Carocci. Una nuova, autorevole guida alla lettura dell'Eneide

Articolo di: 
Angelo Citati
Virgilio Eneide

È stato dato alle stampe lo scorso 8 settembre per i tipi della Carocci, collana “Bussole”, Virgilio: guida all’Eneide, un agile (144 pagine) ma denso saggio introduttivo al poema virgiliano. L’autore, Sergio Casali, professore ordinario di “Lingua e letteratura latina” all’Università di Roma “Tor Vergata”, si è ormai da diversi anni affermato come uno dei maggiori studiosi contemporanei della poesia latina di età augustea; per la sua ricca produzione scientifica sull’argomento, e in particolare per il suo commento a Eneide II (II ed., Pisa, Edizioni della Normale, 2019), è stato insignito del premio «Alexander G. McKay» dalla Vergilian Society e del premio Vergilius dall’Accademia Virgiliana di Mantova.

Nudi recti venusti, i sette capitoli di questo nuovo contributo – cui si aggiunge un’utile appendice metricologica – affrontano, dopo una sintetica esposizione della trama del poema (cap. I), i maggiori problemi critici sottesi alla composizione dell’Eneide, a cominciare dalle ragioni che hanno progressivamente orientato Virgilio, dopo gli esordi bucolici, verso il genere epico e, in particolare, verso le vicende di Enea e degli antenati di Cesare Augusto (cap. II). Dopo un’analisi dettagliata del proemio, specialmente nelle sue implicazioni intra ed intertestuali (cap. III), ai due capitoli successivi è affidata – attraverso la disamina di come il poeta recepisca e rielabori due τόποι della tradizione epica, il viaggio (cap. IV) e la guerra (cap. V) – la vexata quaestio del rapporto di imitazione/innovazione rispetto ai modelli omerici.

Quel che emerge dall’analisi di Casali, di là da ogni semplificazione manualistica, è l’immagine di un poema complesso pur nella sua apparente linearità, sempre leggibile su più livelli e, dunque, accessibile tanto ad un pubblico culturalmente meno attrezzato, il quale potrà gustare la trama dell’opera cogliendone i significati che più emergono in superficie (la lode di Augusto e l’imitazione di Omero); quanto ad una lettura più sorvegliata e avvisata, in grado di cogliere anche sfumature e rimandi che a un primo sguardo restano sommersi, ma sono pur sempre riconoscibili, e che non invalidano – arricchiscono però di molti chiaroscuri – la classica chiave di lettura più ‘immediata’ e scolastica.

L’Eneide, insomma, come afferma Casali (p. 40), «è un’Odissea, è un’Iliade, ma è anche l’opera di un poeta-filologo di stampo alessandrino». Oltre a rammentare i tanti rimandi strutturali e metaletterari alla letteratura greca ed ellenistica, in questi capitoli si mostra accuratamente come Virgilio, se da un lato innesta le vicende del «suo» Enea all’interno della tradizione romana che lo precede, tanto epica (Nevio, Ennio) quanto storiografica (Fabio Pittore, Catone il Censore), sappia tuttavia recepirla e innovarla con un’originalità tutta sua. E ciò non solo per corrispondere alle sollecitazioni ideologiche del principato augusteo, ma anche per fedeltà alla sua personale sensibilità umana e all’ascendenza neoterica, mai del tutto rinnegata, della sua formazione poetica.

Questi due ultimi aspetti sono evidenziati (cap. VI) soprattutto attraverso l’analisi dei rapporti intertestuali che legano l’Eneide a due poeti che, se ci fermassimo alla lettura canonica e non mediata del poema, sembrerebbero appunto i meno «virgiliani» di tutti: Lucrezio e Catullo. Nello stesso capitolo si sottolinea come Virgilio, già innovatore del codice bucolico con l’inserzione di spunti di attualità politica e di quello didascalico-georgico attraverso un processo di ‘umanizzazione’ della natura e degli animali, innovi anche il codice epico, colorandolo di motivi lirici e drammatici, specialmente – ma non solo – nella celeberrima vicenda di Enea e Didone. Con l’Eneide, osserva quindi Casali (p. 93), siamo di fronte ad una sorta di «polifonia dei generi», ad un poema «al tempo stesso omerico e alessandrino».

Suggella il tutto (cap. VII) una sintesi delle due principali ermeneutiche che nel corso del Novecento si sono contese la corretta interpretazione del poema virgiliano: quella “ottimista”, più tradizionale, che vede appunto nell’Eneide l’esaltazione consapevole e convinta degli ideali augustei, e quella “pessimista”, rappresentata segnatamente dalla scuola di Harvard della metà del secolo, secondo cui l’adesione di Virgilio al regime di Augusto sarebbe meramente di facciata e nasconderebbe, in realtà, un grande disincanto, se non una latente opposizione. La posizione di Casali in questo dibattito, argomentata con una rigorosa analisi testuale, non nega tout court la validità dell’interpretazione tradizionale (che del resto risale già al primo commentatore a noi pervenuto dell’Eneide, Servio); ma, pur senza fare propria l’ermeneutica pessimistica di Harvard, di questa accoglie diversi spunti e, in particolare, l’invito ad una lettura non unilaterale e semplicistica del poema. Gli encomi di Augusto – diretti e indiretti – contenuti nel poema sono quindi reali e non delle critiche camuffate; tuttavia, un’analisi attenta può rilevarne alcuni cedimenti e «complessità che mettono alla prova la fedeltà giulia del lettore» (p. 116). Da simili valutazioni risulta un’interpretazione di Virgilio certamente non «antiaugustea», però senz’altro meno idealizzata di quanto non tendesse a fare l’ermeneutica degli “ottimisti”. Ne emerge cioè l’immagine, conclude Casali, di un «poeta propagandistico “sedotto” dal potere del discendente di Venere e convinto, dietro ricompensa, a forgiare armi di parole per il principe» (p. 120), un po’ come il dio Vulcano – sua controfigura letteraria – fabbrica, per compiacere la moglie Venere, lo scudo di Enea raffigurante le imprese della gens Iulia fino ad Augusto.

Questo nuovo contributo viene così a colmare un vuoto nel panorama dell’editoria italiana. La bibliografia sull’Eneide è, infatti, sterminata (alla fine del volume stesso se ne trova un’accurata selezione, aggiornata al 2023), ma è caratterizzata anche, generalmente, da una certa polarizzazione: problemi critici complessi, come quelli esposti in questo saggio, sono di solito riservati alla produzione specialistica, appannaggio quasi esclusivo dei ricercatori accademici. La novità di questa felice operazione editoriale consiste invece nel cercare di armonizzare lo iato tra l’editoria scolastica e quella universitaria, fornendoci uno strumento che, anche per il suo stile chiaro e volto all’essenziale, si occupa di questioni complesse ma con un taglio divulgativo.

Questa «guida all’Eneide» si appresta così a diventare – per parafrasare il titolo di un grande classico della divulgazione accademica nel settore della latinistica – una «propedeutica» allo studio universitario di Virgilio, del quale non presuppone, del resto, se non quella conoscenza di base che forniscono i nostri licei o i primi corsi delle lauree triennali. Proprio per questo suo carattere di raccordo tra la volgarizzazione scolastica e la ricerca accademica, però, potrebbe trovare sua utenza anche in quei lettori che, culturalmente attrezzati ma non classicisti di professione, dopo essersi innamorati dell’Eneide sui banchi di scuola, desiderano essere introdotti, in una forma piana ed accessibile, in quella selva di problematiche – storiche, ermeneutiche, ideologiche – che fanno da sfondo al più grande poema che la latinità ci abbia lasciato e che, approfondite con spirito critico, possono aiutarci a capirlo un po’ meglio.
 

Scheda
Autore: 
Sergio Casali
Titolo completo: 

Virgilio: guida all’Eneide, Roma, Carocci, 2023.   

Collana:   Bussole, pagine:   144
Prezzo:   13,00 €