Berlino 29 agosto 2020. Ich bin eine Berlinerin

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ich bin eine Berlinerin

Ich bin eine Berlinerin. Io sono una Berlinese. Mai nella mia vita mi sono sentita più tedesca del 29 agosto scorso: una data storica indimenticabile. Una data che deve far riflettere su come la popolazione germanica abbia modificato il suo percorso attraverso la storia in modo inequivocabile e inderogabile. Due guerre sono state perse, la prima e la seconda guerra mondiale, con degli strascichi enormi per la vita sociale, economica, morale e spirituale di questa nazione ma, come dice la parola "tedesco", che si riferisce alla popolazione (Volk, dem deutschen Volke, come compare sul Reichstag, il Parlamento tedesco), il popolo ha parlato, forte e chiaro per la libertà da qualsiasi condizionamento.

È del tutto inutile oggi, di fronte ad una manifestazione riunitasi a Berlino di milioni di persone da tutto il mondo – quelli naturalmente che sono riusciti ad arrivare, viste le frontiere ancora molto chiuse, penso in particolare agli USA ed alla Russia, le due superpotenze che a Berlino hanno scritto la storia del mondo, con la divisione in quattro settori, ma sostanzialmente in due, quello occidentale e quello orientale di Germania Ovest ed Germania Est –, ma sono arrivati, ce l'hanno fatta e lo testimoniano le tante bandiere americane che, con l'arrivo di Robert Jr Kennedy non hanno fatto che riportare indietro allo storico discorso dello zio, John Fitzgerald Kennedy ed intitolato: Ich bin ein Berliner.

Il discorso di JFK si è tenuto il 26 giugno 1963 ed è un grido di libertà ai berlinesi divisi dal muro costruito dai sovietici per evitare l'emigrazione dalla zona est alla zona ovest durante la Guerra Fredda: "Duemila anni fa il grido più orgoglioso era quello del cittadino romano, "Sono un cittadino romano", oggi lo è "Sono un berlinese". Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini berlinesi e dichiarandolo, dichiarano la loro libertà, questo è il senso delle parole Ich bin ein Berliner."

Il discorso di Robert Jr. Kennedy inizia con: "I governi amano le pandemie, come le guerre, perchè gli permettono di controllare le masse e fargli accettare una sorveglianza ed una limitazione della libertà che altrimenti non avrebbero mai accettato. Sessant'anni fa, mio zio J.F. Kennedy venne a Berlino. Berlino era il fronte contro il totalitarismo. E oggi è di nuovo così: Berlino è il fronte contro il totalitarismo. Ed è per questo che oggi ripeto con orgoglio: Ich bin ein Berliner, sono un berlinese."

È molto facile imporre un liberticidio anticostituzionale a livello globale terrorrizzando le persone, lo hanno usato tutti i governi totalitari, da Stalin a Mao a Hitler, e su questo Kennedy aggiunge: "A Hermann Göring (supervisionò la creazione della Gestapo e fu comandante della Luftwaffe, N.d.C.) chiesero come mai la gente ha seguito i nazisti, e lui rispose: è molto semplice, non ha niente a che vedere con il nazismo. Lo si può fare nel socialismo, nel comunismo, nella democrazia. È la natura umana. Dobbiamo solo far paura alla gente e poi loro ci seguono." Kennedy continua, parlando sia dei test PCR sia del bombardamento delle news sulle infezioni, sui contagi, che avviene ogni giorno in tutto il mondo dall'inizio di marzo di quest'anno: "Ci hanno rinchiuso in casa quando ancora non sapevano nulla della pandemia ed ancora oggi non hanno test PCR affidabili (spesso si devono fare due tamponi di seguito per avere una percentuale ancora molto bassa di affidabilità, per approfondimenti rimando qui, N.d.C.): l'obiettivo era la paura." 

Sulla bassa affidabilità dei test PCR (i tamponi) cito l'articolo (ne ho tradotto una parte) del Prof. Michel Chossudovsky che a sua volta cita le fonti primarie:
"L'ente americano per il controllo delle malattie CDC conferma che il Covid-19 è simile al virus dell'influenza: è per questo che è difficile riconoscerlo e che vogliono obbligare ai vaccini nell'intento di giungere a differenziarli. Lo stesso Fauci ha scritto un articolo con Lane e Redfield sul New England Journal of Medicine in cui adduce un indice di mortalità identico all'influenza stagionale (0,1%) o pandemica (1957 e 1968) molto distante da quelli di SARS1 e MERS (coronavirus anche questi), che vavevano una mortalità del 10% e del 36%. I test PCR con il tampone non assicurano minimamente che si sia contagiati dal virus o che lo si possa trasmettere, in quanto non riescono ad "identificare" il virus: come afferma Pascal Sacré, il test rileva soltanto del materiale virale, come particelle o sequenze genetiche, non l'intero virus." Altre informazioni sono qui analizzate da epidemiologi di Oxford.

Kennedy conclude così un discorso che aspira alla liberazione da tutti i gioghi costruiti attraverso la pandemia: "L'unica cosa tra i nostri figli e loro è questa gente che è venuta a Berlino. E noi diciamo loro: non avrete la nostra libertà, non avrete i nostri figli e noi salveremo la nostra democrazia."

Nelle stesse ore a Londra si manifestava similarmente, come a Zurigo e a Parigi, e due settimane prima a Madrid: sui media nazionali ed internazionali mainstream non se n'è saputo nulla, come anche manipolata è stata l'informazione sulla manifestazione di Berlino, accusata di riunire negazionisti (del virus) e nazisti, quando invece, l'unico episodio di violenza è stato costruito a tavolino. La messinscena dell'assalto al Reichstag è testimoniata da Anja Dierschke, portavoce della stampa della polizia di Berlino, che ha anche annunciato in un'intervista che il Reichstag non è stato preso d'assalto dagli attivisti di Querdenken 711 che ha orfìganizzato la manifestazione ma dai pochi estremisti di destra che vi partecipavano. Tutto è stato risolto in brevissimo tempo come si vede qui. Il grosso della manifestazione, anche quando la polizia la ha fermata per indirizzarla altrove e farla defluire, non ha opposto che un garofano bianco in mano a molti partecipanti come segno di pace.

La manifestazione di Berlino ha dimostrato una cosa e per sempre: non ci si può fidare della stampa mainstream, bisogna ricominciare a leggere le notizie su vari canali media, e giungere così ad un approccio critico. Quando i giornali e le tv generaliste pubblicano o narrano in modo unicovo, non siamo veramente informati, siamo manipolati, ecco anche perchè uno dei messaggi centrali a Berlino è stato: FAKE NEWS. Il fatto è che le fake news sono fabbricate a livello nazionale ed internazionale, ma che oggi piu' di ieri c'è il modo per difendersi: non accettare passivamente un'unica narrazione ma cercare il confronto critico, andando a verificare tutte le informazioni e notizie che ci vengono propinate, a cominciare da quella che state leggendo ora. Non accettate passivamente quello che giunge dall'alto, o anche dal basso: usate la ragione, spendete maggior tempo su quello che costruisce e potrebbe limitare la vostra vita quotidiana, sia oggi sia domani. Siate LIBERI, siate BERLINESI

Pubblicato in: 
GN40 ANNO XII 4 SETTEMBRE 2020
Scheda
Titolo completo: 

BERLINO 29 AGOSTO 2020
Manifestazione per la libertà

Organizzatori: Michael Ballweg, ACU 2020

Querdenken 711