammino dell’uomo però non è nulla senza eroi che possiedano l’immaginazione di pensare un mondo differente soprattutto quando non esiste ed è più necessario. E d’altronde è nel buio che nasce la creazione. La riflessione stessa nasce in solitudine e viene nutrita dalle percezioni oltreché dalla ragione. La letteratura fantastica che anima gli esseri delle cattedrali segue la stessa genesi di elevazione. Sia che dipinga esseri mostruosi sia che disegni maghi dalle barbe lunghe e candide. Distrae: non in senso politico, bensì conferendo un nuovo senso alla realtà, astraendola da ciò che la atterra e la rende superficiale e diretta, senza spessore.

Un luogo della cultura è quindi di per sé stesso fantastico e gotico: eleva e riscalda allo stesso tempo stimolando nuovi ardori, assolutamente legati e organici ai nostri sensi, esattamente come un innamoramento, dove la fantasia gioca il ruolo più rischioso, quello di fare breccia in un campo che si dimostra irrazionale proprio nel momento in cui è più ragionevole.

La linea gotica è inoltre una linea di separazione oltre che di resistenza. Di separazione come discernimento e di resistenza verso gli stessi alleati, laddove non si dimostrino tali, costruendo barriere che blocchino le avanzate nemiche. Oppure non promuovendo quei campi che unici possano risollevare dal buio o dalle luci artificiali.

Certe tenebre fanno luce e sono meno pericolose di certe luci artificiali.
In questo sta la profondità dell'organico e dello spirituale,
in una linea gotica delle parole.

Pubblicato in: 
GN1/ 3-17 novembre 2008
Scheda
Autore: 
Livia Bidoli
Titolo completo: 

Editoriale di presentazione del giornale

Anno: 
2008
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